A San Paolo, Brasile, Alex Hanazaki, paesaggista, ha creato un giardino vibrante e sostenibile per una nuova villa nel centro della metropoli. Nel cuore pulsante del Brasile, tra le architetture che sfidano il cielo e il brusio incessante delle strade, San Paolo è una metropoli in perpetuo fermento. Questo gigante sudamericano, con la sua essenza cosmopolita, si configura come un intricato microcosmo umano, ricco di storia e vitalità. La città si dipana come un mosaico di quartieri, ognuno con la propria identità distintiva, e vanta un patrimonio vegetale unico, sottolineando l’importanza di un delicato equilibrio tra la crescita urbana e la tutela della natura.

Una vista del giardino anteriore e della piscina con la zona solarium e di una parte della villa. In primo piano a destra, macchie di Philodendron bipinnatifidum. Nelle pagine precedenti, una vista aerea della proprietà e del polmone verde nel quale è situata. Foto di Yuri Seródio.

La città affronta, infatti, la sfida di bilanciare il suo sviluppo incessante con la salvaguardia della straordinaria biodiversità vegetale che contraddistingue il Brasile, tra le più ricche al mondo. Non sorprende, pertanto, l’implementazione di misure di conservazione della vegetazione esistente, con inclusa la catalogazione e cartellinatura degli alberi secolari, nei nuovi insediamenti abitativi che emergono in quartieri ancora avvolti dalla foresta primigenia della Mata Atlântica, di cui sopravvive approssimativamente il 7% della sua estensione originaria, minacciata dalla deforestazione, alimentata anche dall’espansione incontrollata dell’urbanizzazione. In questi luoghi si concentra una ricca varietà di specie endemiche, con una fauna e flora uniche che costituiscono un ecosistema straordinariamente delicato.

È in questo contesto che si è mosso lo studio di Alex Hanazaki, rinomato paesaggista brasiliano apprezzato per la sua sensibilità artistica e la comprensione profonda della natura, di cui ama riprodurre l’esuberanza. All’interno di uno degli splendidi polmoni verdi della città, una proprietà di oltre 6.000 metri quadrati era stata acquisita da nuovi proprietari desiderosi di una residenza più ampia, moderna e in sintonia con le loro esigenze di vita e ospitalità. Per la loro nuova dimora, destinata a sostituire quella preesistente in loco, desideravano un design all’avanguardia, caratterizzato da spazi interni integrati armoniosamente con il giardino circostante, immaginato come un’oasi rigogliosa nel pieno rispetto degli alberi esistenti e dell’ambiente circostante, con fioriture e profumi nel corso delle stagioni e ampie zone di svago per la famiglia.

Una vista delle bordure sotto agli alberi originari. Si nota la straordinaria varietà di portamenti, altezze, texture e fioriture. In dettaglio, Alpinia purpurata, Philodendron bipinnatifidum, Curculigo capitulata, Stromanthe thalia e Megaskepasma erythrochlamys, fiorita in rosso. Foto di Yuri Seródio.

Hanazaki ha lavorato a stretto contatto con lo studio di architettura guidato da José Ricardo Basiches, incaricato della progettazione della nuova villa, con l’obiettivo di creare una sinergia tra il giardino e l’edificio, risolvendo anche alcune criticità legate alla topografia del terreno, che presenta una forte pendenza nella parte orientale. L’edificio bianco, ispirato allo stile modernista brasiliano, ha linee geometriche semplici e pure con ampie vetrate che si affacciano sul giardino, facilitando uno stile di vita che si estende fluidamente dall’interno verso l’esterno, grazie al il clima tropicale del luogo. Il secondo piano si appoggia parzialmente sul piano inferiore e parzialmente su pilastri collocati sul punto più elevato del terreno tra i quali è stato creato uno specchio d’acqua che, con un suggestivo effetto cascata a gradini, scorre scenograficamente verso il piano terra. Qui, l’acqua offre un tocco di frescura e un piacevole effetto sonoro alla cucina situata alla quota più bassa e poi viene successivamente canalizzata per il recupero.

Il giardino ideato da Hanazaki può essere descritto come un inno alla flora e alla vitalità del Brasile. È caratterizzato da ampie e profonde macchie di arbusti e, per ora, piccoli alberi e palme oppure felci che si alternano con una disposizione informale e fluida lungo il perimetro della proprietà, si sviluppano attorno alla grande piscina e allo specchio d’acqua, seguono con precisione i tracciati ben definiti e distinti degli accessi per le auto e per le persone. Sono un sapiente contrasto alle chiome degli imponenti alberi autoctoni, che avvolgono e valorizzano. Compongono un ritmo che rivaleggia con la punteggiatura dei fusti. Un perpetuo gioco di alternanze e richiami è creato dal colore dei fiori o delle foglie, dalle forme e dimensioni di queste ultime, dai vari portamenti e altezze delle piante. Quando le bordure sono fronteggiate da altre si crea un’esperienza immersiva per chi percorre il sinuoso sentiero delineato tra di esse e inerbito con una specie autoctona, la medesima usata per tutti le aree lasciate a prato.

Una vista della villa e del giardino dal punto più alto del terreno. Si notano una delle terrazze del secondo piano, la gestione delle pendenze e lo specchio d’acqua che termina con una cascata che scende verso il piano inferiore. In primo piano bordure di Philodendron xanadu. Foto di Yuri Seródio.

Grazie al disegno e all’assortimento delle piante, la prospettiva e il cannocchiale visivo, inoltre, mutano incessantemente, non solo durante la passeggiata ma anche al variare delle stagioni: le fioriture si succedono, catturano l’attenzione , dominano la scena per poi cedere il posto ad altre affascinanti protagoniste. Sono quelle di piante di grande fascino, alcune note anche al di fuori del Paese, di cui sono spesso considerate vere icone. Tra queste spiccano Handroanthus impetiginosus, Tabebuia roseoalba, Pleroma granulosum e P. mutabilis (precedentemente note come Tibouchina), Lafoensia glyptocarpa, Bauhinia forficata, Cenostigma pluviosum var. peltophoroides; insieme a diverse specie di Heliconia, a Megaskepasma erythrochlamys, Dichorisandra thyrsiflora, Trimezia coerulea o Etlingera elatior, Odontonema tubaeforme, Alpinia purpurata e A. zerumbet contribuiscono a creare scenari diversificati, impreziosendo il giardino con una vasta gamma di colori che vanno dal bianco al rosa, al viola, e ancora al rosso, all’arancio e al giallo.

Anche le foglie, declinandosi in una tavolozza di cromie di verdi, spesso focalizzano lo sguardo. La loro bellezza è enfatizzata dalle forme, spesso profondamente incise, incavate o composte, come nel caso di Philodendron bipinnatifidum, P. panduriforme, P. xanadu, Raphidophora decursiva, Phymatosorus scolopendria, Angiopteris evecta, Cycas circinalis. Altre foglie si presentano imponenti in dimensioni, come quelle di Philodendron speciosum, P. undulatum, Alocasia macrorrhizos o Heliconia, oppure, al contrario, minute come Pilea cadierei. Ancora, alcune sfoggiano variegature più o meno evidenti, come si nota in Stromanthe thalia, Aglaonema marantifolium, Goeppertia zebrina o G. roseopicta.

Alex Hanazaki
Una vista della piscina e della zona solarium su cui si affacciano i portici della villa con altre ampie aree relax; il giardino sembra avvolgere in un abbraccio chi si trova a sostare in questi luoghi e le chiome dei magnifici alberi giocare con la luce del sole. Foto di Yuri Seródio.

A tratti, i sentieri attraverso la natura si aprono in spazi dove i pieni sono stati equilibratamente bilanciati con i vuoti. Queste aree si rivelano come ampi respiri, dove lo sguardo si posa sulle perenni tappezzanti, che con grazia sottolineano lo specchio d’acqua, o su macchie omogenee che si accostano alla cascata o si avvicinano alla dimora, oppure ancora si ferma sui nuovi alberi messi a dimora, tra cui spiccano Plinia trunciflora, uno degli alberi chiamati in lingua locale iabuticaba e noti per produrre, direttamente sul tronco e sui rami principali, scuri frutti tondi, dolci e succosi.

Al piano superiore della villa, due terrazzi offrono altrettante aree di intimo relax all’aperto, dove i proprietari possono sostare avvolti dalle piante, come da loro desiderata. Nel primo una bordura perimetrale di Cyperus haspan avvolge un’area dedicata alla conversazione; nel secondo, una disposizione a onde di piante da foglia si anima con le vivaci fioriture di Agapanthus africanus, Dietes iridioides e Odontonema tubaeforme, creando un vivace accostamento alla zona solarium.

La meticolosa selezione delle piante, orientata prevalentemente verso specie autoctone, e con una minoranza proveniente da altre regioni ma comunque adattate al clima di San Paolo e all’ambiente, riflette la chiara filosofia di Hanazaki, tesa a preservare la biodiversità locale e di richiamo alla storia e all’identità della regione, oltre a promuovere pratiche di sostenibilità e resilienza. Il suo approccio non solo contribuisce a conservare la ricchezza biologica della zona, ma implica anche vantaggi pratici, richiedendo una manutenzione ridotta e un utilizzo più efficiente delle risorse idriche disponibili, garantendo che la bellezza naturale del giardino rimanga piena di vita. hanazaki.com

Testo di Elisabetta Pozzettii. Progetto di Hanazaki Landscape.

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