L’artista Fabio Roncato, protagonista della mostra Momentum (Adda), a cura di Gaspare Luigi Marcone, visibile sino al 28 febbraio 2023 presso la vetrina di Platea, dialogherà con la storica dell’arte Daniela Ferrari, il direttore artistico di Platea Carlo Orsini, il critico d’arte Giorgio Verzotti e la storica dell’arte Maria Villa.
L’opera di Fabio Roncato cristallizza in forma di scultura l’energia delle acque del fiume Adda, uno dei principali corsi d’acqua della Lombardia, che attraversa il territorio lodigiano. La realizzazione è avvenuta sulle rive del fiume, nell’estate 2022, e si è conclusa in fonderia con la tecnica della fusione a cera persa. Le fasi di questo affascinante processo, in grado di rendere materia entità immateriali come l’energia, sono state documentate dal fotografo Daniele Marzorati. Per l’occasione, la serie fotografica sarà visibile presso la Sala Granata. Momentum (Adda) consegna un istante all’eternità, regalando a Lodi e alla sua cittadinanza un ritratto ideale delle forze che attraversano il territorio, ma è allo stesso tempo un invito alla riflessione sulla precarietà degli equilibri ambientali. La mostra Platea | Palazzo Galeano presenta, sino al 28 febbraio 2023, l’ultima mostra della stagione espositiva 2022: Momentum (Adda), progetto espositivo inedito dell’artista Fabio Roncato, a cura di Gaspare Luigi Marcone. Partendo dallo studio e dall’osservazione del territorio locale, l’artista ha realizzato un’installazione scultorea site-specific, pensata appositamente per Lodi e per gli spazi di Platea. Il lavoro di Fabio Roncato rivela una profonda fascinazione per le forze energetiche della natura, come l’acqua dei fiumi e dei mari, i movimenti astronomici, il dinamismo della Terra, che nella sua pratica si traducono in nuovi paesaggi o frammenti di visioni naturali, attraverso materiali, metodi e processi eterogenei. Il ciclo di sculture Momentum rappresenta quasi la quintessenza della ricerca artistica di Roncato. Il processo che conduce alla realizzazione di queste sculture sembra apparentemente semplice, ma è in realtà frutto di una ricerca che ha condotto l’artista a definire un proprio metodo sperimentale che deriva prima di tutto dallo studio sul campo dei fiumi e dei territori limitrofi in cui si trova a operare, alla ricerca di un luogo idoneo per concretizzare le proprie idee. Una volta individuata una porzione di fiume congeniale alla sua visione, Fabio Roncato fonde frammenti di cera naturale e grazie ad appositi contenitori la immerge nell’acqua corrente. Quasi istantaneamente lo sbalzo termico tra caldo e freddo solidifica la cera in un oggetto che ricalca le forme dell’acqua, le sue onde e le sue correnti. Questa “matrice” (o anima) in cera viene poi a sua volta fusa in alluminio – evocando la classica tecnica della cera persa – ottenendo la scultura finale. Fabio Roncato presenta a Platea un’opera che nasce nel cuore del territorio, dopo diversi sopralluoghi sulle rive dell’Adda, il fiume che attraversa Lodi e che in alcuni casi è stato definito “il fiume lombardo per eccellenza”, condotti nell’inverno e nella primavera 2022.
Il processo di realizzazione ha avuto inizio nel luglio dello stesso anno, le acque del fiume erano abbondanti, il clima e il paesaggio in armonia all’operare dell’artista che ha scelto di agire nel tardo pomeriggio, verso sera, per ovviare alle alte temperature e alla luce abbacinante del sole. Il lavoro notturno ha dato la possibilità di tutelare il grande frammento di cera che ha potuto così asciugarsi e stabilizzarsi in condizioni più idonee. Dopo alcune settimane di “riposo” il frammento in cera, ormai “stabilizzatosi”, è stato trasportato in fonderia dove sono iniziate le procedure di fusione in alluminio. Il lavoro dell’artista fa emergere movimenti e situazioni che difficilmente si potrebbero vedere a occhio nudo. L’azione creativa di Fabio Roncato è anche un atto performativo. I suoi gesti catturano frammenti di tempo e di spazio, stabilizzano nel tempo la “fotografia” di un’energia scaturita dalla natura che difficilmente si ripresenta uguale a sé stessa. Il risultato finale per questo progetto ha fornito una delle sculture più grandi mai realizzate dall’artista unitamente a un ricco apparato fotografico delle diverse fasi della realizzazione dell’opera. Spiega il curatore Gaspare Luigi Marcone: «Momentum è un ciclo di pezzi unici, l’unicità di quel singolo attimo, o appunto, “momento”, dato dalla congiunzione tra l’energia della natura e l’atto artistico. Direttamente o indirettamente l’artista si confronta con i temi universali dell’essere umano e dunque della filosofia, della storia e dell’antropologia. Il profumo del pensiero di Eraclito si apre alle numerose metafore e simbologie che hanno il fiume come soggetto e scenario primario; le grandi civiltà nascono sulla riva dei fiumi e l’immersione nel fiume è un atto rituale comune a molte culture. Nel corso dei secoli il fiume Adda ha delineato – e configura ancora oggi – il paesaggio lombardo, la sua cultura e le sue attività produttive; come tutti gli elementi naturali – visto il precario equilibrio tra uomo e natura divenuto ormai un fattore di emergenza della società contemporanea – anche l’Adda è ricordato per eventi catastrofici come la grande piena del 2002, un’alluvione che sommerse la città di Lodi ancora oggi presente nella memoria dei cittadini. Esattamente vent’anni dopo questa vicenda il progetto di Fabio Roncato rappresenta un invito alla riflessione.» Il progetto Platea | Palazzo Galeano è realizzato anche grazie al supporto dei main partner Ferrari Giovanni Industria Casearia Spa e Consorzio Tutela Grana Padano e ai partner tecnici Solux Led Lighting Technology, Verspieren Broker di Assicurazione e 4Legal Studio Legale. Dopo aver conseguito il diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano ha perfezionato il suo percorso di formazione frequentando diverse residenze in Italia e all’estero tra cui: l’Atelier Bevilacqua La Masa (Venezia), VIR-Via Farini in Residence (Milano), Fondazione Spinola Banna per l’Arte (Banna, Torino), Jan van Eyck Academie (Maastricht) e Premio Shangai alla East China Normal University (Shanghai). Nelle opere che fanno parte della sua recente ricerca Roncato sviluppa una riflessione relativa ai confini della rappresentazione visiva indagando forme, elementi, energie della natura e della contemporaneità; l’idea è quella di condurre la pratica artistica all’interno delle criticità legate al rapporto fra comprensione della realtà e limiti imposti dalla percezione dei sensi. L’opera si modella spontaneamente in maniera ogni volta imprevedibile. L’immaginazione ha un ruolo determinante in questa prassi e in questi metodi di scoperta.
Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive in gallerie private, spazi indipendenti e istituzioni museali in Italia e all’estero fra cui si ricordano: Fulgura et Fossilia, mostra personale a cura di Ilaria Bignotti, Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia, Brescia (2022), Pietre / Stones, a cura di Giulia Bortoluzzi, The Open Box, Milano (2022), Italian Twist, a cura di Elisa Carollo e Mattia Solari, Fondazione Imago Mundi, Gallerie delle Prigioni, Treviso (2021), Come pesci nell’acqua, a cura di Giorgio Verzotti, Villa Nigra, Miasino (2021), Come trattenere l’energia che ci attraversa. Paesaggi, a cura di Stefano Coletto, Fondazione Bevilacqua La Masa, Palazzetto Tito, Venezia (2021), The Field of Unknown (mostra bipersonale con Julie van der Vaart), Ingrid Deuss Gallery, Anversa (2020), Ti Bergamo, a cura di Lorenzo Giusti e Valentina Gervasoni, GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Bergamo (2020), A Collection for Beyond the Plastic, a cura di Chiara Casarin e Giovanni Bonotto, MUSE – Museo delle Scienze di Trento, Palazzo delle Albere, Trento (2020), Il motore delle stelle, mostra personale a cura di Giorgio Verzotti, The Open Box, Milano (2019), Ultramar, mostra personale a cura di Davide Dal Sasso, MARS – Milan Artist Run Space, Milano (2019), Il pianeta dove evaporano le rocce, mostra personale a cura di Chiara Casarin ed Eleonora Castagna, Torre delle Grazie, Musei Civici di Bassano del Grappa, Bassano del Grappa (2018). Nel 2022 alcuni suoi lavori sono stati selezionati per i progetti E.ART.H. Eataly Art House di Verona e Procida Capitale Italiana della Cultura. Daniela Ferrari (Trento, 1973) Storica dell’arte, è curatrice presso il Mart di Rovereto. I suoi interessi vertono principalmente sull’arte italiana del XX e XXI secolo. Dal 2007 è responsabile al Mart della Collezione VAF-Stiftung fra le più vaste raccolte di arte italiana, moderna e contemporanea. Ha curato e co-curato mostre su artisti quali Alberto Burri, Agostino Bonalumi, Lucio Fontana, Achille Funi, Piero Manzoni, Fausto Melotti, Giorgio Morandi e numerose collettive tematiche sull’arte del XX secolo. Nel 2012 ha pubblicato il libro Archivio di Nuova Scrittura Paolo Della Grazia. Storia di una collezione e il Catalogo generale della Collezione VAF-Stiftung. Nel 2021 ha curato il Catalogo ragionato della Collezione VAF-Stiftung dedicato al primo Novecento e nel 2022 le monografie su Andrea Facco e Luca Coser. Giorgio Verzotti (Boca, 1953) Critico d’arte e curatore indipendente, è stato curatore presso il Castello di Rivoli e il Mart di Rovereto e direttore di Artefiera a Bologna. Insegna all’Università Cattolica di Milano.
È corrispondente dall’Italia per la rivista “Artforum” di New York. Ha curato mostre di artisti come Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Carolrama, Enzo Cucchi, Marlene Dumas, Wim Delvoye, Chiara Dynys, Douglas Gordon, Runa Islam, Mimmo Jodice, Bertrand Lavier, Shirin Neshat, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Haim Steinbach, Armando Testa, Wolfgang Tillmans, Niele Toroni, Grazia Varisco, Luca Vitone e molte mostre collettive. Ha scritto libri su Terry Atkinson, Umberto Boccioni, Claudio Guarino, Imi Koebel, Mario Merz, Gabriele Picco. Vive fra Milano, la campagna di Novara e la Valle d’Itria. Maria Villa (Vaprio d’Adda, 1985) Storica dell’arte contemporanea e curatrice, ha ricoperto il ruolo di assistente curatore al MACRO – Museo Arte Contemporanea Roma e nel 2013 al Padiglione Italia della 55. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Dal 2013 lavora alla Fondazione Lucio Fontana di Milano occupandosi in particolar modo del coordinamento dei progetti espositivi ed editoriali; dal 2016 è inoltre membro del Consiglio di Amministrazione della stessa istituzione e dal 2022 suo vicepresidente. Collabora con alcuni spazi espositivi pubblici e privati, tra questi la galleria RIBOT di Milano per cui cura i progetti editoriali. Associazione Platea | Palazzo Galeano Platea | Palazzo Galeano è un’associazione culturale nata a Lodi nel 2020 con lo scopo di promuovere l’arte in tutte le sue forme sul territorio locale con una prospettiva internazionale, sviluppando forme inedite di mecenatismo rivolte ai giovani talenti creativi che prevedono il coinvolgimento di artisti affermati e gallerie d’arte di primaria importanza. I soci fondatori sono un gruppo di amici appassionati di arte contemporanea e architettura e amanti della propria città: Claudia Ferrari, Laura Ferrari, Carlo Orsini, Luca Bucci, Lorenzo Bucci, Gianluigi Corsi. L’attività dell’associazione prevede la presentazione di progetti d’arte e cultura contemporanea presso lo spazio espositivo ricavato nella facciata di Palazzo Galeano, nel centro storico di Lodi: Platea. Una vetrina sempre illuminata, visibile di giorno come di notte, inaccessibile dall’esterno. Platea deve il suo nome – che contiene un preciso intento programmatico – a una generosa concessione dell’artista Marcello Maloberti, lodigiano di nascita, che, nel fare dono all’Associazione di quello che avrebbe dovuto essere il titolo di una sua nuova performance, ha detto: “Platea è l’omaggio alla città. Il nome dello spazio sottolinea l’importanza del pubblico, disposto in una grande ‘platea’, che poi è la città di Lodi, ma anche, citando Harald Szeemann, la ‘platea’ dell’umanità. E per me, il pubblico è il mio corpo.” Da questo gesto si è sviluppato il progetto culturale votato al sostegno delle più giovani generazioni creative, attraverso la costruzione di collaborazioni con artisti affermati, chiamati in veste di “numi tutelari”, e con il coinvolgimento di gallerie d’arte contemporanea d’eccellenza. Il progetto si basa sul concetto di “platea”, intesa anche come modalità molto attuale di esporre, di organizzare il display, in cui l’opera si offre allo sguardo del passante che inconsapevolmente la incrocia sul suo cammino. Per questo motivo, le opere che comporranno i cicli espositivi protagonisti di Platea saranno selezionate per la loro capacità di suscitare “un incidente di sguardo”, come annunciato nel Manifesto composto dall’associazione.