L’Italia è ricca di testimonianze delle famiglie aristocratiche più in vista che hanno lasciato, nel corso della storia, palazzi, ville, castelli, giardini e beni, spesso legati a mecenati di grande cultura e artisti illustri. Roma è la città che ne annovera forse più di ogni altra, e Palazzo Colonna ne è un magnifico esempio. È uno dei più ampi e antichi palazzi privati della Città Eterna sul colle del Quirinale. Abitato da otto secoli dalla famiglia Colonna, che si stabilì in città agli inizi del XIII secolo, il palazzo è stato oggetto di modifiche, ampliamenti, decorazioni in conseguenza dell’aumentato potere dei suoi proprietari, la cui storia è inscindibilmente legata a quella dello Stato del Vaticano e in seguito a quella del Regno d’Italia. Sono circa trentuno le generazioni che si sono avvicendate nel corso dei secoli.
La famiglia ha espresso condottieri d’armi, cardinali, mecenati e un papa, Martino V, che all’inizio del XV secolo riportò il papato da Avignone a Roma, evitò lo scisma d’Occidente e organizzò una rinascita culturale, urbana e burocratica della città, dopo anni di abbandono. Ogni esponente della famiglia lasciò una traccia del suo passaggio nella aristocratica dimora, con sovrapposizioni di stili architettonici sia nel palazzo sia nel parco. Solo nel corso del XVII secolo l’architettura assunse la sua veste barocca e un assetto pressoché definitivo; e sempre in quest’epoca fu costruita la maestosa Galleria Colonna, inizialmente su progetto di Antonio del Grande, poi di Gian Lorenzo Bernini e altri. Lo scopo primario della Galleria era la celebrazione della vittoria dei cristiani sui Turchi nella battaglia di Lepanto, nel 1571, durante la quale Marcantonio II Colonna fu a capo della flotta pontificia, ma anche di esibire le prestigiose raccolte d’arte che la famiglia aveva collezionato e tramandato, secondo i criteri del più moderno collezionismo. La Galleria e i capolavori che ospita sono oggi aperti al pubblico e lasciano il visitatore quasi estasiato dalla bellezza di questi autentici tesori artistici italiani. Uscendo dalla sala della colonna bellica della Galleria e attraversato un ponte di raccordo si accede al giardino, anch’esso risultato di più interventi di sistemazione. I terreni sul colle del Quirinale appartenevano alla famiglia Colonna dal XIII secolo ed erano in gran parte occupati dalle rovine di un grande complesso templare, che si suppone risalga alla dinastia dei Severi, dedicato al dio greco-egizio Serapide e più tardi a Ercole Dionisio. Fino al XVII secolo questo spazio era stato usato per costruzioni militari e abitazioni in prossimità del palazzo da cui era ed è separato da via della Pilotta, posta a una quota ribassata. Quando il Palazzo assunse la sua conformazione attuale, il cardinale Ascanio Colonna decise di trasformare i terreni in un vero e proprio giardino di delizia che estendesse la bellezza della Galleria anche all’esterno. Ne affidò il progetto all’architetto Rainaldi che realizzò tre terrazzamenti necessari per gestire il dislivello tra il Piazzale del Quirinale e via della Pilotta, evitando di lasciare il giardino in pendenza. Fece erigere una doppia scalea, che fiancheggia una catena d’acqua, e si interrompe tra la terza e la seconda terrazza lasciando il posto a un piazzale ellittico con vasca rettangolare nel quale trova spazio una galera in peperino (allusione alla battaglia di Lepanto), per poi riprendere e condurre alla prima terrazza, dove termina con una piccola grotta.
L’architetto iniziò anche la costruzione del Ninfeo a capo della catena d’acqua, che fu poi completato per volontà di Filippo I, cui si devono anche i muri di recinzione e l’abbattimento degli ultimi resti del tempio, di cui rimangono un frammento del timpano e altri della trabeazione nella terrazza superiore del giardino. Circa un secolo più tardi Filippo II fece erigere dall’architetto Alessandro Specchi un’edicola monumentale per celebrare la vittoria di Lepanto, con tre nicchie al centro delle quali spicca una statua di Marcantonio II, ritratto come un imperatore romano. In seguito vennero collocate le statue di altri due condottieri della famiglia, Fabrizio e Prospero. L’edicola è inquadrata dalla prime finestre del piano nobile della Galleria, collegato al giardino da quattro ponti che permettono un passaggio in quota sopra l’attuale via della Pilotta. Nello stesso periodo la scalea fu arricchita di statue femminili, da quella del Centauro marino e da vasi con agrumi.
Nella prima terrazza quattro aiuole rettangolari inerbite con al centro alberi di Magnolia grandiflora hanno sostituito altrettanti parterre dagli elaborati disegni. I giardini sono una riuscita fusione di giardino all’italiana nella prima terrazza e giardino barocco nella seconda e nella terza, che sono collegate tra loro da una scala che corre lungo il confine con la Pontificia Università Gregoriana, oppure tramite un sistema di viali, oltre che dalla doppia scalea affiancata da siepi topiate di pitosforo.
Siepi in forma obbligata di bosso e di alloro ornano la prima terrazza accanto alle aiuole con le Magnolia e lungo i viali in ghiaino grandi vasi di terracotta con lo stemma della famiglia ospitano pitosfori tenuti a sfera. Arbusti di rose ingentiliscono la piccola grotta sotto alla statua del Centauro marino. Una grande siepe di Spiraea x vanhouttei rallegra coi suoi fiori bianchi in primavera il margine della seconda terrazza, sormontata da alti cipressi e da lecci.
I giardini, pur ridimensionati rispetto al passato, sanno destare stupore e meraviglia e regalano una piacevole sensazione di serenità, nel pieno centro storico di Roma. Chiudendo gli occhi per un istante si può immaginare il Petrarca che passeggia, oppure sentire Vittoria Colonna conversare con Michelangelo Buonarroti o ancora Costanza con Caravaggio, forse anche la principessa Isabelle intrattenere qualche ospite, come se il tempo si fosse fermato.
Il Giardino di Palazzo Colonna sul Colle del Quirinale fa parte del Network Grandi Giardini Italiani.
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