All’ombra dei pioppi

Ombra e luce
Ombra, una parola importantissima in giardino che si declina in mille sfaccettature.
Paolo Pejrone ne racconta un aspetto.
Le foto sono di Dario Fusaro
 

Al Forte dei Marmi uno spazio verde dove convivono due anime: una fresca e una solare. Oleandri, lecci e allori e poi ortensie, rose e piante dell’orto

Un gruppo di altissimi pioppi bianchi (Populus alba) da decine e decine di anni, con aria solenne, custodisce e protegge un vecchio rudere: una memoria rara in quel del Forte e, proprio per questo, totalmente rispettata.
I grandi pioppi producono grandi ombre, mobili, vive e piene di brio: le foglie chiarissime si muovono senza sosta sotto le brezze e le piccole raffiche del vento di mare.

La doppia anima di Forte dei Marmi, quella della pineta, fresca, ombreggiata ed umida e, quella quasi antitetica, della spiaggia, del sole e del vento, ha suggerito (e un po’ imposto) il giardino. Oleandri, lecci ed allori son stati piantati un po’ a siepe e un po’ a gruppi, per chiudere la vista e per attutire i rumori delle strade vicine (per altro quiete e percorse in modo piuttosto pigro e svogliato dalle rare biciclette e dalle pochissime automobili).

Aria di vacanza, quindi, dove la pigrizia con ragione e con ironia può diventare parte del quotidiano…

Gli oleandri sono i protagonisti nel giardino del sole e della luce, mentre tantissime ortensie, soprattutto quelle americane (le numerosissime Annabelle e le quasi arborescenti quercifolia in testa) sono diventate le regine dell’ombra, dell’alta e vaga ombra dei pioppi bianchi.

Una piscina rettangolare e semplice, chiusa tra le scandite logge della casa e la grande tenda, è diventata il cuore del posto. Tenda classica, dall’aspetto “vintage” e dalla struttura assolutamente “up-to-date”, realizzata dal sempre più abile ed esperto Guido Toschi. All’ombra sua,  sicura e fitta, si può passare una gradevole estate.

Le installazioni. Parte fondamentale di ombra e luce di questo giardino

Un lavoro di Valerio Berruti, rappresentante una mega bambina marmorea che guarda lontano e due grossi massi in bronzo, lavoro questo di Kan Yasuda, popolano il prato che unisce le varie parti del giardino, quel prato che è diventato l’elemento fondamentale del vivere quotidiano. Protetto e rinfrescato dalle altissime ombre dei pioppi, richiede un’irrigazione leggera, decisamente sostenibile.

Un roseto e un generoso piccolo orto nella parte più assolata ci ricordano, con la loro freschezza e con la loro gradevole presenza, l’antico ruolo della villeggiatura, di quel periodo tradizionale e speciale tra giugno e settembre, scandito e costellato di numerosi momenti, quasi istituzionali e di proverbiale inutilità.

Un prato, una piscina, un bosco di pioppi, un orto, una grande tenda, ortensie, oleandri e lecci ne propongono i luoghi e i tempi, e soprattutto i riposi, dettati dalle canicole e dalle (meritate?) vacanze…

 

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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