Cento anni fa, precisamente il 23 marzo 1923 naceva a Milano Giuseppe Panza, uno dei più importanti collezionisti d’arte contemporanea del Novecento. Egli iniziò a svolgere questo mestiere sin dalla fine degli anni Quaranta, giocando un ruolo fondamentale nella cultura artistica del suo tempo in quanto fu tra i primi a portare in Europa fenomeni come la Pop Art, il minimalismo, l’arte ambientale e l’arte concettuale.
Un’altra caratteristica della sua attività collezionistica fu la costante ricerca dei contesti più adatti in cui esibire le opere d’arte. Infatti, parti coerenti della sua collezione furono esposte o acquistate in grandi musei d’arte contemporanea come il MOCA di Los Angeles o in architetture storiche come palazzi barocchi e dimore settecentesche, creando un dialogo innovativo fra contesto e opera d’arte.
Il collezionista-pensatore che co
“Ho sempre comperato per un interesse ideale, ritenevo che dovevo comprare quelle opere in quanto riflettevano il mio modo di vedere la vita, la visione dell’artista era anche la mia”
Così scrisse Giuseppe Panza, che con la sua rigorosa visionarietà portò in Italia e nel mondo i grandi artisti fra i quali Rothko, Rauschenberg, Turrel, Segal, Tapies, Lichtenstein, Weiner, Nauman. Il racconto di Panza svela un percorso attraverso gli snodi fondamentali dell’arte del secondo Novecento, mettendo in primo piano gli incontri con gli artisti che animarono il formarsi della sua straordinaria collezione. Principalmente, l’autobiografia ‘Ricordi di un collezionista‘ attraversa i tre decenni degli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta, che furono densi di avvenimenti storici e di profonde trasformazioni nella cultura artistica su entrambe le sponde dell’oceano.
Scheda libro
Titolo: Ricordi di un collezionista
Autore: Giuseppe Panza
Casa Editrice: Jaca Book, collana Arte
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