Con il suo slancio verso il cielo, la leggerezza percettiva delle strutture a contrafforti e la luminosità delle vetrate policrome, l’architettura gotica ha recitato un ruolo da protagonista nella storia dell’arte europea, a partire dal XII secolo d.C., per arrivare fino alle soglie della modernità in forme che, conservando lo spirito delle origini, si sono evolute per adattarsi al mutamento del contesto storico e artistico.
A causa della caratterizzazione iconica dei suoi stilemi (guglie, contrafforti, vetrate policrome, archi a sesto acuto) e dell’opera di grande citazionismo realizzata dagli architetti nel corso dei secoli, spesso si confondono esperienze genuine di architettura gotica con altre che, da un punto di vista rigorosamente storiografico possono essere ascritte con più precisione a forme, più o meno pregevoli di revival. Per questo motivo, è opportuno definire in maniera precisa cosa si intenda per stile gotico in architettura.
Etimologia: la maniera mostruosa e barbara trovata dai Goti
Il termine arte gotica fu coniato durante il Rinascimento, da studiosi e artisti italiani della cerchia degli Umanisti. Questi infatti intendevano indicare in modo dispregiativo lo stile architettonico e artistico del Medioevo che precedeva il Rinascimento (che nel suo tesso nome indica un riscatto dalla decadenza dei secoli precedenti). Tra i principali critici di questo stile, spicca lo storico dell’arte e architetto Giorgio Vasari (1511-1574), che utilizzò il termine gotico per definire “mostruosa e barbara la maniera trovata dai Goti”.
L’architettura medievale nel suo complesso veniva così, per via di metafora, associata ai Goti, i popoli germanici considerati barbari e responsabili della distruzione della civiltà classica. Il termine venne inizialmente utilizzato per definire lo stile calligrafico, spigoloso e disarmonico del medioevo in contrapposizione alla grazia della scrittura capitale romana delle grandi iscrizioni di epoca imperiale. Successivamente vene applicato, innanzitutto all’architettura e poi, per estensione, anche alla pittura, alla scultura e alle arti decorative.
Origini dello stile gotico in architettura
A differenza dell’architettura romanica, che aveva avuto origine attorno all’inizio del XII secolo in una pluralità di centri, l’architettura gotica ha un unico centro di irradiazione: i territori dominati dai Normanni tra il nord della Francia e l’Inghilterra. Questo perchè essa è emanazione diretta della monarchia, di origine scandinava, al potere in territorio francese dal 911, quando il re Franco, Carlo III il Semplice concesse un ampio territorio e il titolo di Duca al capo vichingo Rollone e in Inghilterra dal 1066, a seguito della vittoria di Guglielmo il Conquistatore sul re Sassone, Harold, che determinò il passaggio della regalità dai sassoni ai normanni.
Per ottenere la concessione del Ducato di Normandia, i vichinghi dovettero convertirsi al cristianesimo e nel periodo in cui arrivarono in Inghilterra questo processo era ormai consolidato. Per questo iniziò un’opera di costruzione di chiese e abbazie, in Normandia e Inghilterra, secondo una nuova concezione architettonica, affatto diversa da quella derivante dall’involuzione e semplificazione di quella classica, allora dominante. L’architettura dell’alto medioevo infatti era condizionata dalla perdita di capacità costruttiva, dovuta al periodo di indubbio declino dovuto alle invasioni barbariche.
Le basiliche di quel periodo erano costruite con massicce murature in pietra, prive di finestre e soprattutto con tetti in legno, che mal si adattavano alla grandiosità che, per questioni teologiche, i luoghi di culto dovevano manifestare. Non erano infatti più disponibili le conoscenze necessarie per costruire le ampie cupole delle architetture di epoca imperiale.
Gli architetti romanici cercarono di risolvere questo problema con la costruzione di pilastri formidabili in grado di reggere il peso rilevante delle coperture in pietra. Una soluzione che tuttavia restituiva un senso di ancoraggio materiale al terreno e forme tozze che non potevano esprimere quello slancio verso l’immateriale, segno della tensione verso il regno dei cieli, sicuramente più aderente alla simbologia cristiana.
Per risolvere questo problema, architetti normanni adottarono un’altra soluzione, alla base dello stile gotico in architettura. Si accorsero infatti che non era necessario porre solide basi per reggere il peso della copertura. Sarebbe stato sufficiente ridurlo. Per farlo, bastava lanciare attraverso lo spazio da coprire solide nervature, i costoloni, appoggiate sui muri e riempire le sezioni triangolari risultanti dalla loro intersezione con materiale più leggero.
L’arco a sesto acuto, tendente verso l’alto, poté così sostituire la timida volta a botte, consentendo di regalare lo slancio verso che ancora oggi non mette di affascinarci e creare stupore. Questa fondamentale innovazione tecnologica consentì agli architetti normanni di enfatizzare ancora di più la ricerca di leggerezza percettiva dell’edificio, applicando il principio di svuotamento della volta anche ai muri portanti, grazie all’introduzione dei contrafforti e degli archi rampanti.
I contrafforti sono strutture separate o semi-separate dal corpo principale dell’edificio con funzione strutturale, che distribuiscono il peso e le spinte laterali delle volte verso pilastri esterni, permettendo di costruire muri più sottili e grandi finestre, come le vetrate policrome. I contrafforti esterni venivano poi collegati mura principali (spesso sopra la navata o il coro) mediante archi rampanti, di forma inclinata o curvata.
Grazie alla possibilità di alleggerire i muri portanti garantita da contrafforti e archi rampanti, eteree vetrate sostituirono così i massici muri in pietra privi di apertura delle basiliche alto medioevali, enfatizzando così, con ancora maggior forza attraverso la trasparenza e giochi di pieno e vuoto, la verticalità e la leggerezza visiva delle nuove chiese.
Oltre alla sua funzione strutturale, il sistema dei contrafforti, chiaramente visibili e decorati con guglie, sculture e pinnacoli costruì anche un importante elemento estetico in grado di enfatizzare la leggerezza percettiva dell’architettura e rendendo visibile la sua nervatura, il sistema di forze implicate nella sua statica. Questi nuovi principi, che erano già stati testati nel corso del secolo in Normandia, vennero applicati per la prima volta in maniera magistrale nella Cattedrale di Durham (1093-1128), nel nord est dell’Inghilterra, che è considerata il primo esempio compiuto dello stile gotico in architettura e venne iniziata meno di 30 anni dopo la battaglia di Hastings.
L’affermazione dell’architettura gotica
Se nel romanico e nell’architettura palatina, ancora dominante nei domini del domini imperiali tedeschi, prevaleva l’effetto volumetrico, nello stile gotico in architettura iniziò a prevalere la linea che andava a definire forme in tensione e audacemente slanciate. Dal punto di vista espressivo, questo puntare verso l’alto suggerisce una intensa aspirazione alla trascendenza. Non risulta difficile pensare come la popolazione dei domini Normanni in Inghilterra abbia accolto l’edificazione di questo capolavoro.
Abituati a vivere in piccole abitazioni di legno e paglia e abituati a vedere poche murature in pietra, a piccole chiese che invitavano al raccoglimento più che alla trascendenza e architetture gentilizia dalle solide e possenti in pietra, sicuramente la Cattedrale ha destato un senso di ammirazione verso le capacità della classe dominante. Nonostante questo iniziale significato politico, ben presto le cattedrali iniziarono ad assumere un significato diverso, diventando espressione tangibile del prestigio della comunità e in particolare della nascente classe borghese e mercantile.
A partire dalla metà del XII secolo lo stile gotico in architettura iniziò a diffondersi in maniera capillare in Francia, segnando uno stacco, anche dal punto di vista estetico, dalla cultura palatina che da quel momento continuò a prosperare (anche se ancora per poco) solo in Germania.
Questo fenomeno è legato al consolidamento del regno dei Capetingi su tutta la Francia, che favorì la costruzione delle grandi cattedrali gotiche. I finanziamenti per queste imponenti opere provenivano principalmente dalle donazioni dei fedeli, sia in denaro che in manodopera, a cui si aggiungevano somme ricavate dalle entrate delle diocesi. Quando le risorse scarseggiavano, i lavori subivano rallentamenti o si interrompevano del tutto. Questo spiega perché i tempi di costruzione delle cattedrali variavano notevolmente: dalla cattedrale di Chartres, completata in circa 26 anni, alla cattedrale di Bourges, che richiese circa 60 anni.
I capolavori dell’architettura gotica dal XII al XIV secolo in Francia e Inghilterra:
- Abbazia di Saint-Denis (Iniziata nel 1135, principali lavori completati nel 1144): situata nei pressi di Parigi, è considerata il primo esempio di architettura gotica in Francia grazie all’uso innovativo di archi a sesto acuto, volte a crociera ogivale e grandi vetrate. Rappresenta il punto di partenza dello stile gotico.
- Cattedrale di Strasburgo (Iniziata nel 1015, completata nel XIV secolo): famosa per la sua alta guglia e il mix di gotico tedesco e francese.
- Cattedrale di Canterbury (Ricostruita dal 1174 al XIV secolo): celebre per le sue vetrate e la struttura interna imponente, è una delle sedi religiose più importanti d’Inghilterra.
- Cattedrale di Lincoln (Ricostruita dal 1185 al 1311): nota per le sue volte a costoloni e la “Great East Window”, rappresenta un punto culminante del gotico inglese.
- Cattedrale di Chartres (Costruita tra il 1194 e il 1250): rinomata per le sue vetrate originali e lo stile gotico puro.
- Cattedrale di Bourges (Costruita tra il 1195 e il 1255):caratterizzata da cinque navate e splendide vetrate.
- Cattedrale di Salisbury (Costruita tra il 1220 e il 1258): esempio di gotico inglese primitivo, con la guglia più alta d’Inghilterra.
- Cattedrale di Amiens (Costruita tra il 1220 e il 1270): la più grande cattedrale gotica di Francia, con decorazioni scultoree molto elaborate.
- Cattedrale di Reims (Costruita tra il 1211 e il 1275): luogo di incoronazione dei re di Francia, nota per la ricca decorazione scultorea.
- Abbazia di Westminster (Ricostruita dal 1245 al XIV secolo): icona del gotico inglese, sede di incoronazioni e sepolture reali, con volte a ventaglio spettacolari.
- Cattedrale di Wells (Costruita tra il 1175 e il XIV secolo): conosciuta per la sua straordinaria facciata scolpita e l’uso innovativo della luce.
- Cattedrale di Notre-Dame di Parigi (costruita tra il 1163 e il 1345): è una delle più celebri opere dell’architettura gotica, simbolo spirituale e culturale non solo della Francia, ma dell’intera Europa. Situata sull’Île de la Cité, nel cuore della capitale francese, questa cattedrale ha attraversato i secoli come emblema della fede cristiana e dell’arte medievale.
I Maestri delle Cattedrali Gotiche
Gli architetti responsabili delle cattedrali gotiche venivano spesso selezionati tra gli scalpellini più esperti. I cantieri delle cattedrali coinvolgevano una varietà di figure professionali altamente specializzate: un maestro muratore, un carpentiere, un fabbro, uno scultore, un idraulico e un vetraio, ciascuno con un ruolo chiave nella realizzazione dell’opera. Gli artigiani apprendevano il mestiere attraverso lunghi periodi di apprendistato e lavorando in diversi cantieri, dove potevano acquisire competenze e conoscere le ultime innovazioni.
L’architetto aveva il compito di presentare al vescovo e al capitolo della cattedrale il progetto della chiesa, completo di pianta e modello. Dopo l’approvazione, era responsabile della direzione dei lavori: supervisionava il taglio della pietra, organizzava le attività nel cantiere, preparava i disegni per le decorazioni e le iconografie e selezionava i materiali da utilizzare. Per la gestione economica del progetto, un canonico veniva incaricato di amministrare i fondi, negoziare gli acquisti e garantire i pagamenti all’architetto, ai collaboratori e agli operai.
L’architettura gotica in Italia
A partire dall’inizio del XIII secolo, il gotico, giunto dalla Francia dove aveva già rivoluzionato l’architettura con innovazioni tecniche e stilistiche, fece il suo ingresso in Italia. Inizialmente, le nuove forme vennero introdotte attraverso le sedi religiose dei Cistercensi, successivamente adottate dai nuovi ordini religiosi, come Francescani e Domenicani, oltre che dalla Chiesa secolare. Tuttavia, il gotico italiano si presentò quasi sempre in una versione attenuata rispetto ai modelli transalpini, mantenendo un forte legame con la tradizione locale.
Lo stile gotico in Italia rappresentò un fenomeno di importazione, principalmente dalla Francia. Alcuni elementi innovativi erano già stati utilizzati nell’architettura romanica lombarda e meridionale, ma fu soprattutto attraverso gli edifici cistercensi delle regioni centrali che si sviluppò il legame più diretto con il gotico.
Nel XII secolo, i Cistercensi avevano elaborato, nella loro casa madre di Clairvaux e in altre abbazie, un linguaggio architettonico che combinava il romanico borgognone con un nuovo approccio geometrico e un uso innovativo della luce. Questo stile, basato su spazi misurabili e forme precise, diede vita a un protogotico alternativo rispetto ai grandi cantieri delle cattedrali dell’Île-de-France.
Tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, con la fondazione di abbazie cistercensi in Italia, queste caratteristiche si diffusero nel Lazio, in Abruzzo e in Toscana. Esempi significativi furono l’abbazia di Fossanova, consacrata nel 1208 e iniziata nel 1187, quella di Casamari, realizzata tra il 1202 e il 1217, e San Galgano, iniziata nel 1218 e consacrata nel 1288. L’architettura cistercense si intrecciò con le tradizioni romaniche locali e con influenze del gotico classico francese, soprattutto nelle regioni culturalmente più vicine all’Europa settentrionale.
Dai primi decenni del XIII secolo, il gotico si diffuse in Italia, soprattutto in ambito religioso. Gli ordini mendicanti, come Francescani e Domenicani, adottarono questo stile per le loro chiese, ma presto il gotico venne utilizzato anche per le cattedrali e altri edifici del clero secolare. Tuttavia, in Italia lo stile venne sempre reinterpretato, con forme meno slanciate rispetto ai modelli originali. Questo approccio, definito talvolta in modo critico come Reduktionstil, si tradusse in un compromesso tra innovazione e tradizione.
L’architettura gotica italiana conservò spesso la solidità delle mura, preferite per il loro ruolo di supporto pittorico, e ridusse l’uso di grandi vetrate e traforatore. Anche la decorazione scultorea, sia figurativa che lineare, venne impiegata in misura minore rispetto al gotico transalpino. Esempi di questo adattamento si trovano nella chiesa di San Francesco a Bologna (1236-1263), dove l’abside con deambulatorio e cappelle radiali si combina con una facciata a capanna decorata da archetti romanico-lombardi.
Un tratto distintivo del gotico italiano fu l’adattamento dei modelli esterni alle tradizioni locali. Questo si rifletté nell’uso di materiali come il laterizio, che conferiva agli edifici un aspetto più massiccio e meno slanciato rispetto alle cattedrali in pietra del nord Europa. Anche la pratica toscana di utilizzare fasce marmoree orizzontali enfatizzò l’orizzontalità, comprimendo ulteriormente le aspirazioni verticali del gotico.
Nel XIII secolo, le città italiane videro una profonda trasformazione urbanistica, con il rinnovo delle mura cittadine e la costruzione di palazzi comunali. Questi edifici, come il Palazzo Pubblico di Siena o il Palazzo Vecchio a Firenze, adottarono elementi gotici come finestre e archi ogivali, ma mantennero le forme romaniche tradizionali, riflettendo un equilibrio tra innovazione e identità locale.
Il Tardo gotico (o gotico internazionale)
Il tardo gotico, noto anche come gotico internazionale, rappresentò l’ultima fase dello stile gotico in architettura, sviluppatasi tra il XIV e il XV secolo in Europa. Questa tendenza a si caratterizzò per la raffinata decorazione, la complessità delle forme e un’eleganza stilistica che rifletté l’influenza culturale delle corti e delle città mercantili dell’epoca. In questo articolo, esploreremo le principali caratteristiche del tardo gotico, i suoi esempi più significativi e il suo impatto sul panorama architettonico europeo.
Il tardo gotico emerse in un periodo di grandi trasformazioni sociali, economiche e culturali. L’Europa del XIV e XV secolo fu segnata dalla crescita delle città, dall’espansione del commercio e dall’ascesa delle corti principesche. Questi fattori contribuirono a uno stile architettonico che combinò la tradizione gotica con una maggiore attenzione ai dettagli decorativi e alla ricerca di eleganza.
Il termine gotico internazionale si riferì alla diffusione di questo stile in tutta Europa, con declinazioni regionali che rifletterono le specifiche tradizioni locali.
Il tardo gotico si distinse dallo stile gotico precedente per una serie di innovazioni e peculiarità stilistiche, tra cui:
- Decorazioni elaborate: la ricchezza decorativa raggiunse il suo apice con l’uso di pinnacoli, trafori intricati, guglie e sculture minuziose.
- Forme Flamboyant: in Francia e in altre regioni, lo stile assunse caratteristiche flamboyant (fiammeggianti), con motivi che richiamarono linee sinuose e dinamiche, visibili in elementi come le finestre e le balaustre.
- Uso innovativo della luce: l’ampliamento delle finestre e l’introduzione di vetrate più elaborate trasformarono gli interni in spazi luminosi e colorati.
- Archi e volte complessi: gli archi e le volte assunsero disegni sempre più articolati, con volte a ventaglio e nervature intrecciate, che conferirono agli spazi interni un’atmosfera drammatica e sofisticata.
- Influenze regionali: lo stile si adattò alle tradizioni locali, creando varianti uniche come il gotico fiorito in Inghilterra, il gotico veneziano in Italia e il manuelino in Portogallo. In Italia, a partire dal 1380 circa lo stile gotico si evolse ulteriormente, sviluppando spazi interni più liberi e valorizzando elementi orizzontali. Questo approccio limitò la verticalità tipica del gotico europeo, che trovò espressione solo in alcune aree specifiche, come Venezia. Qui, il gotico tardivo si mescolò con influenze orientali, dando vita a capolavori come il Palazzo Ducale (completato nel 1404) e la Ca’ d’Oro (circa 1420). Nel resto d’Italia, invece, si assistette a una progressiva transizione verso il Rinascimento. Architetti come Antonio di Vincenzo a Bologna e opere come la Loggia dei Lanzi a Firenze prefigurarono il ritorno all’ordine e la riscoperta delle forme classiche. Il Duomo di Milano, iniziato nel 1386, rappresentò un’eccezione: influenzato dai modelli francesi e centroeuropei, rimase uno degli esempi più significativi di gotico internazionale in Italia.
Tra i capolavori del tardo-gotico:
1. Cattedrale di Saint-Maclou, Rouen, Francia
Un capolavoro dello stile flamboyant francese, la Cattedrale di Saint-Maclou si distinse per i suoi elaborati trafori, pinnacoli e dettagli scultorei che ornarono la facciata e gli interni.
2. Palazzo Ducale, Venezia, Italia
In Italia, il gotico internazionale si sviluppò con influenze locali. Il Palazzo Ducale di Venezia combinò motivi decorativi veneziani con elementi gotici, creando una sintesi unica tra tradizione e innovazione.
3. Cappella di Rosslyn, Scozia, Regno Unito
Questa cappella rappresentò un esempio di gotico tardivo ricco di dettagli scultorei simbolici e mistici, che rifletterono l’abilità artigianale del periodo.
4. Monastero dos Jerónimos, Lisbona, Portogallo
Un esempio del gotico manuelino, caratterizzato da dettagli decorativi ispirati al mare e alle scoperte marittime del Portogallo.
5. Duomo di Milano, Italia
Il Duomo di Milano fu uno degli edifici più celebri del tardo gotico. La sua costruzione, iniziata nel 1386, si distinse per le sue centinaia di guglie e statue, che resero l’edificio un capolavoro dell’architettura europea.
Con il progredire del XV secolo, il gotico internazionale iniziò a mescolarsi con i primi elementi del Rinascimento. In Italia, ad esempio, l’influenza delle forme classiche divenne evidente in edifici come la Loggia dei Lanzi a Firenze. Tuttavia, nelle regioni settentrionali d’Europa, il gotico continuò a evolversi, culminando nello stile flamboyant e nella sua ultima fase, il gotico perpendicolare in Inghilterra.
Il tardo gotico lasciò un’impronta duratura sull’architettura e sull’arte europea. La sua attenzione ai dettagli, l’eleganza e la complessità influenzarono profondamente le generazioni successive di architetti e artisti. Inoltre, molte delle tecniche e dei materiali utilizzati nel gotico internazionale furono ripresi e adattati nel Rinascimento e in altri movimenti artistici.
Il revival gotico o neogotico
Il revival gotico, noto anche come neogotico, è un movimento architettonico e artistico che si sviluppò tra il XVIII e il XIX secolo, ispirandosi allo stile gotico medievale. Nato come reazione al razionalismo del neoclassicismo, il revival gotico rappresentò un ritorno alla spiritualità e alla complessità estetica del Medioevo. Questo articolo esplora le origini, le caratteristiche principali e l’influenza del revival gotico sull’architettura e sull’arte.
Le prime manifestazioni del revival gotico si collocarono nella seconda metà del XVIII secolo in Inghilterra, un paese che conservava una profonda connessione con il proprio passato medievale. Uno dei primi esempi significativi fu Strawberry Hill, la residenza di Horace Walpole, costruita a partire dal 1749. Walpole, appassionato del Medioevo e autore del romanzo gotico “Il castello di Otranto”, trasformò la sua dimora in un laboratorio di sperimentazione neogotica.
Nel XIX secolo, il revival gotico trovò una base teorica e ideologica nei pensatori romantici, come John Ruskin, che nel suo libro Le sette lampade dell’architettura (1849) celebrò i valori morali e spirituali dell’architettura gotica. Per Ruskin, il gotico incarnava un’arte autentica, capace di esprimere la bellezza del lavoro artigianale e la devozione religiosa.
Il revival gotico reinterpretò gli elementi del gotico medievale, adattandoli ai bisogni e alle tecnologie del XIX secolo. Le caratteristiche principali includono:
- Archi a sesto acuto: gli archi appuntiti, simbolo distintivo del gotico medievale, vennero ripresi per conferire un senso di verticalità e imponenza agli edifici.
- Decorazioni elaborate: il revival gotico adottò dettagli decorativi ispirati alle cattedrali medievali, come gargoyle, pinnacoli, trafori e motivi floreali.
- Materiali moderni: sebbene si rifacesse al passato, il revival gotico integrò materiali moderni, come ferro e vetro, per creare strutture più ampie e resistenti.
- Spiritualità e romanticismo: il movimento enfatizzò il legame tra l’architettura e la spiritualità, con edifici che evocavano un senso di mistero e trascendenza.
- Adattamento ai contesti urbani: gli edifici neogotici non si limitarono alle chiese, ma si estesero a università, municipi, stazioni ferroviarie e abitazioni private.
Diffusione del Revival Gotico
Inghilterra
L’Inghilterra fu il cuore del revival gotico, con opere monumentali come il Palazzo di Westminster, progettato da Charles Barry e decorato da Augustus Pugin. Questo edificio, simbolo del neogotico, combina elementi medievali con la funzionalità moderna.
Europa Continentale
In Francia, il revival gotico si intrecciò con il restauro di edifici medievali. Eugène Viollet-le-Duc, architetto e teorico, svolse un ruolo chiave nella ricostruzione di cattedrali come Notre-Dame de Paris e Carcassonne, adattando il gotico alle sensibilità moderne.
In Germania, lo stile trovò espressione nel completamento del Duomo di Colonia, un progetto iniziato nel Medioevo e terminato nel XIX secolo grazie all’entusiasmo neogotico.
Stati Uniti
Negli Stati Uniti, il revival gotico si diffuse principalmente attraverso l’architettura religiosa e universitaria. Esempi celebri includono l’Università di Yale e la Cattedrale di San Patrizio a New York.
Italia
In Italia, il revival gotico ebbe una diffusione limitata ma significativa. Tra i principali esempi vi sono il completamento della facciata del Duomo di Milano (all’inizio dell’800, su impulso di Napoleone Bonaparte) e il restauro della Basilica di Santa Croce a Firenze. Il revival gotico non fu solo un movimento architettonico, ma anche un fenomeno culturale legato ai valori romantici e nazionalisti. In molti paesi, lo stile venne percepito come un modo per riscoprire e celebrare le radici storiche e spirituali della nazione. Questo spirito si tradusse nella costruzione di edifici pubblici e religiosi che incarnavano un senso di identità collettiva. Nonostante il suo successo, il revival gotico non fu esente da critiche. Alcuni architetti modernisti, come Le Corbusier, lo considerarono un movimento nostalgico e retrogrado, incapace di rispondere alle esigenze della società contemporanea.
Con l’avvento del XX secolo e l’ascesa del modernismo, il neogotico perse gradualmente popolarità, sopravvivendo solo in contesti specifici. Oggi, il revival gotico è riconosciuto come una delle correnti più affascinanti dell’architettura moderna. Gli edifici neogotici rappresentano una sintesi unica tra passato e innovazione, unendo l’estetica medievale con le tecnologie del XIX secolo. La loro imponenza e bellezza continuano ad attirare l’attenzione di studiosi, turisti e appassionati di storia dell’arte. Il revival gotico è stato molto più di un semplice ritorno al passato. Ha incarnato i sogni, le paure e le aspirazioni di un’epoca, trasformando l’architettura in un ponte tra tradizione e modernità. Esplorare i capolavori del neogotico significa immergersi in un mondo di suggestioni romantiche e storiche, dove il passato prende nuova vita attraverso l’immaginazione e la creatività.
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