La Galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea presenta Anamnesi, mostra personale di Arduino Cantàfora curata da Ivan Quaroni. L’esposizione, che inaugura giovedì 20 febbraio 2025, offre un’immersione nel mondo pittorico dell’artista, che con straordinaria originalità intreccia il disegno, la pittura e la rappresentazione architettonica, facendo della memoria il fulcro della sua ricerca espressiva.

Il titolo della mostra, Anamnesi, rimanda ai concetti di reminiscenza e ricordo, elementi cardine nella poetica di Cantàfora. L’artista stesso afferma: «Per me, la memoria è anche anamnesi, un ricordare che cura», sottolineando così il ruolo del disegno come strumento di riflessione e comprensione della realtà.

Arduino Cantàfora, Au N 5 de la rue Centrale a Lausanne II, 2024, Vinilic e olio su tavola 50×35 cm

Il percorso espositivo: dal passato al presente

La mostra presenta una selezione di opere che attraversano il percorso artistico di Cantàfora, dal 1980 ad oggi. Due lavori storici di grandi dimensioni, La città banale (1980) e Stanza di Città – Roma (1983), esposti rispettivamente alla Biennale di Architettura di Venezia nel 1980 e alla Biennale d’Arte di Venezia nel 1984, dialogano con una serie di dipinti recenti realizzati tra il 2020 e il 2025.

Queste opere contemporanee esplorano la quotidianità degli spazi urbani e domestici: interni di case, ingressi di edifici, giroscale e angoli di città. In questi dipinti, l’attenzione al dettaglio e alla caratterizzazione degli ambienti emerge con una nitidezza quasi fotografica, ma permeata da un senso di sospensione e attesa, tipico della visione dell’artista. Cantàfora combina precisione analitica e immaginazione, trasformando la realtà in una narrazione visiva densa di suggestioni.

Arduino Cantàfora, 1, Vinilico olio su tavola 70×50 cm

Un linguaggio pittorico tra storia e contemporaneità

Allievo e collaboratore di Aldo Rossi, Cantàfora ha sempre coniugato rigore e sensibilità nell’interpretazione dell’architettura e degli spazi urbani. La sua ricerca artistica è profondamente radicata nella tradizione pittorica italiana, attingendo a influenze che spaziano dal Cinquecento e Seicento lombardo al Divisionismo, dal Purismo alla Metafisica.

Il suo linguaggio pittorico, che unisce una minuziosa attenzione ai particolari con un’atmosfera onirica e sospesa, evoca le piazze rinascimentali e le composizioni metafisiche di De Chirico. Le sue opere non si limitano alla rappresentazione fedele degli spazi, ma li trasfigurano in scenari carichi di memoria e significato.

Arduino Cantàfora, 4, Vinilico e olio su tavola 70×50 cm

L’artista: tra pittura, architettura e scenografia

Nato a Milano nel 1945, Arduino Cantàfora manifestò fin da giovane un vivo interesse per le forme organiche, l’anatomia e l’entomologia. Queste passioni si intrecciarono ai suoi studi di architettura al Politecnico di Milano, dove sviluppò una tecnica pittorica influenzata dal chiaroscuro caravaggesco.

Nel 1973 espose alla Triennale di Milano La Città analoga, opera che oggi fa parte della collezione del Museo del Novecento di Milano e che divenne manifesto del movimento La Tendenza. Partecipò a diverse edizioni della Biennale di Venezia e collaborò con istituzioni internazionali, come il Centre Pompidou di Parigi, che possiede ben 89 sue opere.

Negli anni ’90 si dedicò alla scenografia, realizzando progetti per il Teatro alla Scala e il Festival di Aix en Provence, ottenendo il secondo posto al prestigioso Premio Ubu. Negli ultimi anni, le sue opere furono esposte in mostre pubbliche internazionali, tra cui Architectures impossibles al Musée des Beaux-arts di Nancy e Un tiempo propio al Centre Pompidou di Malaga.

Arduino Cantàfora, Filarete Codussi, 2021, Vinilico su tavola 80×120 cm

Con Anamnesi, la Galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea offre una preziosa occasione per esplorare l’universo artistico di Arduino Cantàfora. Artista capace di trasformare il disegno e la pittura in strumenti di riflessione sulla memoria e sull’architettura. Il percorso espositivo, tra passato e presente, invita il visitatore a immergersi in uno spazio sospeso tra realtà e immaginazione. Ogni dettaglio diventa un frammento di storia e ogni opera un invito a ricordare.