Ungaretti è testimonial importante di “GO! 2025. Nova Gorica / Gorizia capitale europea della cultura”. Un ampio progetto, ideato e curato da Marco Goldin, verrà dedicato al grande poeta Giuseppe Ungaretti e al Carso dove egli combatté nel corso della Prima guerra mondiale. Sfocerà nella doppia mostra che introdurrà i programmi pensati per “Nova Gorica / Gorizia capitale europea della cultura 2025”. “Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia” si svilupperà tra Gorizia (Museo di Santa Chiara) e Monfalcone (Galleria comunale d’arte contemporanea).
Il progetto è promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dai Comuni di Gorizia e Monfalcone, con la partecipazione di PromoTurismo FVG e l’organizzazione di Linea d’ombra. A Gorizia si svolgerà il racconto della storia di Giuseppe Ungaretti, poeta e soldato, durante la Prima guerra mondiale, tra la fine del 1915 e la fine del 1917, prima del suo trasferimento sul fronte francese. Ciò avverrà anche attraverso la rilettura dei luoghi ungarettiani sul Carso, con decine di quadri realizzati appositamente da dodici pittori contemporanei italiani.
Oltre a questo, le ricerche letterarie – compresa la ripubblicazione in forma anastatica di tutte le poesie de Il porto sepolto – storiche, fotografiche e sulla morfologia carsica porteranno a una mostra con ampio utilizzo di stazioni multimediali, anche con nuovi documentari creati per la circostanza. Da uno, più ampio, di introduzione generale ad altri con approfondimenti sulla storia delle battaglie e sulla stesura delle poesie.
La presenza “fisica” della guerra si mostrerà con le varie vetrine che conterranno oggetti e uniformi di quel tempo, grazie alla collaborazione con il Museo della Grande guerra proprio di Gorizia. A legare in modo compiuto l’esposizione di Gorizia con quella di Monfalcone sarà un libro che ne diventerà il catalogo. Quasi 500 pagine con tanti saggi specifici e un ricchissimo apparato iconografico. Il saggio sulla pittura negli anni dieci nelle Venezie è stato affidato ad Alessandro Del Puppo.
La mostra nella sede di Monfalcone sarà il suggestivo contraltare di quella goriziana, attraverso il racconto dell’arte che nelle Venezie si sviluppò nel secondo decennio del Novecento, dunque negli anni stessi in cui il poeta si trovava sul Carso e scriveva quelle poesie così straordinariamente nuove. Dire anni dieci nelle Venezie significa dire soprattutto Ca’ Pesaro, il luogo primo dell’avanguardia italiana, palazzo nelle cui mostre, dirette dal mitico Nino Barbantini, confluivano autori veneti, trentini e dell’attuale Friuli Venezia Giulia, oltre a “ospiti” esterni del calibro per esempio di Umberto Boccioni e Felice Casorati.
Non mancheranno nella sede di Monfalcone anche figure importanti per la regione Friuli Venezia Giulia stessa, come per esempio i triestini Gino Parin e Edgardo Sambo Cappelletto, oltre a Guido Marussig, anche lui nato a Trieste, che di Ca’ Pesaro fu una delle iniziali colonne portanti, con le sue sei partecipazioni dalle due mostre del 1908 fino a quella del 1913. L’esposizione che sarà ospitata nelle sale della Galleria comunale d’arte contemporanea di Monfalcone, con una cinquantina tra dipinti e le sculture di Arturo Martini, avrà quindi i caratteri di un vero e proprio affresco, a dire di un’epoca con i caratteri dell’eccezionalità per gli autori che vi saranno inseriti, e seguirà quel secondo decennio del secolo.
Il punto di partenza sarà con la figura di Umberto Boccioni, che tra l’altro nella mostra estiva del 1910 a Ca’ Pesaro è presente con 42 opere, in quella che fu una vera e propria personale. Accanto alla sua, la seconda presenza fondamentale extra vagante rispetto al territorio delle Venezie è quella di Felice Casorati, che soprattutto nella mostra capesarina del 1913 fa la parte del leone, con 41 opere. Boccioni e Casorati saranno quindi il punto di partenza della rassegna a Monfalcone.
A seguire, un panorama fatto di altri artisti che hanno reso in quel decennio la pittura nelle Venezie tra le più avanzate d’Italia. Ovviamente dai due capofila, Gino Rossi con i suoi quadri e Arturo Martini con le sue sculture. E poi altri nomi come quelli di Umberto Moggioli e Pio Semeghini, Aldo Voltolin e Nino Springolo solo per dire di alcuni. Quello che ne uscirà sarà un panorama alto dell’arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso, a dire come anche nel momento delle battaglie e delle tragedie la forza dell’arte continuasse a vivere nei territori circostanti.
Un’area importante della mostra sarà quella, in un’ampia sala al piano superiore della Galleria comunale d’arte contemporanea di Monfalcone, dedicata ai paesaggi di Gino Rossi e Umberto Moggioli. In questa sala vivrà, attraverso una ventina di opere importanti di entrambi questi artisti, la bellezza del paesaggio buranello e della laguna, ma anche delle affascinanti colline asolane dipinte sia da Rossi sia da Moggioli.
Si tratterà della specificità maggiore e più ricercata all’interno del percorso espositivo. Gino Rossi e Umberto Moggioli come emblemi di quel momento irripetibile per la pittura italiana dell’inizio del secolo, quando Burano e le altre isole diventarono una sorta di Tahiti davanti a San Marco. La mostra poi continuerà anche con una piccola selezione dei dipinti degli autori contemporanei che si vedranno a Gorizia nel Museo di Santa Chiara, per dare così anche dal punto di vista pittorico il forte senso di una continuità tra le due sedi. wikipedia.org
Potrebbe interessare anche: