La Basilica di Saint-Denis, situata a pochi chilometri a nord di Parigi, è molto più di una basilica. È un luogo di straordinaria importanza storica, architettonica e artistica, che ha plasmato il corso dell’arte occidentale e la stessa identità della Francia. È considerata la prima chiesa gotica eretta in Francia ma è anche una pietra miliare dell’architettura gotica. La sua influenza, infatti, si è estesa ben oltre le sue mura ed ha lasciato un’eredità indelebile nella storia dell’architettura e dell’arte.

Basilica di Saint-Denis, una storia millenaria

San Dionigi (Saint Denis per i francesi) primo vescovo di Lutezia (oggi Parigi), fu martirizzato nel 258 d.C. nel corso delle persecuzioni di Valeriano contro i cristiani. Fu decapitato sotto il Mons Martyrum, l’odierna Montmartre. La tradizione vuole che San Dionigi e i suoi compagni siano stati decapitati sulle colline di Montmartre e che le loro teste, miracolosamente rotolate fino a questo luogo, abbiano segnato l’esatto luogo della nascita del Santuario. Questa narrazione, presumibilmente leggendaria, contribuì a dare alla basilica un’aura di santità e di importanza già nelle sue fasi iniziali.

La facciata della Basilica di Saint-Denis dalla piazza antistante Foto [JB]/stock.adobe.com

Dalle origini paleocristiane all’abbazia carolingia

Le origini della basilica risalgono al IV secolo, quando sant’Eustachio, il leggendario primo vescovo di Parigi, eresse una piccola chiesa dedicata appunto a San Dionigi.

La prima basilica gallo-romana fu eretta tra il 460 e il 480. Santa Genoveffa, nel 520, visitò il sito e convinse la diocesi parigina a comprare il terreno per costruire un nuovo edificio e, tra il 540 e il 550 ci fu un ampliamento della cappella nel cimitero gallo-romano. Nel VI secolo, fu Dagoberto I, fra il 628 e il 637, a fondare l’abbazia di Saint-Denis. La chiesa fu ampliata e fortificata, diventando un importante centro religioso e spirituale. Carlo Magno, nel IX secolo, promosse la sua crescita, favorendone l’espansione e rafforzando la sua rilevanza come centro monastico. La fase carolingia vide la costruzione di una nuova chiesa in stile romanico, un’evoluzione significativa rispetto alla struttura primitiva.

Il maestoso rosone dall’interno della Basilica di Saint-Denis Foto [photogolfer]/stock.adobe.com

La Chiesa Carolingia

La cripta della Basilica di Saint-Denis è l’unica parte superstite della costruzione carolingia. Dopo un periodo di prosperità iniziale, la Basilica di Saint-Denis attraversò un lungo periodo di declino dovuto alla negligenza degli abati e alle guerre. Nel 750, con l’elezione di Fulrad ad abate, la Basilica visse un periodo di grande ricchezza e prestigio grazie al suo impegno incessante e ai privilegi ottenuti da diversi re e Papi, grazie alla sua influenza diplomatica, in particolare da  Pipino il BreveCarlomanno I e Carlomagno.

In occasione della sua seconda incoronazione a Saint-Denis, Pipino il Breve pare avesse fatto voto di ricostruire l’antica basilica. Fulrad, come suo rappresentante, viaggiò più volte a Roma per raccogliere idee per il progetto. I lavori di ricostruzione iniziarono solo dopo la morte dell’abate, intorno al 768-769, e il nuovo edificio fu consacrato il 24 febbraio 775, alla presenza di Carlo Magno. La basilica carolingia, dedicata a San Pietro, aveva una pianta basilicale a tre navate con transetto e abside semicircolare, lunga 80 metri. Sotto l’abside fu costruita una cripta anulare, progettata in stile romano, che permetteva ai fedeli di percorrere un corridoio circolare intorno alle reliquie dei martiri, la cui traccia è ancora visibile nella cripta attuale.

Nel IX secolo, la Basilica subì numerose incursioni vichinghe quando, nell’856, Parigi fu messa sotto assedio. La Basilica fu saccheggiata più volte nel 857 e vide il rapimento di alcuni monaci, tra cui l’abate Louis e il vescovo di Parigi, Gauzlin. Nell’867, l’influenza degli abati divenne talmente forte che il re Carlo il Calvo si appropriò del titolo di Abate di Saint-Denis e, nel 869, fortificò la Basilica contro le minacce vichinghe.

Cappella della Vergine Foto [photogolfer]/stock.adobe.com

La necropoli reale della Basilica di Saint-Denis

Dal XII secolo, Saint-Denis assunse il ruolo di necropoli reale, diventando il luogo di sepoltura dei reali di Francia, tra cui Luigi IX (San Luigi) e Luigi XI. La scelta di questo luogo era legata al prestigio del suo passato, ma anche alla sua posizione strategica e alla sua associazione alla santità. Le tombe reali, ricche di opere d’arte e di oggetti preziosi, divennero simbolo del potere e della glorificazione delle monarchie francesi.

Le ricerche archeologiche hanno confermato che già nel Tardo Impero Romano esisteva una necropoli gallo-romana in quest’area, sviluppatasi intorno alla sepoltura dei martiri. Dopo l’Editto di Milano del 313, vi fu eretto un mausoleo.

Tomba di re Luigi XII e Anne de Bretagne nella Basilica di Saint-Denis Foto [daboost]/stock.adobe.com

L’architettura gotica pionieristica

Nel XII secolo, Suger de Saint-Denis, divenuto abate e definito in seguito Maestro di Saint-Denis, fece rinnovare la vecchia chiesa carolingia. A partire dal 1136, iniziò la ristrutturazione della facciata. Ne venne creata una monumentale con tre portali decorati, due torri e, per la prima volta, un rosone. L’opera fu inaugurata nel 1140. In quell’anno, Suger diede inizio alla costruzione del nuovo coro, con tre navate, un deambulatorio e sette cappelle radiali, usando archi ogivali e colonne concentriche. Questo progetto segnò l’inizio dell’architettura gotica e il gotico francese della Basilica divenne simbolo del potere monarchico capetingio. Il coro fu consacrato nel 1144. Solo alcuni frammenti delle vetrate realizzate in quegli anni, sono ancora conservati.

Il ruolo della Basilica nella nascita del gotico

La Basilica di Saint-Denis rappresenta un punto di svolta, un prototipo e un momento fondativo dello stile gotico, un passaggio cruciale e altamente significativo nella sua genesi.

Innanzitutto le innovazioni architettoniche: la Basilica presenta elementi architettonici rivoluzionari per l’epoca. L’uso sistematico di archi a sesto acuto, costoloni e volte a crociera, combinati con l’introduzione di vetrate più ampie, permetteva strutture più alte, leggere e luminose rispetto allo stile romanico precedente. Queste caratteristiche, anche se presenti in embrione in altre opere, vengono qui utilizzate in modo organico e sistematico per la prima volta, creando un nuovo linguaggio architettonico.

Il simbolismo: Suger, potente abate e influente uomo politico, volle creare una basilica che riflettesse la luce divina e la gloria di Cristo. Questa aspirazione spirituale influenzò fortemente la progettazione, con la luce come elemento fondamentale e l’architettura come strumento di comunicazione religiosa. Questa connessione tra forma e significato è intrinseca allo spirito gotico.

L’influenza e la diffusione: l’innovativa architettura di Saint-Denis ebbe un’enorme influenza sulle costruzioni successive in stile gotico. Divenne un modello imitato e perfezionato in tutta la Francia e poi in Europa, dando il via a un vero e proprio movimento architettonico.

Gli archi a sesto acuto e le impressionanti vetrate Foto [Khun Ta]/stock.adobe.com

La ristrutturazione dopo Suger: il Piedicroce 

Dopo la morte di Suger, nel 1151, la Basilica divenne un luogo di grande prestigio. I Re di Francia vi si recavano per prendere l’Orifiamma prima di partire per guerre o crociate. Tuttavia, con la morte di Suger, i lavori al suo interno si arrestarono. Solo sotto la pressione della necessità di un ampliamento dello spazio nella necropoli reale, ci fu la ripresa dei lavori iniziati da Suger.

A quel punto, la chiesa, ancora con il transetto e piedicroce carolingi, venne ristrutturata sotto la direzione di Luigi IX, sua madre Bianca di Castiglia e l’abate Eudes Clément (1228-1245) e i lavori durarono dal 1231 al 1281. Il Piedicroce fu ricostruito con volte alte 28 metri e il vasto transetto fu ampliato. Venne mantenuta la struttura del doppio deambulatorio che il Maestro di Saint-Denis aveva previsto, ma fu demolita la parte superiore del coro, innalzando la chiesa per raccordarla con la facciata. Il nuovo impianto architettonico seguiva un triplice livello: arcate, triforio e cleristorio. Le colonne intorno al presbiterio furono sostituite da imponenti pilastri a fascio e, il raccordo tra il nuovo e il vecchio coro, fu reso quasi impercettibile grazie a un ingegnoso sistema di arcate e angolazioni.

Nel 1247, l’architetto Pierre de Montreuil subentrò ufficialmente al Maestro di Saint-Denis, intervenendo sul rosone del transetto meridionale. I lavori terminarono nel 1260, con la chiesa completata verso il 1270 e consacrata nel 1281.

Le colonne e le navate all’interno della Basilica Foto [daboost]/stock.adobe.com

La Basilica di Saint-Denis come Sacrario dei Re di Francia

Dal 900 fino al 1789, anno della Rivoluzione Francese, la Basilica di Saint-Denis fu il luogo di sepoltura di quasi tutti i sovrani di Francia, esclusi tre. Durante la Rivoluzione francese, le tombe furono profanate e i resti dei re gettati in fosse comuni. Tuttavia, l’archeologo Alexandre Lenoir salvò i monumenti funebri, trasferendoli al museo dei monumenti francesi.

Napoleone riaprì la Basilica di Saint-Denis nel 1806, costituendo un ordine di canonici per la cura della basilica. Nel 1817, Luigi XVIII ordinò il recupero dei resti dei re sepolti e la riabilitazione della chiesa. I resti di Luigi XVI e Maria Antonietta furono ritrovati nel 1815. Luigi XVIII stesso fu sepolto nel 1824 vicino ai suoi predecessori.

Alcune delle tombe dei Re Foto [daboost]/stock.adobe.com

Le tombe reali oggi

Le tombe reali oggi, si trovano nel transetto, nel deambulatorio e nella cripta romanica. Queste tombe rappresentano una ricca collezione di arte funeraria che va dal Medioevo al Rinascimento. Tra le tombe più significative vi sono:

  • Tomba di Dagoberto I (610-639): il primo re sepolto nella basilica, la sua tomba monumentale fu realizzata nel XIII secolo.
  • Tomba di Francesco I e Claudia di Francia: realizzata nel 1548 da Philibert Delorme, con statue di vari artisti tra cui Pierre Bontemps, François Marchant, Jacques Chanterel e Ambroise Perret.
  • Tomba di Luigi XII e Anna di Bretagna: creata a Tours tra il 1516 e il 1522 dai fiorentini Giovanni e Giusto Betti.
  • Tomba di Enrico II e Caterina de’ Medici: progettata nel 1570 da Primaticcio, con statue di Germain Pilon.
Le tombe dei reali all’interno della Basilica di Saint-Denis Foto [photogolfer]/stock.adobe.com

Importanti restauri della Basilica di Saint-Denis

A partire dal 1813, vari architetti intrapresero restauri nella Basilica. François Debret nel 1847 smantellò la torre nord a causa dei danni generati da una tempesta. Eugène Viollet-le-Duc, incaricato dal 1846, completò i lavori di restauro, riorganizzando le tombe e restaurando anche i monumenti funerari. Cercarono di ricostruire le due torri della facciata, ma questo progetto non venne mai realizzato.

La navata principale Foto [photogolfer]/stock.adobe.com

L’esterno della Basilica di Saint-Denis, il gotico francese

L’esterno della basilica è caratterizzato da un equilibrio architettonico tra il supporto delle masse murarie e la leggerezza degli archi rampanti e dei contrafforti. Questi elementi sono cruciali per sostenere le grandi strutture del piedicroce e del coro, creando un ritmo visivo che guida l’osservatore. Il tetto, ricoperto da lastre di rame verdi, è un elemento distintivo, arricchito da una cresta traforata. L’edificio è circondato da tre facciate: la principale, orientata a ovest all’inizio del piedicroce, in stile romanico-gotico, e due facciate laterali, una per ogni testata del transetto, entrambe dotate di grandi rosoni.

La facciata principale Foto [dbrnjhrj]/stock.adobe.com

La facciata principale

Realizzata tra il 1136 e il 1140, la facciata principale è un chiaro esempio di transizione tra il romanico e il gotico. La verticalità della facciata e il rosone la orientano verso il gotico, mentre i portali a tutto sesto sono ancora chiaramente romanici. La facciata è divisa in tre sezioni verticali da robusti pilastri, che supportano i portali scolpiti, i finestroni e il rosone. Sulla parte superiore è presente una merlatura e, dalla facciata, si innalza la torre sud, l’unica rimasta dopo la demolizione della torre nord nel 1847.

L’importante rosone della facciata principale Foto [dbrnjhrj]/stock.adobe.com

Portale di sinistra detto ‘Portale del martirio’

Questo portale è così chiamato perché nel timpano raffigura il martirio dei Santi Dionigi, Eleuterio e Rustico. Nei piedritti del portale sono scolpiti i dodici segni zodiacali.

Il ‘Portale del martirio’ Foto [Ricochet64]/stock.adobe.com

Portale centrale detto ‘Portale del Giudizio’

Il portale centrale è noto per la scena del Giudizio Universale, con Cristo al centro. Nella parte sinistra del timpano si trovano scene del paradiso, mentre nella destra è rappresentato l’inferno. Gli archivolti che sovrastano il portale mostrano i 24 Vecchi dell’Apocalisse. Questo portale fu danneggiato nel 1719, ma fu successivamente restaurato nel XIX secolo, mantenendo la fedele rappresentazione medievale con scene della Passione e della Resurrezione di Cristo.

Il ‘Portale del Giudizio’ Foto [dbrnjhrj]/stock.adobe.com

Portale di destra detto ‘Portale della Comunione’

Chiamato così per il rilievo che mostra l’Ultima Comunione di San Dionigi e dei suoi compagni, che ricevono il sacramento direttamente dalle mani di Cristo prima del loro martirio. Nei piedritti, invece, è rappresentato un calendario, con i mesi dell’anno raffigurati attraverso i lavori agricoli.

L’intera facciata di Saint-Denis è un capolavoro di scultura e architettura, in cui ogni portale racconta una storia sacra, unendo simbolismo religioso e abilità artistica.

La Basilica di Saint-Denis Foto [Vlastimil Šesták]/stock.adobe.com

Arte e iconografia

La Basilica di Saint-Denis è ricca di opere d’arte di inestimabile valore, molte delle quali volute da Suger. Le sculture, romaniche e gotiche, adornano le facciate e l’interno, rappresentando scene bibliche e figure storiche. Le vetrate, anch’esse di grande importanza, sono il risultato di secoli di lavoro e testimoniano l’evoluzione delle tecniche artistiche. L’iconografia stessa, a partire dai programmi iconografici delle vetrate, riflette il ruolo politico e religioso della Basilica, sottolineando il legame tra potere temporale e spirituale. La ricchezza e la varietà delle opere d’arte presenti all’interno della Basilica contribuiscono a rendere questo luogo un vero e proprio museo a cielo aperto.

La basilica conserva numerose opere d’arte, tra le più note vi sono:

  • Madonna col bambino: un’opera romanica in legno policromo del XII secolo.
  • Stalli lignei: stalli rinascimentali di alta qualità, realizzati nel XVI secolo da un artista italiano per il Castello di Gaillon.
  • Urna col cuore di Francesco I: un’opera in marmo bianco del 1556, eseguita da Pierre Bontemps.
  • Colonna col Cuore di Francesco II: una realizzazione in marmo bianco disegnata da Primaticcio.
  • Statue giacenti di Enrico II e Caterina de’ Medici: opere realizzate da Germain Pilon.

Inoltre si trova un grande organo situato nella controfacciata che fu realizzato da Aristide Cavaillé-Coll tra il 1834 e il 1840.

L’importante organo all’interno della Basilica di Saint-Denis Foto [photogolfer]/stock.adobe.com

La Basilica di Saint-Denis e il suo valore inestimabile

La Basilica di Saint-Denis rappresenta un patrimonio ineguagliabile, una sintesi di storia, architettura e arte che continua a ispirare e affascinare visitatori da tutto il mondo. È un luogo che non solo testimonia la grandezza del passato francese, ma offre anche una profonda comprensione dell’evoluzione dell’arte e dell’architettura europea.

 

Margherita Scalvini

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