Superare il Limes a Barcellona: merito di Edoardo Tresoldi
Dal 4 Dicembre osserva Barcellona ragionando sull’interazione tra arte pubblica e sentimento umano: è Limes, l’ultima opera site-specific realizzata dal giovane scultore italiano Edoardo Tresoldi.
L’occasione è il venticinquesimo anniversario de L’Illa Diagonal, il prestigioso shopping center catalano progettato da Rafael Moneo – che è un Premio Pitzker – e da Manuel de Solà-Morales. Fino al 26 Gennaio l’opera made in Italy svetterà sulla copertura dell’edificio, che è affacciato sulla centralissima Avinguda Diagonal, per poi essere allestita negli interni di questo complesso architettonico che ha fatto la storia della città spagnola, vincendo diversi premi internazionali come il FAD Architecture Award nel 1994.
Accogliere la provocazione, per riscoprirsi umani: è la scultura di Edoardo Tresoldi
L’opera è studiata per estendersi interamente nel punto più alto dell’edificio, lungo ben 56 metri, sfruttandone a pieno le sue peculiarità, come lo sviluppo angolare. Il risultato è un’opera dinamica composta da sei volumi trasparenti. Alti 5,50 metri, sono disposti in maniera articolata lungo il margine della copertura diventando materia vivida da cui emergono volti scultorei imponenti, ritmici e magnificenti.
Tali volumi plastici creati a partire dai vuoti, infatti, dialogano con le tensioni figurative massicce generate da L’Illa stessa, che diventa così teatro di un nuovo concetto di arte urbana elaborato da Tresoldi, che segna con questa opera un ritorno alla poetica della scultura figurativa.
Il risultato è una commistione di arte provocatoria, architettura immateriale e riflessione sulle interazioni umane a trecentosessanta gradi – l’opera è d’altronde inserita nel contesto di un centro commerciale, simbolo assoluto dell’uomo come animale sociale.
Una lezione da imparare
A partire dal titolo stesso dell’opera, infatti, è insita una riflessione sull’attraversamento di confini e di barriere: è un monito a cedere alle lusinghe dell’apertura della mente, conditio sine qua non per fruire appieno dell’Arte. Lo stimolo è quello a cambiare prospettiva e a non fossilizzarli, per non cedere all’assopimento della ricezione: il diverso orientamento dei volti, infatti, costringe al movimento e mette costantemente in discussione il suo essere-nel-mondo.
Pur mutevole, effimera e scenografica, Limes riesce così a fondere il vocabolario dell’astrazione artistica con la concretezza della tensione volumetrica, aprendo costantemente un dialogo – tutto personale – con chi la osserva.