L’azalea è una pianta che da sempre è molto amata. Nel periodo in cui la primavera si annuncia, i garden si riempiono delle sue fioriture. Ma come si cura l’azalea?
La chiamiamo azalea ma il suo nome botanico è Rhodendron. Appartiene cioè ad un genere che vanta circa 1000 specie, comprese le infinite varietà e cultivar. In natura l’azalea riesce a crescere anche qualche metro, mentre le specie che coltiviamo in giardino (o in casa) si attestano su dimensioni più contenute. Senza ombra di dubbio è una delle piante ancora molto apprezzate agli inizi della primavera e, in giardino, averne qualche esemplare attribuisce sicuramente valore estetico. Non è una pianta difficile ma ci sono alcune regole da seguire per ottenere dalla cura dell’azalea, il meglio.
Origine e nomenclatura
Ci sono diverse provenienze dell’azalea: Asia (Giappone, India e Cina, la maggior parte) e America Settentrionale. Il genere Rhododendron solitamente si suddive in: rododendri sempreverdi, rododendri Vireya, azalee e azaleodendri. Difficile, data la vastità delle specie, stabilire esattamente il significato dell’epiteto specifico. Quello che è essenziale dire è che il nome deriva dal greco antico rhodon, “rosa” e dendron, “albero”.
Azalea, conoscerla meglio per la sua cura
L’azalea appartiene alla famiglia delle Ericaceae. È una pianta tendenzialmente rustica, ha un apparato radicale poco sviluppato in profondità e resiste alle basse temperature. In genere è sempreverde o semisempreverde. Alcune fra le azalee, invece, sono a foglia caduca. La sua altezza, in piena terra, arriva attorno ai 90-100 cm. Ne esistono anche alcuni ibridi profumati. La fioritura avviene all’inizio della primavera, non inverno come si crede. Sono altre le piante che possono dare colore e profumo al freddo. Nei casi più felici, comunque, si riesce a farla anche rifiorire a fine estate. Distinguerle è davvero problematico perchè, se non ha un nome cartellinato dal produttore al momento dell’acquisto, distrircarsi sul riconoscimento di una o dell’altra cultivar è pressochè impossibile. Si può dire, in ogni caso, che spesso quelle che si trovano a distese nei garden in determinati periodi dell’anno, sono piante forzate perchè si possano utilizzare fiorite anche in inverno in casa. In realtà l’azalea è soprattutto una pianta da esterno. Ci vuole non poca abilità per mantenerla in buona salute in casa e farla magari anche rifiorire.
Foglie
Le foglie di azalea sono in genere piccole, ovali e appena coriacee, con una leggera peluria sulla pagina inferiore delle foglie che è di colore scuro.
I fiori dell’azalea, un delicato incanto anno dopo anno
Hanno forma campanulata con lunghi stami (da cinque a sette rispetto a quelli di Rhodendron che ne hanno dieci e più) e ormai ci sono svariate forme – semplici e doppie – colorazioni, sfumature, screziature e cromie di ogni genere e con una picchiettatura in gradazione più scura, nella gola di alcuni petali di ciascun fiore. Possono essere di dimensioni diverse, dalle più piccole alle più grandi e sono portati sulla cima dello stelo a gruppi di tre. Spettacolari quelli dell’azalea mollis, un’azalea dal portamento prettamente arbustivo. È caducifolia e produce grandi fiori raccolti agli apici dei a mazzetti che si dispongono tutt’attorno l’apice del ramo e dagli stami molto più lunghi rispetto alle altre azalee.
Terreno prediletto dall’azalea
L’azalea necessita soprattutto di una certa cura nella valutazione del substrato e nella preparazione della buca di impianto. Sono fattori che determinano il successo di coltivazione. È un’acidofila, quindi ama i terreni a pH acido, umiferi e soffici, ricchi di materia organica, come quelli, cioè, dove nasce spontanea ai piedi degli alberi. Pertanto, è consigliabile terriccio da acidofile mescolato a terriccio di foglie.
Azalea: la cura del substrato
Se si tiene particolarmente all’avere cura dell’azalea, l’ideale sarebbe raccogliere terriccio in un bosco di faggi o di conifere e mescolarlo al terriccio per acidofile che si acquista. È consigliabile anche fare una pacciamatura al piede dell’azalea con il terriccio di foglie come descritto, una volta l’anno. Al momento della messa a dimora dell’azalea, serve avere cura di effettuare una buca più larga che profonda proprio perchè le sue radici lavorano maggiormente in orizzontale più che in profondità. Pertanto, allargare la buca almeno di due volte la grandezza del vaso e una/una e mezza la profondità. Collocata la pianta, riempire col composto di terricci fino a livello del colletto.
Esposizione e temperatura
L’azalea non vuole sole diretto. Può accettare il sole filtrato e solo al mattino. Tendenzialmente è una pianta da mezz’ombra. Altresì ama i terreni che mantengono un certo grado di umidità. Sopporta bene il freddo, in generale. Solo alcune cultivar sono più sensibili ma solitamente il produttore lo specifica sul cartellino di acquisto.
Irrigazione dell’azalea: cura indispensabile
Come tutte le acidofile, l’azalea teme il calcare dell’acqua. Pertanto, in caso si debba intervenire a irrigare, l’ideale sarebbe acqua decalcificata (non distillata) o fatta riposare almeno una notte prima di somministrarla. Necessita di un buon drenaggio ma ha bisogno di sentire l’umidità.
Propagazione
L’azalea si riproduce per talea semilegnosa o per propaggine. In quesgto caso, si utilizzano rami basali e tendenzialmente flessibili, si tolgono almeno un paio di giri di foglie nel punto che si vuole mettere a contatto col terreno, si pratica una leggera incisione e si fissa a terra con un picchetto. Si taglia non appena l’azalea si è riprodotta e lo si vede dall’emissione di nuove voglie. Tale operazione richiede circa un paio di anni.
Concimazione dell’azalea
Non necessita di particolari concimazioni. Si deve intervenire soprattutto nel periodo della fioritura una o due volte al massimo in tutto l’arco temporale. L’ideale è utilizzare un concime per acidofile.
Azalea, cura: potature
Non sono necessarie potature, per l’azalea. Si può invece intervenire dopo la fioritura con una leggera cimatura degli apici, così da stimolare la pianta a emettere nuove gemme basali in modo di mantenere una forma piena all’arbusto.
Avversità dell’azalea
Sicuramente il peggior nemico di un’azalea, è il calcare. Può danneggiarla al punto di farla morire. Se è coltivata in piena terra il primo segnale è la clorosi che si evidenzia dalle foglie che tendono a diventare gialle mantenendo le nervature verdi. In questo caso somministrare ferro chelato o farsi consigliare in un garden per il prodotto più idoneo. Parassiti che la attaccano, sono a volte la cocciniglia o i minatori foliari.
Azalea, la cura in casa
L’azalea fiorisce in primavera ma, appunto, viene forzata in vivaio perchè fiorisca già nel periodo natalizio e in inverno e perchè si coltivi in casa. Il caldo delle abitazioni, invece, costituisce un ulteriore elemento di stress. La cura necessaria all’azalea, perciò, è che le si trovi una collocazione nell’ambiente meno caldo della casa. Serve che ci sia sufficiente luce ma senza insolazione diretta e che si mantenga umido il substrato. Un buon metodo è quello di lasciare acqua nel sottovaso e rabboccare di giorno in giorno in base a quanta ne assorbe per risalita la pianta. Appena sfiorita è preferibile collocarla in un ambiente un po’ più freddo (tipo un pianerottolo se ben illuminato) e asportare lo sfiorito. Se con questa cura che le necessita per superare lo stress della forzatura, si riesce a farle superare l’inverno, allora sarà possibile la messa a dimora anche in un vaso più grande e lasciarla all’esterno o, dove possibile, coltivarla in piena terra.
Caratteristiche di Rhododendron azalea
- Tipo di pianta: arbusto, perenne, sempreverde, semisempreverde o caducifolia
- Nome botanico: Rhodonderon azalea
- Famiglia: Ericaceae
- Origine: Asia, America Settentrionale
- Dimensioni: dai 50-60 cm di altezza fino al metro; larghezza dai 40-50 cm ai 60 circa
- Colore dei fiori: multicolori, screziati e sfumati
- Foglie: piccole, ovaliformi e con una leggera peluria sulla pagina inferiore
- Periodo di fioritura: primavera
- Esposizione: mezz’ombra
- Resistenza al freddo: buona
- Tossicità per animali e bambini: tossica per entrambi; fra gli animali in particolare per i gatti
Ivana Fabris
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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