AG Fronzoni (1923-2003) è stato un progettista che nel corso della sua carriera si è cimentato con l’architettura, il design e la grafica, esprimendo in ognuno di questi ambiti un’idea di minimalismo originale, rigoroso e coerente che lo ha fatto diventare un punto di riferimento per il design italiano d’autore. Il suo prodotto di disegno industriale più noto, e sicuramente di maggior successo è la Serie 64, una collezione composta da sedie, tavolo, poltrona e letto, ideata negli anni 60 che, dopo alcune esperienze di piccola produzione, venne editata nel 1997 da Cappellini, per restare nel catalogo dell’azienda fino a oggi.
Questo per merito di Giulio Cappellini, che ha creduto nelle potenzialità di una proposta così radicale nella sua espressione di un minimalismo estremo al limite dell’iconoclastia. Un prodotto-manifesto di quell’approccio riduzionista di Fronzoni, secondo il quale progettare significava liberarsi dal superfluo per arrivare all’essenziale, ma anche, come amava dire, “non assecondare i desideri della committenza, ma sradicarli”. E, in questa serie di elementi d’arredo, l’operazione di sottrazione è arrivata forse al suo punto più estremo, grazie alla forza generatrice, pura ed esatta della geometria per dare vita a un prodotto ‘concettuale’ che, con il suo insieme di rette e piani che attraversano lo spazio in modo netto, quasi come tratti tirati a righello, non era stato certo disegnato per assecondare o strizzare l’occhio ai gusti di una clientela di massa.
“Conobbi personalmente AG Fronzoni negli anni 90” racconta Giulio Cappellini, “quando presentammo nel suo studio di via Solferino a Milano un libro sul minimalismo scritto da Vanni Pasca, storico e critico del design e sponsorizzato da Cappellini. Fronzoni mi apparve subito come un uomo di poche parole ma di grandissimo carisma, un personaggio dalle idee precise che non cedeva ad alcun compromesso. Un progettista che difendeva appieno le sue scelte radicali”. Dopo questo primo incontro, l’architetto Cappellini decise di mettere in produzione la Serie 64, perché “ritenevo e ritengo che questi oggetti siano, nella loro perfezione e sintesi, il vero manifesto del Minimalismo in quanto Fronzoni è riuscito a togliere tutto ciò che non è necessario senza creare un oggetto banale. Questo è a mio avviso il segreto della Serie 64, frutto di un sofisticato processo mentale di sottrazione”.
La sedia più sedia che ci sia, come la definiva l’architetto Pierluigi Cerri, raccolse subito un buon successo commerciale assieme ai prodotti coordinati della collezione “e ancora oggi, dopo molti anni, continua ad avere un buon posizionamento. Questi prodotti sono entrati in diverse case, uffici, lounge e vengono quotidianamente usati dai personaggi più diversi del mondo del design, della moda, dello spettacolo. La soddisfazione maggiore che ho provato come produttore della Serie 64 è stata quella di vedere la hall di un bellissimo building nel centro di Manhattan interamente arredata con le poltrone collezione di Fronzoni”. Questo anniversario rappresenta un’opportunità per scoprire o riscoprire un grande maestro del design italiano “che ha lasciato un’eredità enorme, insegnando a realizzare opere magistrali lavorando per sintesi. Sicuramente una figura di grande spicco, punto incontrastato di riferimento di molti grafici, architetti, designer. Si conosce troppo poco di lui e c’è ancora molto da scoprire”, conclude Giulio Cappellini. cappellini.com
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