Bill Viola il Maestro della videoart (in italiano videoarte). L’artista è nato a New York il 25 gennaio 1951. È un artista eclettico noto soprattutto per le sue installazioni video, anche se si è cimentato con la musica e persino con un videogioco – “The Night Journey” – nel 2018. Anche se Bill Viola ha sempre amato viaggiare ha un grande Studio, diretto dalla moglie Kira Perov, a Long Beach in California (USA).
Gli esordi
Italoamericano, nel 1973 si laureò in Arte (Visual e Performing Arts) alla Syracuse University dove studiò in particolare pittura e musica elettronica e dove tra l’altro fece parte del Gruppo musicale Composers Inside Electronics (CIE), un gruppo che componeva e eseguiva musica elettronica e elettroacustica. Visse poi per un periodo a Firenze. In questa città lavorò come direttore tecnico collaborò per circa tre anni alla casa di produzione video d’arte d’avanguardia “Art/tapes/22”, fondata dalla critica d’arte e gallerista Maria Gloria Bicocchi e da suo marito Giancarlo. Importanti furono poi le sue prime collaborazioni istituzionali con il Musée d’Art Contemporain di Parigi, il Palais de Beaux-Arts di Bruxelles e al Long Beach Museum of Art.
La consacrazione
Nel 1995 Bill viola partecipa alla 46° Biennale di Venezia come rappresentante degli Stati Uniti: per l’occasione presenta cinque installazioni video inedite del ciclo “Buried Secret”. Nei due anni successivi lavora a il grande progetto “A 25 year Survey” che presenta nel 1997 al Whitney Museum delle Arti. La sua lunga ricerca artistica gli regala molti successi e riconoscimenti che vanno dal ciclo di video in cinque parti per il Guggenheim di New York e Berlino; Nel 2000 espone alla National Gallery di Londra. Nel 2017, Firenze, ricordando gli inizi di Viola, a Palazzo Strozzi gli dedica una mostra curata dalla moglie dell’artista Kira Perov e da Arturo Galansino.
Vita privata: moglie e figli
Di grande importanza e impatto, a livello professionale ma anche umano fu, nel 1977, una esposizione a La Trobe University di Melbourne dove conobbe la direttrice artistica Kira Perov con la quale iniziò una lunga collaborazione e che divenne nel 1980 sua moglie e madre dei suoi due figli. L’artista ha affidato la gestione dello studio alla moglie, che è anche il suo direttore esecutivo. Tutte le pubblicazioni dello studio sono a cura di Perov, che documenta meticolosamente il proseguo dei loro lavori in corso nelle diverse location.
Bill Viola e l’Italia
L’artista ha un rapporto speciale con l’Italia. Bill Viola è cresciuto in una famiglia di origini italo-americane in cui era presente una forte componente cristiana. Non solo il “battesimo” dell’arte ce l’ha in Italia a Firenza dove lavora giovanissimo (appena ventenne) per tre anni e dove si innamora dell’arte rinascimentale, che con l’acqua e la spiritualità è uno dei tratti trasversali a tutta la sua ricerca artistica, che sembra spesso animare quadri del Seicento italiano. Dopo la consacrazione “americana” infinite sono le mostre che l’Italia gli dedica. Un dato per tutti negli ultimi 5 anni è stato protagonista di 7 mostre solo nel nostro Paese, tra cui quella appena conclusa alla Chiesa del Carminiello di Napoli e l’interessantissima “Bill Viola. The Seventies” alla Fondazione Ragghianti di Lucca sugli esordi dell’artista.
Bill Viola e l’acqua
L’acqua è un elemento centrale nella ricerca artistica di Bill Viola. Non tutti conoscono l’origine: all’età di circa sei anni l’artista cade e rischia di annegare in un lago durante una vacanza. Lo zio lo salva non senza difficoltà. Questa caduta è stata un’esperienza drammatica e catartica nella formazione artistica di Viola. Lui stesso la descrive come l’esperienza ” più bella della mia vita, pacifica e senza paura”. In questa esperienza egli vede ora l’esigenza di usare spesso nelle sue opere l’acqua, come simbolo della sua ricerca spirituale legala al mondo interiore. Nella caduta c’è la purificazione e la base per la resurrezione.
I temi della videoart di Bill Viola
Bill Viola è una persona fortemente spirituale, più che religiosa. Dietro la sua arte possiamo ritrovare una continua ricerca introspettiva, che l’artista ritiene essere alla base per la propria evoluzione spirituale. Del resto è facile rintracciare nelle sue opere chiari indizi e richiami alla trascendenza e al buddismo zen. Tale approccio si completa durante una permanenza in Giappone di oltre un anno, per una borsa di studio di scambi culturali, degli insegnamenti del pittore zen Daien Tanaka. Dall’analisi del lavoro si comprende come questa esperienza, il primo lungo viaggio con quella che sarebbe diventata sua moglie, fu un’esperienza spartiacque.
L’artista è interessante perché rivive nelle sue opere una forma di personale sincretismo religioso, mostrando contestualmente un interesse intimo e sincero per l’oriente, quanto anche un amore quasi ossessivo per l’arte cristiana. In particolare a partire dagli anni Novanta l’artista indaga l’iconografia medievale e rinascimentale: i suoi lavori più celebri sembrano infatti rianimare e rappresentare in modo onirico le pale d’altare, di cui l’artista si innamorò nei primi anni di formazione e lavoro in Italia.
In fondo vero tema del Maestro della videoart è da sempre il viaggio: tutto è un divenire, una continua crescita e tentativo di elevazione. Per l’artista questo viaggio è stato anche fisico così che elementi eterogenei precipitano e si mescolano nei suoi lavori. E’ in fondo questa estrema sintesi di tutto ciò che lo circonda ad arrivare allo spettatore, prima dell’interpretazione razionale.
La musica e Bill Viola
Bill Viola è un artista eclettico. Tra i tanti interessi culturali portati avanti c’è anche la musica, che dagli anni 2000 prende forma in numerose collaborazioni, tra cui quella con il regista Peter Sellars e con il direttore d’orchestra Esa-Pekk Salonen per un allestimento dell’opera di Wagner Tristano e Isotta nel 2004 o LP “Viola, The Talking Drum” registrato e presentato nel 2015 in un parcheggio sotterraneo di Londra.
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