All Strelitzias go to Heaven… e ai Giardini di Chaumont-sur-Loire
È l’azienda torinese Lineeverdi, con il progetto All Strelitzias go to Heaven, l’unico studio italiano selezionato per la 28° edizione del Festival Internazionale dei Giardini di Chaumont-sur-Loire.
Dal tema i Jardins de Paradis, il festival francese si è aperto il 25 Aprile e chiuderà la stagione il 3 Novembre: appuntamento internazionale di grande rilievo nel mondo del paesaggio, dal 1992 rivitalizza l’arte dei giardini.
Perdersi tra le nuvole
Il tema è stato interpretato da Lineeverdi, fondata dalle agronome paesaggiste Stefania Naretto e Chiara Bruno Otella, attraverso la realizzazione di una soave ambientazione onirica a partire da elementi specifici, come un cielo azzurro, delle soffici nuvole e un tripudio di piante. In questo paradiso vegetale, ognuno è invitato a diventare il protagonista di un mondo fluttuante sul pavimento decorato con nuvole bianche. Non c’è direzione alcuna, solo un monito: camminare sul cielo con una vista dell’infinito, per perdersi tra vere nuvole poligonali e una grande varietà di piante rigogliose.
L’installazione – che è progettata in collaborazione con l’architetto paesaggista Francesca Cosmai e realizzata da Artegiardini – vuole infatti essere un tributo alla natura vivente, l’unico Giardino del Paradiso che ci è permesso vivere e che merita d’essere preservato per le generazioni future.
La forma della perfezione
Il motivo ricorrente del progetto è l’esagono, che modula il pavimento su cui è dipinto il cielo e che si ripropone spesso in natura. La sua forma geometrica, allo stesso tempo, rievoca contemporaneamente il numero 6, matematicamente perfetto, e il sesto atomo della tavola periodica, il carbonio, che si pone alla base di tutta la chimica degli organismi viventi.
Il paradiso profuma di Banani e Strelitzias
Protagonisti indiscussi dell’installazione sono la Musa paradisiaca (il Banano) e l’Uccello del Paradiso (la Strelitzia):
i soli tipi di piante che crescono rigogliosamente in Paradiso
secondo le paesaggiste. Per quella peculiare geometria dei petali e l’intensità dei colori dei fiori, la cui forma ricorda molto il becco di un airone, la Strelitzia è infatti una pianta fuori dal comune grazie alla sua singolare bellezza. La tropicale Musa paradisiaca deve invece il suo nome alla dolcezza e al profumo dei suoi frutti, in grado di saziare quasi al primo morso. Entrambe racchiudono in sé tutti i pregi delle piante, dalla spettacolarità delle infiorescenze alla delizia dei frutti, passando per l’eleganza delle foglie e il tripudio di profumi invitanti: ne consegue l’entrata di diritto nel Paradiso.
Come biasimare Lineeverdi?