E’ stata la star dell’architettura del XXI secolo, visionaria e influente, la prima donna a vincere il Premio Pritzker. Zaha Hadid ha segnato un’era e – a un anno dalla sua improvvisa scomparsa – il MAXXI di Roma le dedica la mostra L’Italia di Zaha Hadid per ricordare il suo intenso e produttivo rapporto con l’Italia.
L’Italia di Zaha Hadid, fino al 14 Gennaio 2018
Inaugurata a giugno, la mostra L’Italia di Zaha Hadid proseguirà fino 14 Gennaio 2018 per evidenziare l’intenso (e produttivo) rapporto intercorso tra l’artista e il Bel Pese. Lo stesso MAXXI (edificio che nel 2010 le valse lo Stirling Prize), ma anche il Terminal Marittimo di Salerno, il museo Messner a Plan de Corones in Alto Adige, la Torre Generali e gli edifici residenziali per City Life a Milano, la Stazione dell’alta velocità di Napoli-Afragola appena inaugurata. I progetti e le opere realizzate vengono presentate attraverso i bozzetti pittorici, concettuali modelli tridimensionali, rappresentazioni virtuali e anche da nuove soluzioni tecnologiche messe appunto dalla stessa Hadid.
Un ritratto multiforme
Così come lei era anche L’Italia di Zaha Hadid si sviluppa attraverso le sue molteplici personalità, passando dall’architettura al design. Ad aggiungersi anche la forza delle fotografie di Hélène Binet in grado di restituire inediti dettagli delle opere. L’esposizione si arricchisce non solo coi lavori italiani, ma anche con quelli che hanno costituito un passaggio significativo nell’evoluzione del linguaggio e della ricerca architettonica di Zaha Hadid, dagli esordi alle ultime realizzazioni ancora in corso.
L’archistar dei record
Zaha Hadid è stata una dei più influenti architetti di sempre, capaci di catturare l’immaginazione e renderla reale tramite un’opera architettonica. Nata a Baghdad, si laurea in matematica e poi consegue il titolo alla Architectural Association di Londra. L’architettura stava al centro della sua vita: la insegnava e la praticava riempiendo il mondo delle sue opere, dal Giappone alla Germania, dall’Ohio alla Lapponia. Fu però la donna dei record. Vinse competizioni internazionali con i suoi progetti e nel 2004 divenne la prima donna a vincere il Premio Pritzker di Architettura. Membro del comitato di redazione dell’Enciclopedia Britannica, classificata tra le 100 donne più potenti al mondo da Forbes e poi come pensatore influente dal TIME. I suoi progetti ancora in via di realizzazione? Tantissimi.
La mostra è a cura di Margherita Guccione.