Affascinante e caotica, ricca di contrasti e deliziosamente in bilico tra il barocco più fastoso e un’aria decadente e nostalgica, Catania è una città di grande fermento culturale e sociale. Ed è in questa antica città portuale, alla pendici dell’Etna, caratterizzata soprattutto nei mesi estivi, da una spiccata vitalità che Salvatore Puleo, architetto, ha incontrato un editore, di origine siciliana, che dopo molti anni trascorsi tra New York e Milano ha deciso di rivolgersi allo studio SPA (Salvatore Puleo Architetto) per il progetto di una casa che potesse permettergli di vivere questo luogo, un paio di mesi l’anno, ma al ritiro dal caos cittadino sulle colline che circondano la città.
“Le richieste del cliente sono state chiare sin dall’inizio”, racconta l’architetto Salvatore Puleo. “Mi regalò Modernism Rediscovered, un libro di fotografia d’architettura su Julius Shulman, e mi disse questo è il genere di spazio che mi piace… fai tu.” La citazione era ovvia, l’architettura d’interni modernista degli anni 60, chiaramente declinata verso un mood più contemporaneo. Per quanto si parli di uno spazio di soli 140 metri quadrati e di un progetto di ristrutturazione d’interni, poca cosa per l’architetto abituato alla progettazione di dimore assai più imponenti, la sfida progettuale è stata complessa: trasformare un anonimo e buio piano giardino di una casa privata costruita nel 1970, una volta utilizzato come sala giochi della residenza, in uno spazio indipendente, dove citazione contemporaneità e funzionalità facessero da padroni. Da qui il pensiero di progettare un open space, ampiamente vetrato, che permettesse da qualsiasi parte della casa di godere della vista sul giardino, il posizionamento di grandi divisori mobili che all’occorrenza potessero dividere diversi ambienti e l’uso di materiali organici molto semplici e in assoluta simbiosi con il territorio. Dal piccolo portoncino in cemento, su strada, si entra in un patio pavimentato in teak e recintato da alti muri perimetrali, una vera e propria camera all’aperto, percepita come una estensione della casa verso l’esterno.
Tre ulivi secolari ben posizionati, oltre ad assolvere l’aspetto bioclimatico accompagnano verso l’ingresso, creando una connessione emotiva con il territorio. Nessuna classica porta d’ingresso, ma una grande vetrata, con apertura a bandiera, che durante i mesi caldi, favorisce un rapporto fluido interno ed esterno. All’interno, il punto focale del soggiorno è un imponente camino squadrato dal sapore vintage, trattato con una resina cementizia dalla cromia naturale e bordato in pietra lavica. La cucina, aperta sul soggiorno, è costituita da un volume monolitico sempre in pietra lavica, che incorpora gli elettrodomestici e una parete attrezzata retrostante laccata nero lucido. Le ante a tutt’altezza in piuma di noce e incorniciate in ferro grezzo permettono all’occorrenza la schermatura del vano attrezzato. Nella zona notte, due grandi pannelli scorrevoli, a scomparsa, anch’essi trattati con resina cementizia, nascondono una piccola zona fitness e un bagno, a servizio della stessa, interamente rivestito da lastre in pietra lavica.
Grandi vetrate che si affacciano su un piccolo giardino terrazzato ricco di piante autoctone e alberi di limoni, sono state posizionate anche sul retro, in un’area che ospita la camera da letto, cabina armadio e bagno padronale.
Nonostante l’aspetto minimale sia la nota dominante degli interni della casa, dalle linee rigorose e squadrate e dal colore grigio polvere delle pareti e dei pavimenti in resina, esattamente della stessa tonalità, molti sono i dettagli che connotano lo spazio. I soffitti all’apparenza al netto d’illuminazione ospitano invece un impianto quasi invisibile di luci che nelle ore serali, oltre a rendere lo spazio caldo e accogliente, punteggiano il soffitto, allineando i percorsi della casa.
Tagli a led verticali posizionati in diverse aree della casa, regalano giochi di luce sofisticati. Pannelli in ferro naturale ricoprono i radiatori contribuendo al decoro minimale e nostalgico della casa. Particolare attenzione è stata dedicata anche all’impianto di climatizzazione, collocato sotto i controsoffitti che, grazie a delle feritoie perimetrali a soffitto, permette il raffreddamento dell’aria, evitando i classici inestetismi causati dal posizionamento di griglie. Un confortevole e moderno buen retiro, non ordinario, uno spazio godibile e sereno anche se vissuto solo in certi periodi dell’anno. puleoarchitettura.com
Testo di Pierantonio Giacoppo
Foto di Emanuela Minaldi
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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