Conosciuto come Alvar Aalto, Hugo Alvar Henrik Aalto (1898–1976) è universalmente considerato il più importante architetto finlandese del XX secolo e una figura centrale del modernismo internazionale. Nato il 3 febbraio 1898 a Kuortane, in Finlandia, all’epoca sotto il dominio dell’Impero russo, Aalto ha incarnato una visione unica dell’architettura, distinguendosi come massimo esponente dell’architettura organica in Europa. Non solo architetto, ma anche designer visionario e urbanista innovativo, ha influenzato profondamente l’architettura contemporanea.

Formazione e Prime Influenze

Dopo aver studiato architettura presso il Politecnico di Helsinki, Aalto fu costretto a interrompere gli studi per prendere parte alla guerra d’indipendenza finlandese nel 1918. Conseguì la laurea nel 1921 e subito dopo aprì il suo primo studio a Jyväskylä, trasferendolo successivamente a Turku, dove collaborò con Erik Bryggman fino al 1933. In quell’anno si stabilì definitivamente a Helsinki. Nel 1925 sposò Aino Marsio, anch’essa architetta, che divenne sua stretta collaboratrice professionale e madre dei suoi due figli, Hamilkar e Johanna.

Inizialmente influenzato dal Classicismo Nordico e dal Romanticismo Finlandese, Aalto trovò ispirazione anche nei viaggi in Italia, dove il paesaggio toscano e le città storiche influirono sulla sua evoluzione stilistica. Opere come il Jyväskylä Workers’ Club (1924–1925) e la chiesa di Muurame (1926–1929) riflettono questa fase di transizione.

La Svolta Modernista: Viipuri e Paimio

Il biennio 1927–1928 segnò un momento decisivo nella carriera di Aalto, che si distinse come uno degli architetti più originali della Finlandia. In questo periodo progettò edifici iconici come il Turun Sanomat Building, il sanatorio di Paimio e la biblioteca civica di Viipuri (oggi Vyborg, in Russia).

Il Turun Sanomat Building, destinato alla sede del quotidiano finlandese, e il Sanatorio di Paimio (1929–1933) rappresentano capolavori del funzionalismo. Nel sanatorio, ogni dettaglio fu progettato per il benessere del paziente: dai lavandini per minimizzare il rumore alle sedute in legno, più calde rispetto al metallo. Questo approccio umanistico caratterizzò tutta la carriera di Aalto.

La Biblioteca di Viipuri, costruita tra il 1930 e il 1935, consolidò la sua reputazione internazionale. Con interni su più livelli, mobili in legno laminato curvato e un soffitto ondulato per un’acustica ottimale, l’edificio riflette il dialogo tra funzionalismo e tradizione.

Artek e il Successo Globale

Armchair 41 Paimio
Designer: Alvar Aalto

Nel 1935, Aalto fondò l’azienda di design Artek, diventata sinonimo di arredamento moderno e sostenibile. Aalto iniziò così a progettare e distribuire i suoi mobili. Il nome Artek è un manifesto programmatico: unisce linfatti e parole “arte” e “tecnologia”. Destinata a diventare un punto di riferimento nel mondo del design, il successo di Artek fu reso possibile grazie all’aiuto di tre stretti collaboratori: sua moglie Aino, Maire Gullichsen – moglie dell’industriale e collezionista d’arte Harry Gullichsen – e Nils-Gustav Hahl, storico dell’arte. L’azienda si specializzò nella produzione di sgabelli, tavoli, sedie e poltrone, con Aalto che curava personalmente ogni dettaglio di progettazione. Per mantenere un controllo creativo rigoroso, lavorava con un team ristretto di collaboratori, composto da un massimo di otto architetti, consolidando uno stile unico e riconoscibile. Tra i suoi pezzi più iconici spicca lo sgabello 60, realizzato nel 1933, caratterizzato dalla semplicità e dalla versatilità del design, con le gambe in legno curvato a “L” che sono diventate una firma distintiva di Aalto. Il tavolo 81B e la sedia Paimio 41 sono altri esempi di come Aalto abbia saputo unire funzionalità, estetica e materiali naturali come il legno di betulla. La poltrona Lounge 400, conosciuta anche come “sedia del daino”, è un simbolo di comfort e artigianalità, mentre la lampada A330S, spesso chiamata “Golden Bell”, mostra l’abilità di Aalto anche nel design d’illuminazione. Questi mobili e complementi incarnano i principi del design organico e senza tempo che hanno reso il marchio Artek e il lavoro di Aalto eternamente rilevanti.

Progetti Pubblici e Urbanistici del Dopoguerra

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Alvar Aalto si concentrò su progetti di urbanistica e grandi edifici pubblici, consolidando il suo approccio umanistico e organico all’architettura. Tra i suoi lavori più significativi vi sono:

  • Rovaniemi (1944–1945): Aalto progettò il piano di ricostruzione della città, devastata dal conflitto, basandosi su una struttura urbanistica innovativa, spesso chiamata “piano della renna” per la forma a ventaglio che richiama le corna dell’animale simbolo della Lapponia. Questo approccio rispettava il paesaggio naturale e integrava elementi modernisti con le esigenze locali, creando una città funzionale e armoniosa.
  • Municipio di Säynätsalo (1949–1951): Questo edificio è considerato uno dei capolavori di Aalto e un esempio di architettura partecipativa. Combina uffici pubblici, una biblioteca e spazi residenziali, avvolti da una piazza interna che favorisce l’interazione sociale. Realizzato con mattoni e materiali naturali, riflette l’idea di Aalto di creare edifici che fossero non solo funzionali, ma anche profondamente radicati nella comunità.
  • Politecnico di Otaniemi (1955–1964): Progettato per ospitare il principale polo tecnologico della Finlandia, questo complesso è oggi sede dell’Aalto University. L’architettura combina un’attenta pianificazione degli spazi con un uso innovativo di materiali come il mattone rosso, creando un campus che incoraggia lo studio, l’innovazione e il dialogo tra studenti e docenti, in un contesto che celebra la luce e la natura circostante.
  • Baker House al MIT (1947-1948): un edificio residenziale per studenti che unisce forma organica e funzionalità. La facciata ondulata, ispirata al corso del fiume, rappresenta un simbolo di armonia tra architettura e natura.

Questi progetti testimoniano la visione di Aalto, che vedeva l’architettura come uno strumento per migliorare la vita delle persone e creare un legame profondo tra edifici, paesaggi e comunità.

Una Filosofia Umanistica

Contrariamente ai modernisti come Le Corbusier, che puntavano alla standardizzazione, Aalto adottò un approccio centrato sull’individuo. Credeva che gli edifici dovessero rispondere ai bisogni umani, integrandosi con il contesto naturale. Questa visione emerge in opere come il Municipio di Säynätsalo e il grattacielo Aalto-Hochhaus a Brema (1958). Kenneth Frampton, noto critico di architettura, descrisse Alvar Aalto come un interprete esistenzialista dell’architettura, capace di creare spazi che coniugano estetica e funzionalità in una “risposta organica alle condizioni dell’esistenza.”

Dopo la morte della moglie Aino nel 1949, Aalto attraversò un periodo difficile. Tuttavia, con il matrimonio con l’architetta Elissa Mäkiniemi nel 1952, riprese a progettare opere ambiziose, tra cui la chiesa di Santa Maria Assunta di Riola (1966) e il centro culturale di Siena.

Principali Opere di Alvar Aalto

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Design

  • Sedia Paimio (1932)
  • Vaso Savoy (1936)
  • Lampada A110 “Hand Grenade” (1952)

Architettura

  • Jyväskylä Workers’ Club (1924–1925)
  • Chiesa di Muurame (1926–1929)
  • Biblioteca di Viipuri (1930–1935)
  • Sanatorio di Paimio (1929–1933)
  • Baker House al MIT (1947–1948)
  • Municipio di Säynätsalo (1949–1951)
  • Chiesa di Santa Maria Assunta di Riola (1966)

Stile e Eredità

L’approccio architettonico di Aalto evolse nel tempo, dal classicismo degli anni Venti al funzionalismo e al modernismo. Caratterizzato da forme fluide, materiali naturali e attenzione al rapporto edificio-ambiente, il suo stile è diventato un punto di riferimento per l’architettura contemporanea.

Aalto progettò anche quindici musei, tra cui il Museo Alvar Aalto a Jyväskylä, inaugurato nel 1967. Questo spazio, dedicato alla celebrazione della sua vita e opere, raccoglie oggetti di design, progetti architettonici e una vasta galleria fotografica.

Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti, spiccano la medaglia d’oro del Royal Institute of British Architects (1957) e quella dell’American Institute of Architects (1963). Nel 1975 ideò il piano per l’area universitaria di Reykjavik, in Islanda. Morì a Helsinki l’11 maggio 1976.

L’eredità di Alvar Aalto vive attraverso l’Alvar Aalto Foundation e le sue opere, che incarnano un equilibrio unico tra uomo, natura e innovazione, offrendo una visione profondamente umanistica del design e dell’architettura.

Tommaso Santi
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