Sedotti dal portfolio fotografico che illustra i progetti dello Studio Jean Verville, due appassionati di arte e design italiano degli anni ’80 del Laurentides, nel Québec meridionale, Canada, hanno commissionato allo Studio il progetto del loro rifugio nella foresta. L’obiettivo era poter trascorrere la loro quotidianità con un’energia estrosa, una sfida in assoluta coesione con l’approccio dirompente dello Studio.
Il progetto realizzato è un universo alternativo personalizzato, concepito con spirito collaborativo e approccio ludico, sviluppato con rigore architettonico matematico. MEV sfrutta l’associazione di geometrie e colori sotto la spinta dell’universo ribelle del gruppo italiano Memphis, in antitesi alla monotonia e alla monocromia dell’architettura e del design del suo tempo. Evocando lo stravagante universo degli anni ’80, il progetto celebra una molteplicità di riferimenti in un sistema di relazioni espressive e contrastanti al fine di comunicare le personalità dei proprietari. Per integrarsi nella natura circostante, questa casa-studio rivela una forma organica e un aspetto grezzo, confrontando i suoi materiali con un insieme di linee curve in una realizzazione meticolosa. La sua stravaganza si manifesta in interni con grafiche, dove volumi e materiali si sviluppano in una frizzante organizzazione cromatica.
La posizione di questo insieme eclettico è determinata dalla presenza di un torrente che attraversa il terreno. Sul lato sud, la disposizione lineare degli ambienti consente una visione costante del paesaggio e del torrente. Sul lato nord, due volumi distinti, collegati da un ingresso interamente vetrato, appaiono come una lunga facciata cieca unificata da un unico tetto. Mentre una logica di funzionalità del tutto matematica invita a escludere le superfici del tetto in un diagramma booleano, la sua forma è ridefinita da uno spostamento dell’asse del colmo, che vanifica la lettura della volumetria e anima la silhouette di una nuova complessità.
Convergendo in un insieme di soluzioni formali, i volumi nascondono elementi di stoccaggio e domestici per articolare un sistema strutturato. Giocando con le possibilità di impatto visivo, le texture, i colori e i materiali sfruttano la luce in un riflesso caleidoscopico. Volumi e superfici giocano a contrapporsi formalmente, adornandosi con una serie di elementi, motivi e colori che si contendono le tracce dell’infanzia. Quintessenza della fuga nella natura, la foresta laurenziana accoglie la casa-studio in una porzione di territorio rimasta fuori mano, offrendo un luogo di vita e di lavoro vibrante e libero.
Studio Jean Verville architectes
Lo Studio è un team multidisciplinare le cui competenze complementari contribuiscono alla variabilità della sua produzione.
Osservando con divertimento gli impatti della cultura popolare, lo studio invita ad appropriazioni individuali enfatizzando le capacità dell’architettura di trasformare le relazioni con lo spazio. Con i suoi collage digitali volutamente imperfetti che celebrano la molteplicità delle percezioni, lo Studio sviluppa fantasie architettoniche in cui la veridicità delle immagini e la realtà della vita quotidiana sono messe in discussione.
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