Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderòn, nota come Frida Kahlo, è stata una pittrice messicana famosa soprattutto per i suoi autoritratti dai colori vivi e pieni, spesso associati alla matrice surrealista in cui lei non si è mai riconosciuta. Frida Kahlo è diventata il simbolo del femminismo per la sua personalità libera e inflessibile, per i temi trattati nella sua opera come il corpo della donna, l’identità e la morte. Sposata due volte con il muralista Diego Rivera, fondatore della moderna pittura messicana, non ebbe figli. Morì prematuramente a soli quarantasette anni a causa di un’embolia polmonare.
Frida Kahlo, biografia
“Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni.”
Frida Kahlo, Time Magazine, “Mexican Autobiography, 27 aprile 1953
Con queste parole in un’intervista al Time Megazine un anno prima della sua morte, Frida Kahlo sintetizzò tutta la sua opera pittorica.
Frida nacque il 6 luglio del 1907 a Coyoacán, Città del Messico, anche se amava riportare come anno di nascita il 1910, poiché si sentiva figlia della rivoluzione messicana di quell’anno e del Messico moderno. Il padre, tedesco, di origini ungheresi, era un fotografo nato a Pforzheim (nell’odierno Baden-Württemberg) ed emigrato in Messico nel 1891; la madre, una benestante messicana di origini spagnole e nativa americana (questi due aspetti appartenuti ai suoi antenati, il lato coloniale europeo paterno e l’indigeno messicano materno, si troveranno spesso nell’opera di Frida).
La sua fu una vita travagliata fin dalla giovanissima età: era affetta da spina bifida che venne curata erroneamente come poliomielite e questo disturbo la lasciò zoppicante per sempre. Sviluppò, tuttavia, da subito una personalità molto forte, indipendente e passionale, contro ogni convenzione sociale. Da sempre vicina ai gruppi rivoluzionari, si unì ai Cachuchas, un gruppo di studenti sostenitori del socialismo nazionale, diventando amica dell’intellettuale e rivoluzionario Josè Vasconcelos e di Alejandro Gòmez Arias uno studente di diritto e giornalismo nonché capo e ispiratore del gruppo, del quale si innamorò.
Il 17 settembre 1925 Frida rimase gravemente ferita in una terribile collisione tra l’autobus sul quale viaggiava e un tram, le sue condizioni furono talmente critiche che i medici dovettero sottoporla a 32 operazioni chirurgiche. Aveva 16 anni e da quell’incidente non si riprese mai completamente. Dimessa dall’ospedale e costretta a rimanere a letto con un pesante busto in gesso, cominciò a documentarsi sul movimento comunista e a dipingere. La guarigione è lunga e in tutto il periodo della convalescenza, Frida ritraè se stessa molte volte. Imparò da sola, grazie anche a un grande specchio regalatole dai genitori e issato sul soffitto che la aiutò nella pittura autobiografica: “Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio” disse.
I suoi primi lavori possiedono già i connotati tipici della sua pittura: lo sguardo fiero, il collo e le dita molto allungate.
Dopo la rimozione del gesso, riuscì nuovamente a camminare sebbene con dolori lancinanti che l’accompagnarono per il resto dei suoi giorni. Si legò al Partito Comunista Messicano (PCM) diventando un’attivista e partecipando a numerose manifestazioni. Aveva anche deciso di dedicarsi totalmente all’arte, per questo sottopose i suoi dipinti a Diego Rivera che aveva già incontrato nel 1922 alla National Preparatory School di Città del Messico quando ancora desiderava studiare medicina. Rivera rimase molto colpito dalla freschezza dei dipinti e incoraggiò la ragazza a proseguire diventandone il suo mentore e introducendola nell’ambiente politico e culturale messicano.
La relazione di Frida Kahlo con Diego Rivera
L’unione con Rivera portò la pittrice a un’evoluzione sia pittorica che stilistica: affascinata dall’arte popolare messicana cominciò a indossare l’abito tradizionale Tehuana: copricapo a fiori, ampia camicetta, lunga gonna a balze e numerosi gioielli d’oro che possiamo ammirare anche nel dipinto Frieda e Diego Rivera (1931). L’opera venne realizzata durante un viaggio di lavoro negli Stati Uniti (1930-1933): a Diego Rivera erano stati commissionati un murale interno per il Rockefeller Center di New York e gli affreschi per l’Esposizione universale di Chicago.
Ritornati in Messico nel 1933, si trasferirono in due case indipendenti, collegate tra di loro da un ponte, affinché ognuno avesse uno spazio personale nel quale lavorare indisturbato. La residenza divenne un luogo di incontro per artisti e intellettuali dell’epoca, vi soggiornarono Leon Trotsky (amante di Frida) e André Breton, uno dei maggiori surrealisti a sostenere il lavoro della Kahlo. Scrisse per lei, infatti, l’introduzione alla brochure della prima personale della pittrice ospitata alla Julien Levy Gallery di New York nel 1938. Frida presentò i suoi lavori anche a Parigi l’anno seguente entrando in contatto con diversi surrealisti tra i quali Duchamp, il solo per il quale nutrì stima.
Come è stato accolto il lavoro di Frida Khalo
durante la sua vita
Come sono stati gli ultimi anni di vita di Frida Kahlo
Nel 1943 divenne docente di pittura a La Esmeralda, scuola di Belle Arti del Ministero dell’Istruzione. Sebbene le sue condizioni di salute continuassero ad aggravarsi, rimase produttiva per tutti gli anni ’40, dipingendo autoritratti con abiti, acconciature e iconografie differenti e uno sguardo sempre fermo e risoluto nonostante la costante sofferenza. Tra il 1940 e l’inizio del 1950 subì altri numerosi interventi chirurgici che la portarono a trascorrere lunghe degenze ospedaliere. In Autoritratto con ritratto del dottor Farill (1951) si rappresentò seduta su una sedia a rotelle, ormai per camminare necessitava di assistenza. Alla sua prima personale in Messico nel 1953 partecipò sdraiata su un letto, tanto erano critiche le sue condizioni di salute. Morì il 13 luglio 1954, nella sua abitazione, La Casa Azul, ufficialmente per embolia polmonare. Le sue ceneri sono tuttóra conservate nella sua abitazione divenuta nel 1958, un anno dopo la morte di Rivera, Museo Frida Kahlo. La sua morte è stata una grande perdita per la comunità artistica messicana e internazionale. La sua vita e la sua opera sono state celebrati come simboli di forza, coraggio e femminismo.
“Spero che l’uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più.”
Lo stile pittorico di Frida Kahlo
L’opera di Frida è carica di introspezione, elementi autobiografici, riferimenti sociali e culturali identitari. Vi confluisce, nel suo racconto per immagini e simboli, il folclore messicano che lei rivendicò come figlia di un popolo, libero e ribelle. Il rapporto ossessivo con il suo corpo di donna, martoriato dagli incidenti e dai numerosi interventi, l’uso di figure ibride, l’erotismo e il dolore hanno accostato la sua figura di artista alla corrente surrealista (lo stesso Breton la definì “una surrealista creatasi con le proprie mani”). Definizione che lei, tuttavia, rinnegò sempre. Il suo uscire dalla logica e addentrarsi nel suo subconscio altro non era che raccontare la sua vita attraverso un simbolismo accessibile a tutti, diretto.
La fortuna di Frida Kahlo
Nonostante Frida Kahlo avesse raggiunto il successo come artista tra i suoi contemporanei, è negli anni ’70 che avvenne una vera e propria riscoperta della sua opera e una mitizzazione della sua figura artistica e femminile.
La ‘Fridamania‘, così definita la sua reputazione da alcuni critici, l’ha di fatto consacrata tra le artiste più note del XX secolo. Il dramma della sua vita, la relazione turbolenta con Rivera, i suoi amanti maschili e femminili, le dipendenze non solo hanno ispirato il cinema e la letteratura nei decenni successivi alla sua morte ma restituiscono costantemente il ritratto di una donna vera, viva, contraddittoria, indipendente, moderna.
Come è stato conservato e promosso il lavoro di Frida Kahlo negli ultimi decenni
Il lavoro di Frida Kahlo è stato conservato e promosso negli ultimi decenni attraverso mostre d’arte, pubblicazioni di libri e documentari, nonché attraverso il suo utilizzo in campagne pubblicitarie e di moda. La sua opera è stata inoltre oggetto di studio da parte di storici dell’arte e critici d’arte, che hanno analizzato il suo lavoro e il suo contributo alla cultura e all’arte. Inoltre, il suo studio e la casa dove ha vissuto a Città del Messico sono stati trasformati in musei, che attirano turisti da tutto il mondo per vedere le sue opere e imparare di più sulla sua vita e il suo lavoro.
Qual è l’eredità di Frida Kahlo in termini di arte e cultura
L’eredità di Frida Kahlo in termini di arte e cultura è significativa. La sua opera è stata considerata innovativa e originale per la sua epoca, e ha contribuito a rompere i tabù e a rappresentare temi come il femminismo, l’identità culturale, la sofferenza fisica e emotiva. La sua arte è stata un’espressione della sua vita personale e delle sue esperienze, e ha ispirato molte altre artiste a esprimere se stesse attraverso la loro arte. Inoltre, Frida Kahlo è diventata un’icona culturale, rappresentando la forza e la resilienza delle donne e delle minoranze. La sua immagine è stata utilizzata in molte campagne di moda e pubblicità e il suo lavoro continua ad essere esposto in mostre in tutto il mondo. La sua eredità è anche importante per la cultura messicana, rappresentando un’espressione unica della cultura e della storia del paese.
Le opere e dove vederle
- Autoritratto con vestito di velluto (1926); Autoritratto (1926); Autoritratto (1930); Autoritratto al confine tra Messico e Stati Uniti (1932); La mia nascita (1932); Il mio vestito è appeso là (o New York) (1933); I miei nonni, i miei genitori e io (1936); Ricordo (1937); Ciò che ho visto nell’acqua e ciò che l’acqua mi ha dato (1938); I frutti del cuore (1938); Il cane itzcuintli con me (1938); Quattro abitanti del Messico (1938); Autoritratto con collana di spine (1940); Autoritratto con scimmia (1940); Autoritratto per il Dr. Eloesser (1940); Il sogno (o Il letto) (1940); Cesto di fiori (1941); Io con i miei pappagalli (1941); Autoritratto con scimmia e pappagallo (1942); Autoritratto con scimmie (1943); La novella sposa che si spaventa all’aprirsi della vita (1943); Retablo (1943 circa); Ritratto come una Tehuana (o Diego nel mio pensiero) (1943); Diego e Frida 1929-1944 (1944); Mosè (o Il nucleo solare) (1945); Il piccolo cervo (1946); Autoritratto con i capelli sciolti (1947); Albero della speranza mantieniti saldo (1946); Il sole e la vita (1947); Autoritratto (1948); L’abbraccio amorevole dell’universo, la terra, Diego, io e il signor Xolotl (1949); Autoritratto con ritratto del Dr. Farill (1951)
- Ritratto di Alicia Galant (1927); L’autobus (1929); Ritratto di Eva Frederick (1931); Ritratto di Luther Burbank (1931); Ospedale Henry Ford (o Il letto volante) (1932); Qualche piccola punzecchiatura (1935); Frida e l’aborto (1936); Il piccolo defunto Dimas Rosas all’età di tre anni (1937); La mia balia e io (1937); Pensando alla morte (1943); Fantasia (1944); Il fiore della vita (1944); La colonna spezzata (1944); Ritratto di Donna Rosita Morillo (1944); Il pulcino (1945); La maschera (1945); Ritratto con scimmia (1945); Senza speranza (1945); Il cerchio (1954 circa) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Ritratto di mio padre (1951); Perché voglio i piedi se ho le ali per volare (1953); Autoritratto con Stalin (o Frida e Stalin) (1954 circa); Il marxismo guarirà gli infermi (1954 circa); Viva la vita (1954) – Museo de Frida Kahlo, Città del Messico.
- Ritratto di Miguel N. Lira (1927) – Instituto Tlaxcalteca de Cultura, Tlaxcala
- Autorretratto con mono (autoritratto con scimmia) (1930) – Albright-Knox Art Gallery, Buffalo (New York)
- Frida e Diego (1931) – San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco
- Autoritratto dedicato a Lev Trockij (1934) – National Museum of Women in the Arts, Washington D.C.
- Il suicidio di Dorothy Hale (1939) – Phoenix Art Museum, Phoenix
- Le due Frida (1939) – Museo de Arte Moderno, Città del Messico
- Autoritratto con i capelli tagliati (1940) – Museum of Modern Art, New York
- Due Nudi nella Giungla (La Terra Madre) (1939); Radici (1943); Diego e io (1949); Autoritratto con Diego nel mio Cuore (1953-1954) – Collezione Privata
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