Può la botanica diventare poesia? Certo! L’importante è che a farlo sia un grande conoscitore delle foreste tropicali, un instancabile esploratore da oltre quarant’anni, ovvero Francis Hallé che per L’Ippocampo Edizioni ha pubblicato Atlante di botanica poetica.
Viaggio illustrato alla scoperta delle piante non comuni
Un taccuino per gli schizzi e tante avventure. Sono questi gli elementi da cui è scaturito l’Atlante di botanica poetica, libro-viaggio illustrato alla scoperta delle piante non comuni che Francis Hallé ha incontrato nel corso degli anni. In realtà, non sono tutte quelle che costellano gli innumerevoli quaderni raccolti nel tempo nello studio del botanico a Montpellier, ma solo una selezione delle più strane, bizzarre, sorprendenti e incredibili.
Atlante di botanica poetica niente affatto scontato
Così, da un capo all’altro del mondo, tra aneddoti curiosi e nomi scientifici, si scopre che in Cina, nel 1989, Hallé incontrò per la prima volta la Codariocalyx motorius ovvero la pianta che, a suon di musica, danza. In Argentina, invece, ecco le Solanaceae sotterranee: un tappetto maestoso di foglie capaci di adattarsi all’ambiente in modi che se sfuggono alla nostra capacità di comprensione, affascinano la nostra immaginazione.
In una lettura che non deve essere sequenziale, l’Atlante di botanica poetica svela le esuberanti, enigmatiche, sorprendenti, meraviglie della flora. E, tra le righe di questo insospettato «gabinetto delle curiosità», ecco spuntare il messaggio più forte: l’attenzione e la protezione sempre più necessaria di queste specie così a rischio.
«Non esiste nessuna tecnologia, neppure la più sofisticata, che raggiunga la complessità e la perfezione degli alberi» Francis Hallé