Destò molto scalpore, nei primissimi anni del 900, la costruzione di Palazzo Todescan a Firenze. Si trattava infatti della prima architettura in stile Liberty, nel pieno centro cittadino, a pochi passi da Palazzo Strozzi, la cattedrale di Santa Maria del Fiore, il Battistero e il Campanile di Giotto. Un edificio che oggi colpisce per l’equilibrio tra l’imponenza dei volumi a maglia e la raffinatezza dell’apparato decorativo con sculture, fregi di ceramica colorata della manifattura fiorentina Cantagalli e opere in ferro battuto realizzato dalle Officine Michelucci di Pistoia. In questo contesto di grande fascino e interesse storico-artistico, gli architetti Daniela Bianchi e Alessandro Marcattilj dello studio AMDB hanno firmato il progetto di interior design per una Signature Suite di 250 metri quadrati destinati a un innovativo concept di ospitalità contraddistinto da un design contemporaneo.
Questo grazie a una committenza innovativa, quella di ETRA, brand che con queste suite ha voluto rispondere alle esigenze di una clientela d’elite, che desidera vivere un’esperienza di viaggio autentica, personalizzata, nel massimo della privacy, della raffinatezza e di un lusso senza ostentazione, ma pieno di sorprese ed emozioni.
Un progetto che presto si svilupperà nei centri storici e località di charme in Toscana e altre prestigiose destinazioni. “Questo intervento, studiato per rispondere alle esigenze di Etra è stato molto stimolante per diversi motivi” spiega l’architetto Daniela Bianchi di AMDB Architetti. “Innanzitutto abbiamo avuto la possibilità di lavorare su una pianta parzialmente libera, che ci ha consentito di offrire la nostra personale interpretazione dello spazio”. È nata così una prestigiosa residenza di dimensioni flessibili, adattabile attraverso pannellature scorrevoli in due distinte suite con accessi separati. L’idea progettuale sviluppata dagli architetti è stata quella di dedicarsi a una reinterpretazione della storia dell’architettura originale con un linguaggio contemporaneo, piuttosto che limitarsi a una semplice opera di imitazione del passato. Tutto questo, lasciando comunque spazio anche a riletture del gusto per la decorazione del Liberty che costituiscono un richiamo alla storia del palazzo.
In tutti gli ambienti, ampi, luminosi e arredati con pezzi dal design essenziale, sono infatti presenti dei grandi pannelli realizzati su misura che reinterpretano i coloratissimi quadri di Alfons Mucha attraverso la palette cromatica degli interni. Ed è proprio il colore, messo in dialogo con materiali opachi e tagli di luce, che contribuisce a rendere particolarmente ricercata e sofisticata l’atmosfera di questi spazi. “Lo studio predilige l’utilizzo di materiali naturali e la palette di colori selezionati per questo intervento è propria del nostro linguaggio architettonico. Data la luminosità dell’ambiente, insolita per il centro storico, abbiamo optato per un legno dai toni scuri che contribuisce a conferire un’atmosfera calda e avvolgente. In abbinamento ci sono sono nuance cromatiche che vanno dal panna al tortora, grigi, che restituiscono un effetto complessivo morbido ed equilibrato.
Il nostro intervento progettuale, oltre al concept e al taglio architettonico, ha coinvolto lo studio di ogni singolo complemento di arredo. Quasi tutti i mobili sono stati realizzati su disegno, tranne quelli selezionati dalle collezioni di importanti brand nel mondo del design italiano. Per l’illuminazione Flos e Foscarini, “mentre per la cucina abbiamo scelto un modello di Boffi che dopo l’utilizzo può essere chiuso, trasformandosi in un volume pulito perfettamente integrato nel soggiorno”. Oltre agli aspetti più puramente estetici, anche per quanto riguarda la funzionalità le suite presentano delle soluzioni all’avanguardia. “Abbiamo studiato una domotica in grado di offrire soluzioni di comfort in grado di accompagnare gli ospiti in ogni momento della giornata: dall’automatizzazione delle luci e del sottofondo sonoro a quello del camino ad acqua, che si accende non appena si entra nella casa”, conclude Daniela Bianchi dello studio AMDB Architetti.
Tommaso Santi
© Foto di Pietro Savorelli
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