Quando mi chiedono quale pianta regalare non ho mai nessun dubbio, un’Aloe della specie vera, arborescens o ferox. Tutte e tre hanno all’interno delle foglie un caratteristico gel amaro, trasparente e brillante come un cubetto di ghiaccio, il cui estratto può essere considerato un vero elisir di salute e bellezza.
È una pianta che ha mantenuto intatto il suo fascino nel tempo a partire dagli egiziani fino ai giorni nostri. Era considerata simbolo dell’immortalità e per questo veniva posta all’ingresso delle piramidi, ma anche magica, un potente rimedio contro il malocchio e fonte di eterna giovinezza.
Non di minore importanza è la sua bellezza ornamentale, con le sue 587 specie originarie dell’Africa orientale, dell’India, delle isole dell’Oceano Indiano, è difficile non cadere nella tentazione di volere l’intera collezione.
Specie di Aloe come striata e marlothii, hanno foglie verdi-azzurre, perfette da utilizzare in gruppo, vicino a piscine e specchi d’acqua. Durante il periodo invernale, fiori tubulari arancio-ocra, si innalzano alti e fieri, racchiusi in infiorescenze compatte dalle diverse forme. Persistono a lungo e una volta secchi, regalano atmosfere suggestive quando in giardino si posa la brina del mattino. Spesso tutta la pianta diventa rosso fuoco per la poca tolleranza agli stress termici, regalando una inconsueta immagine di sé.
Le Aloe sono presenti in natura su terreni secchi e calcarei e sono piante sempreverdi, che possono presentare portamento differente, da acaule ad alto fusto. Nelle condizionali ottimali possono raggiungere altezze notevoli, come 4 – 6 m diventando veri e propri alberi.
Sono facili da coltivare, poco esigenti e vegetano bene all’aperto, se le minime non scendono sotto i 5 – 8°C. Se coltivate in vaso, possono essere facilmente ricoverate in ambienti chiusi durante i rigori invernali. L’esposizione al sole è una condizione ideale per crescerle belle e vigorose ma si adattano bene anche agli ambienti ombrosi, soprattutto gli individui giovani.
Il terreno ideale deve essere sciolto e mediamente fertile, in quanto la mancanza di nutrimento, assieme al cattivo drenaggio, sono spesso le principali cause d’insuccesso della loro coltivazione. Richiedono innaffiature regolari nel periodo vegetativo, dalla primavera all’autunno, mentre in inverno si possono ridurre al minimo.
Si moltiplicano facilmente attraverso i polloni basali che possono essere separati dalla pianta madre durante il periodo estivo. Si lasciano disidratare per 2 – 4 giorni, quindi si invasano in contenitori con un substrato leggero, che dovrà essere mantenuto costantemente umido ed esposto alla luce.
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