Motiscause – un percorso tra carta, linee, colori e suoni
Nello scorso mese di gennaio, pubblicando una serie di post su artisti italiani di valore, abbiamo parlato di Michele Rossi – alias Motiscause – e del suo progetto creativo, in sinergia con Francesca Regni.
Due italiani a Barcellona, in una metropoli europea che sperimenta e costruisce nuovi mix sociali e culturali e che, pure in un periodo un po’ complicato, continua a proporsi come catalizzatore di idee.
La nuova personale di Motiscause ha preso il via, il 9 novembre, presso la galleria d’arte contemporanea h2o della città catalana e si protrarrà sino a includere il mese di dicembre (feste natalizie escluse).
L’esposizione e le opere
Il titolo della mostra è “Riflessioni in uno spazio (clandestino)” e si configura come un viaggio che cammina sul mood dell’equilibrio, dell’armonia e dell’estetica.
L’intero percorso espositivo è un’installazione, costruita con gli elementi costitutivi dell’arte di Michele, camminando sul fil rouge della tecnica espressiva a lui più vicina: il disegno.
I suoi lavori sono intrisi di senso della narrazione, la stessa linfa che pervade altre espressioni creative, come la fotografia, il cinema o la letteratura. Raccontare storie è il mezzo e, nel contempo, il fine del suo segno estetico.
Durante la visita, si incontrano 4 segmenti espressivi, come altrettanti elementi costitutivi dell’assieme.
Vediamo i disegni “Interferenze” – connessioni e sovrapposizioni tra linee e punti sovrapposti – e passiamo in mezzo ai “Sons de Paper” – tre grandi fogli di carta di 4 metri per 2, costruiti a mano dall’artista, arricchiti dai suoi colori e accompagnati dal suono della carta, registrato durante il lavoro … un sussurro che ci invita a cercare dettagli e particolari.
Troviamo le “Città” – rappresentate nella notte, nella tormenta, tra i sipari della nebbia, che, a proposito di narrazione, mi hanno fatto pensare alle “Città invisibili” di Italo Calvino. Sono disegnate (cito la comunicazione), come:
… mastodontici velieri che navigano nell’oceano dell’esistenza. Da lontano ci riempiono di melancolia o a volte di tristezza, però mai ci lasciano indifferenti …
Infine, avviciniamo “L’autoritratto”, una sorta di firma-presenza, come il cameo di un regista, a chiosa dell’intera installazione.
L’artista
Riportiamo qui qualche nota biografica di Motiscause, rimandandovi anche all’articolo linkato più sopra.
Michele Rossi è nato, nel 1966, a Pisa e si è formato all’Istituto Europeo del Design di Milano e alla facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, annoverando, tra i suoi maestri, il celebre Bruno Munari.
Ha esposto in gallerie prestigiose e in location internazionali , come Shangai, New York e Madrid. Nel 2015, è stato selezionato al Museo del Design di Barcellona per la mostra collettiva “Sintesi ’90”.
A cavallo tra il 2013 e il 2014, ha fatto parte della giuria di docenti che dirige i workshop di architettura e disegno presso la Fondazione Enric Miralles (Barcellona).
Lavora con diverse tecniche espressive: disegno, pittura, scultura e installazioni, oltre che nel campo del design e della progettazione di spazi.
Dal 2012, Motiscause vive e lavora a Barcellona, dove, con Francesca Regni, ha basato il progetto artistico Studio Motiscause.
Francesca, esperta d’arte contemporanea e di comunicazione, è anche la curatrice della nuova mostra.
Per i credits, le immagini della cover e della galleria ci sono state gentilmente offerte da Francesca Regni.