L’acero giapponese è una pianta a foglie caduche originaria del Giappone. Le sue specie più conosciute sono Acer palmatum, Acer japonicum e Acer shirasawanum. Sono piante di dimensioni medio o ridotte, con altezza che può variare, in genere, dai due ai sei metri. Possono raggiungere anche i dieci metri, e in questo caso sono piante esemplari, mature. Lo sviluppo si concentra nei primi anni di vita, giunte a maturità la crescita rallenta. All’interno delle varie specie esistono numerose cultivar che si distinguono per dimensione, portamento, forma e dal colore del fogliame. L’acero giapponese è una pianta molto diffusa nella realizzazione dei bonsai, arte in cui i giapponesi sono veri maestri.
Coltivare l’Acero giapponese
L’acero giapponese è una pianta che può essere coltivata sia in piena terra che in vaso. Per farlo crescere al meglio si deve mettere a dimora l’acero giapponese in un terreno con pH acido (preferibilmente compreso tra 5,5 e 6,0).
L’acero giapponese tollera le basse temperature, anche prolungate, a patto che non siano inferiori a -18°C. Il suo apparato radicale, invece, è meno resistente e deve essere protetto con pacciamatura. Se la pianta è coltivata in vaso, è bene avvolgerla, insieme al suo contenitore, con tessuto non tessuto in caso di gelate prolungate.
Quando si mette a dimora la pianta si deve fare attenzione all’esposizione. In genere l’acero giapponese predilige posizioni luminose ma al riparo dai raggi diretti del sole durante le ore più calde. L’esposizione migliore è est sud-est, con sole diretto alla mattina e comunque una luminosità diffusa nel pomeriggio. L’ombra piena, invece, non favorisce la colorazione autunnale delle foglie e influenza anche la crescita della pianta, che inevitabilmente ‘filerà’ in direzione della luce.
Una pianta in vaso può essere messa a dimora in qualunque stagione dell’anno, anche se è meglio evitare la piena estate con caldo eccessivo, perché la pianta in condizioni di temperatura elevate potrebbe soffrire uno stress. Dopo la piantagione si deve irrigare costantemente per favorire l’attecchimento, senza eccedere, smettendo ovviamente in caso di piogge prolungate e comunque sospendendo le irrigazioni in tardo autunno inverno. Negli anni successivi si deve intervenire solo in caso di siccità prolungata.
Il portamento
Ci sono alcune varietà di acero giapponese particolarmente apprezzate per il portamento, decombente, a volte ancora slanciato, altre ancora sinuoso con ramificazioni contorte, che lo rende piacevole anche in inverno, soprattuto quando associato a una corteccia interessante sotto il profilo estetico. La chioma è generalmente espansa. Le foglie sono uno dei principali motivi di attrazione: hanno forma, tessitura e dimensione diverse a seconda della specie e della cultivar, e più ancora una colorazione attraente non solo in autunno, come si è spesso portati a ritenere, ma anche in primavera e in estate. Il vero spettacolo delle foglie dell’acero giapponese in realtà è dato dalla mutazione che avviene nel corso delle stagioni. La bellezza di questa pianta è innegabile dal mese di marzo fino a ottobre-novembre.
Specie e varietà
Acer palmatum
Il nome delle specie (palmatum) deriva dalla forma delle foglie che ricorda il palmo della mano. Tutte presentano lobi più o meno appuntiti in un numero compreso tra 5 e 9 e hanno una dimensione che non supera i 10 cm.
La cultivar ‘Suminagashi‘ è molto apprezzata per più motivi: il portamento semi-eretto, la velocità con cui raggiunge i 6 m di altezza e il colore delle foglie. Rosso porpora brillante in primavera, rosso quasi nero o marrone intenso in estate, le foglie diventano rosso verde intenso o rosso bruno in autunno. È un albero eccellente per il giardino.
Colori simili anche nella cv. ‘Atropurpureum‘, il cui nome è universalmente usato per diversi cloni e piantine con foglie rosse, nell’immaginario collettivo è l’acero giapponese per eccellenza. Le foglie sono principalmente a cinque lobi e di un ricco colore bordeaux in primavera, che diventa più profondo all’inizio dell’estate e si trasforma in un brillante scarlatto in autunno. Forma un albero ben ramificato alto 8-10 m.
La caratteristica principale di A. p. ‘Sango kaku‘ è, invece, la corteccia color corallo. Più giovane è la pianta, più il colore è forte. I toni brillanti si illuminano in autunno e si intensificano in inverno. Le foglie, con 5 o 7 lobi appuntiti, sono verde brillante e hanno una sfumatura rossastra sui bordi che svanisce progressivamente. A questo punto, in estate, le foglie sono verde chiaro, quasi lime. Il colore cambia in toni giallo-oro in autunno, con una forte miscela di arancio e rosso chiaro sui bordi.
Acer shirasawanum
Le foglie sottili di Acer shirasawanum, quasi traslucide hanno una consistenza simile a quella della carta velina e vengono perciò attraversate dalla luce del sole restituendo un effetto molto scenografico. Nonostante il loro aspetto delicato, resistono alle scottature meglio di qualunque altro acero giapponese. Le foglie sono piccole e hanno da 9 a 13 lobi corti e hanno una leggera plissettatura lungo le numerose venature principali. Quando compaiono sono giallo-verde chiaro e ricoperte di morbidi peli bianchi, diventando glabre e di un tono chiaro di verde lime. La colorazione autunnale spazia nei toni dell’oro, con un misto di cremisi. L’effetto totale della tessitura e del colore del fogliame rende questa specie particolarmente apprezzata nei giardini.
L’acero giapponese in vaso
La coltivazione in vaso dell’acero giapponese è abbastanza semplice, più o meno quanto quella della pianta in piena terra.
Per garantirgli una crescita costante e una buona colorazione del fogliame è preferibile sistemare la pianta in una zona ombreggiata ma luminosa, senza esporla ai raggi diretti del sole. L’irrigazione deve essere costante ma senza esagerare per evitare ristagni idrici che porterebbero le radici della pianta a marcire. Quando si rinvasa la pianta, si deve scegliere un vaso di misura di un paio di centimetri maggiore del precedente. Considerata la sua crescita lenta, il primo rinvaso è consigliato dopo almeno due anni.
L’acero giapponese in misura bonsai
La coltivazione del bonsai giapponese richiede qualche accorgimento in più. Le dimensioni del vaso devono essere ridotte. Il primo rinvaso andrà fatto dopo due anni e alla fine del mese di febbraio per evitare che la potatura delle radici provochi traumi alla pianta. E’ importante potare adeguatamente le radici poiché la loro crescita è molto intensa. Esistono terricci appositi per la coltivazione del bonsai e un’utile espediente è quello di stendere sul fondo del vaso uno strato drenante che evita il ristagno idrico, drenando l’acqua in eccesso. Durante l’estate le foglie del piccolo bonsai fanno evaporare più acqua di quella che la pianta è in grado di assorbire. Questo può provocare l’ingiallimento dell’estremità delle foglie. Quindi, quando le temperature si alzano è bene aumentare le innaffiature e posizionare il bonsai giapponese in zone riparate.
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