Una nuova tesi, fondata su tecniche di ricerca d’avanguardia, rivaluta il ruolo della giungla nel processo evolutivo degli esseri umani.
Patrick Roberts, archeologo e ricercatore del Max Planck Institute specializzato nello studio degli ambienti tropicali è l’autore di “Giungle. Come le foreste tropicali hanno dato forma al mondo attorno a noi”, pubblicato da Aboca Edizioni. Un saggio che presenta l’idea, innovativa, secondo la quale la visione degli esseri umani come “specialisti della savana” è sbagliata e che, contrariamente a quanto la scienza ha finora sostenuto, le foreste tropicali sarebbero state la vera culla della civiltà.
Una tesi ben documentata dall’autore sulla base di nuove e clamorose prove acquisite attraverso tecniche di ricerca all’avanguardia, come la scansione laser dal cielo e lo studio genetico delle piante in laboratorio che dimostrerebbe come i nostri predecessori hanno iniziato molto presto non solo a vivere ma anche a modificare le foreste pluviali. Da questo punto di vista è possibile affermare che l’Antropocene sia iniziato proprio nelle giungle, seimila anni fa.
In epoca più recente, il colonialismo europeo ha avviato uno sfruttamento delle risorse senza precedenti, innescando una massiccia deforestazione finalizzata al sorgere delle miniere e allo sviluppo di piantagioni con monocolture, con effetti devastanti sia per l’erosione del suolo sia per lo sradicamento di milioni di persone dalle loro terre. Dalle foreste pluviali piene di sanguisughe dello Sri Lanka, a quelle secche e infiammabili dell’Australia, dalle foreste nebulose del Messico, all’Amazzonia brulicante di vita, Patrick Roberts ha lavorato come un pioniere, inseguendo per dieci anni un’idea inedita e rivoluzionaria. Con questo saggio, in corso di pubblicazione in 10 Paesi nel mondo, l’autore racconta una storia del mondo dal punto di vista dei tropici per far comprendere il ruolo cruciale, ma spesso notevolmente trascurato, delle foreste tropicali nella storia umana e nel funzionamento della Terra.
La conclusione è che il futuro dell’umanità è saldamente intrecciato alla loro salvaguardia e che quindi si pone come impellente un’azione che ne impedisca la completa distruzione.
©Villegiardini. Riproduzione riservata
Potrebbero interessare anche: