Barovier&Toso partecipa a “Murano Illumina il Mondo” con due lampadari d’autore, progettati e creati per l’occasione. Piazza San Marco diventa teatro dell’evento che vede per la prima volta i riflettori puntati sul vetro di Murano al cospetto della Basilica. Promosso da The Venice Glass Week e Comune di Venezia, “Murano Illumina il Mondo” è un progetto espositivo al quale Barovier&Toso partecipa con orgoglio e sentito coinvolgimento.
Insieme ad altre otto fornaci muranesi, l’azienda illumina una sede veneziana d’eccezione, le volte delle Procuratie Vecchie, che si estendono per 152 metri dalla Torre dell’Orologio verso l’Ala Napoleonica, con un porticato di ben 50 arcate a tutto sesto. L’industria artigianale del vetro di Murano incontra l’arte contemporanea, dimostrandosi fucina di nuove idee e centro internazionale di sperimentazione e collaborazione. Dodici in totale gli artisti e i designer coinvolti nel progetto, scelti da un apposito Comitato Scientifico, composto da Rosa Barovier Mentasti, storica del vetro, David Landau, Trustee di Pentagram Stiftung, e Chiara Squarcina, Dirigente Area Attività Museali della Fondazione Musei Civici di Venezia. Per tutti gli artisti, l’invito è stato quello di reinterpretare e trasformare un oggetto di fruizione quotidiana, quale il lampadario, in una vera e propria opera d’arte.
Due i lampadari con i quali Barovier&Toso prende parte a questo intervento di arte pubblica unico al mondo. Si tratta di capolavori originali, realizzati rigorosamente per l’occasione, nati dalla collaborazione tra i maestri vetrai dell’azienda e tre artisti di fama internazionale, Giorgio Vigna, e il duo composto da Monica Guggisberg e Philip Baldwin. Con questo progetto artistico, Barovier&Toso torna a dimostrare le sue abilità artigianali, la sua attitudine alla sperimentazione e il suo spirito innovativo, rivolgendosi, nei prossimi tre mesi, ad una platea davvero vasta, fatta di persone provenienti da tutto il mondo.
SIPHONOPHERA, Giorgio Vigna
Realtà e immaginazione a confronto: si scrutano, si corteggiano, si muovono insieme. Ad orchestrare questo dialogo, che dà vita a Siphonophera, l’artista Giorgio Vigna, al cui fianco hanno camminato, congiuntamente, le maestranze esperte Barovier&Toso. L’esperienza secolare dell’azienda si unisce all’estro creativo dell’artista e la materia vitrea viene esplorata in modo diverso, battendo vie fuori dall’ordinario, per svelarne nuove possibilità. Profondo conoscitore di Venezia, città nella quale si è formato artisticamente, e del vetro, materiale che fa parte integrande della sua ricerca, Vigna sceglie, per questo progetto, di utilizzare il cristallo veneziano in modo scultoreo, combinandolo con l’acciaio.
Fonte d’ispirazione, il vento e l’acqua, elementi naturali che modellano la forma di Siphonophera, creando un senso di movimento e fluidità. La scultura luminosa sospesa sembra muoversi al ritmo del vento o ondeggiare nell’acqua, come una misteriosa creatura marina, evocando la natura nei suoi molteplici mondi e nei suoi aspetti primordiali. Gli elementi luminosi sono 42, uno diverso dall’altro, prismi irregolari unici, creati artigianalmente. Sono ottenuti per soffiatura e poi per molatura, lavorazione comunemente non utilizzata in fase di creazione dell’oggetto da Barovier&Toso, che basa la sua produzione principalmente sul lavoro in fornace, a caldo.
Dalla collaborazione con Vigna nasce invece questa grande novità per l’azienda, il vetro diamantato. La realizzazione di ogni pezzo ha richiesto, come primo step, la creazione, in fornace, di uno strato massiccio di vetro attorno ad una bolla soffiata, mediante parecchie levate successive, e, come seconda fase, nel reparto di moleria, un lungo processo di sottrazione, a freddo, necessario a definire tutte le facce. Il risultato è un oggetto complesso, multisfaccettato, cavo nella parte più interna, dove si nasconde il led.
Grazie alle caratteristiche geometriche degli elementi di cui è composta, Siphonophera produce effetti luminosi scomposti e asimmetrici, sia a luce accesa che spenta, generando un’atmosfera eterea e mutevole. Le centinaia di facce lucide, infatti, sono in grado di rifrangere la luce ambientale anche durante le ore diurne, facendo scintillare tutta la scultura in modo imprevedibile. A dare ancora più dinamicità alla sospensione è la sua struttura metallica, disegnata come la nervatura di una foglia, che raccorda e connette tra loro tutti gli elementi luminosi. La finitura in oro galvanizzato dell’acciaio esalta ulteriormente gli elementi in cristallo veneziano, regalando loro una sfumatura calda.
IL REDENTORE, Guggisberg&Baldwin
Arte e design, funzionalità ed espressione astratta. Barovier&Toso rivela un altro volto della sua expertise. Il lampadario disegnato da Philip Baldwin e Monica Guggisberg interpreta il paradigma alto artigianato-tecnologia attraverso un approccio innovativo alla materia e alla luce. La firma distintiva dei due artisti e designer, legati da un sodalizio di oltre quarant’anni, si manifesta tanto negli aspetti tecnici quanto in un lessico formale molto diretto, caratterizzato da linee chiare e da un accostamento di colori forte e vivace.
Il Redentore nasce in onore della famosa festa veneziana, tradizionalmente accompagnata da scenografici fuochi d’artificio. Un’esplosione di luci e colori: simbolicamente e iconograficamente questa l’ispirazione che anima la scultura luminosa. La sfida del progetto era quella di realizzare qualcosa di contemporaneo e classico, sobrio e appariscente, sia del 19° secolo che del 21°. Per ottenere questo si è lavorato per sottrazione, alla ricerca di una semplicità che desse voce alla luce in modo dirompente. Il lampadario è composto da 44 bracci in cristallo veneziano, posizionati su 3 livelli: al primo livello 8 bracci in verde antalia, al secondo 16 bracci sui toni del bluastro, più lunghi e più arcuati, e al terzo livello 20 bracci rossi, ancora più estesi e protesi verso l’alto.
Ogni canna ha un’anima colorata, alla quale, in fase di lavorazione, viene applicata la foglia argento, ricoperta poi da una levata di cristallo trasparente, dello spessore di circa 1 cm. Questa particolare stratificazione fa sì che il led, montato sulla testa del braccio, trasmetta la luce lungo tutta la lunghezza della canna, fino a raggiungerne la punta.
L’effetto luminoso dato dalla pluralità degli elementi risulta potente e dà vita ad uno strabiliante gioco di bagliori e riflessi. Le pagliuzze interne in argento, oltre a impreziosire il cristallo, regalano alla scultura un aspetto ancor più scintillante, anche di giorno. In verde, bluastro e rosso, le montature che accolgono i bracci sono del loro stesso colore, accentuando ulteriormente la forza cromatica all’intero lampadario. barovier.com
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