Gli animali hanno occupato un posto di rilievo nell‘arte e in tutta la sua storia, fungendo da soggetti, simboli e metafore che riflettono le credenze, i valori e le aspirazioni delle diverse culture e periodi storici. La loro rappresentazione, ben lontana dall’essere un semplice esercizio stilistico, rivela una complessa interazione tra l’uomo e il mondo naturale.
Le prime raffigurazioni, un’inaspettata realisticità
Le prime rappresentazioni artistiche di animali risalgono all’età paleolitica, con esempi straordinari nelle pitture rupestri di Chauvet, Lascaux e Altamira (circa 30.000-10.000 a.C.). Qui, cavalli, bisonti, mammut e altri animali selvatici sono ritratti con un realismo sorprendente, suggerendo non solo una capacità di osservazione acuta, ma anche una profonda connessione spirituale con il mondo animale. Si ipotizza che queste rappresentazioni avessero funzioni magiche o rituali, legate alla caccia e alla fertilità. L’importanza degli animali nella sopravvivenza umana, non è riferibile solo al cibarsene, ed è dunque evidente sin dalle origini dell’arte stessa.
Da raffigurazioni a simboli nell’antico Egitto
Nell’antico Egitto, gli animali erano profondamente venerati, spesso associati a divinità specifiche. Il gatto, ad esempio, era sacro alla dea Bastet, mentre lo sciacallo era legato ad Anubi, dio della mummificazione. Le rappresentazioni artistiche, sia nella pittura che nella scultura, erano stilizzate ma precise, riflettendo l’importanza religiosa di queste creature. Analogamente, nelle civiltà mesopotamiche e minoiche, gli animali hanno occupato un posto significativo nell’arte, spesso in scene di caccia o rituali, rivelando una complessa relazione uomo-natura.
I simboli religiosi degli animali amplificano il linguaggio dell’arte nell’epoca greca e romana
Nell‘arte classica greca e romana, gli animali venivano rappresentati con un realismo crescente, spesso utilizzati per arricchire scene mitologiche o per illustrare le qualità fisiche e comportamentali degli animali stessi. Le opere scultoree, come i cavalli di Fidia o i dettagliati mosaici romani, mostrano una raffinata capacità di resa anatomica e attenzione al movimento. Simboli come la colomba (pace) e l’aquila (potere) o il leone (forza) sono stati ampiamente utilizzati per amplificare il messaggio dell’opera d’arte.
Il Medioevo apre a linguaggi iconografici
Il Medioevo vide l’integrazione degli animali nell’arte religiosa. Gli animali biblici, come il leone di Giuda o l’agnello di Dio, sono divenuti iconografici, mentre i bestiari medievali, manoscritti illustrati, presentavano una vasta gamma di animali, reali e fantastici, ciascuno con il suo significato allegorico. La funzione era sia didattica sia simbolica, con ogni animale che rappresentava una virtù, un vizio o un concetto religioso.
Il ritorno al realismo grazie al Rinascimento
Nel Rinascimento si assiste a un ritorno al realismo classico. Artisti come Leonardo da Vinci, Albrecht Dürer e Raffaello si distinguono per l’accurata osservazione e rappresentazione degli animali, approfondendo la loro anatomia con metodi scientifici. Leonardo da Vinci, in particolare, non si limitò a essere un pittore, ma anche un appassionato studioso della natura, dedicandosi allo studio dettagliato dell’anatomia animale. Nonostante gli animali non fossero i soggetti principali delle sue opere, la sua conoscenza della loro struttura è evidente in numerosi disegni e studi. Ad esempio, il suo studio anatomico del cavallo, che esplora la muscolatura equina, è straordinario per l’epoca. Inoltre, nel celebre dipinto San Giovanni Battista, la capra è ritratta con un realismo sorprendente, segno della profonda attenzione che Leonardo riservava agli animali. I suoi studi zoologici, oggi conservati, offrono una visione incredibilmente dettagliata della fauna e della sua anatomia.
Albrecht Dürer, altro grande maestro del Rinascimento, ha fatto delle sue incisioni una forma di arte scientifica, dedicandosi anch’egli allo studio degli animali. Le sue celebri rappresentazioni di leoni, rinoceronti e lepri sono esempi di una maestria tecnica impressionante. Sebbene Dürer non avesse accesso a un rinoceronte vivo, la sua incisione di questo animale, basata su descrizioni di terze parti, è talmente precisa che per molto tempo è stata considerata una fonte di riferimento scientifico. La sua abilità nel catturare la forma muscolare e i dettagli della pelliccia conferisce alle sue opere una verosimiglianza che unisce l’arte al rigoroso studio scientifico.
Barocco, Roccocò ed Epoca Vittoriana: gli animali diventano parte integrante delle raffigurazioni
Nel periodo Barocco e Rococò, l’uso degli animali nelle opere pittoriche si fa più decorativo, inserendo creature esotiche e domestiche in scene pastorali o allegoriche. Artisti come Peter Paul Rubens, con il suo dipinto tigre con cuccioli o Jean-Honoré Fragonard, con La lettera d’amore, raffigurano animali all’interno di scene vivaci e sensuali, enfatizzando la bellezza e la grazia delle creature.
Nel contesto vittoriano, Briton Rivière si distingue per il suo realismo nell’arte animale, concentrandosi sulla rappresentazione precisa degli animali e delle loro interazioni con l’uomo. La sua opera Fedeltà, ad esempio, è una potente rappresentazione di un cane che rimane accanto al padrone, manifestando affezione e devozione. Questa scena, intrisa di simbolismo, esplora temi di fedeltà e le emozioni che legano uomo e animale, offrendo una riflessione sulla natura profonda di questi legami.
Ai giorni nostri, il ritorno ai simboli
Nel periodo moderno e contemporaneo, la rappresentazione degli animali si amplia ulteriormente, assumendo significati più concettuali e riflessivi. Artisti come Franz Marc, con i suoi cavalli dai tratti espressivi, o Pablo Picasso, con le sue deformazioni degli animali, li utilizza come simboli per esplorare stati d’animo e per riflettere sulla condizione umana.
Allo stesso modo, l’artista contemporaneo Stefano Bombardieri affronta tematiche ambientali attraverso l’arte, come nel caso della sua scultura Il peso del tempo sospeso – Rinoceronte, che esplora il rapporto tra l’uomo e la Terra, sollevando interrogativi sullo sfruttamento delle risorse naturali e la distruzione dell’ambiente. Quest’opera si ispira a una scena del film E la nave va di Federico Fellini, unendo l’arte alla riflessione sociale e ecologica.
La rappresentazione degli animali nell’arte è un viaggio affascinante attraverso la storia dell’umanità
La rappresentazione degli animali nell’arte si è evoluta nel tempo, passando da un approfondito studio anatomico nel Rinascimento a un’interpretazione più emotiva e simbolica nei periodi successivi. Con il Barocco e il Rococò, gli animali diventano soggetti decorativi, mentre nel XIX secolo si enfatizzano legami affettivi e morali. Nell’arte moderna e contemporanea, gli animali vengono utilizzati in modo concettuale, per comunicare e riflettere su temi sociali, psicologici ed ecologici. Diventano quindi simboli di critica e riflessione sulla natura e sull’uomo. Da semplici rappresentazioni utili alla sopravvivenza a complessi simboli religiosi, sociali e culturali, gli animali hanno sempre giocato un ruolo fondamentale nel plasmare la narrazione visiva della nostra esistenza, riflettendo la nostra eterna connessione con il mondo naturale.
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