Georges Seurat è ritenuto uno dei pittori più rappresentativi della scena artistica moderna. Fondatore della scuola francese del neoimpressionismo del XIX secolo, fu l’inventore del puntinismo, una tecnica in cui i giochi di luce vengono esaltati da piccolissime pennellate simili a minuscoli punti di colore puro, impercettibili guardando l’intera opera.

Biografia

Georges Seurat nacque a Parigi il 2 dicembre del 1859 da Antoine-Chrisostôme, un proprietario terriero originario della Champagne, e da Ernestine Faivre. Georges trascorse l’infanzia principalmente a Parigi, con la madre, suo fratello Émile e sua sorella Marie-Berthe. Il padre, invece, visse per la maggior parte del suo tempo a Le Raincy, in un cottage con giardino (nel quale Seurat dipingeva spesso). La famiglia fu costretta a trasferirsi temporaneamente a Fontainebleau nel 1871, per tutelarsi dai possibili disordini conseguenti alla Comune di Parigi.

L’amore per il disegno nacque in Seurat durante la scuola, e a partire dal 1875 iniziò ad avvicinarsi alla scultura frequentando un corso. Entrò all’ École des Beaux-Arts nel 1878, dove ebbe come compagno di classe Henri Lehmann, discepolo di J.-A.-D. Ingres. Fu proprio all’interno della biblioteca della scuola che l’artista scoprì un libro che gli sarà da ispirazione per tutta la sua vita: Essai sur les signes inconditionnels de l’art (“Saggio sui segni inconfondibili dell’arte”) di Humbert de Superville, un pittore-incisore di Ginevra che lo spinse ad approfondire l’interesse sul futuro corso dell’estetica e del rapporto tra linee e immagini. Un altro estetista ginevrino, David Sutter, ispirò Georges Seurat, con il suo lavoro sull’accostamento di matematica e musicologia che affascinarono profondamente l’artista. Nel corso della sua breve carriera, Georges Seurat manifestò sempre un interesse insolitamente forte per le basi intellettuali e scientifiche dell’arte.

All’età di vent’anni, Georges Seurat si recò a Brest per il servizio militare: fu un periodo in cui nei suoi disegni comparivano il mare, le spiagge e le barche. Ritornò a Parigi l’anno dopo, dove condivise lo studio con un altro pittore, Édmond-François Aman-Jean, che poi lo raggiunse nella classe di Lehmann. I caldi paesaggi di Jean-Baptiste Millet ammirati al Louvre, allontanarono Georges Seurat e Aman-Jean dalle politiche dell’École des Beaux-Arts. I due amici frequentarono spesso, la sera, le sale da ballo e i cabaret, e durante la primavera accompagnarono sul piroscafo i passeggeri all’isola di La Grande Jatte, lo scenario prediletto dei dipinti di Seurat.

Le prime esposizioni

Nel 1883, Georges Seurat espose per la prima volta al Salon ufficiale di Parigi, la mostra annuale sponsorizzata dallo stato: presentò i ritratti di sua madre e del suo amico Aman-Jean. In quello stesso anno iniziò i suoi studi, schizzi e pannelli per Une Baignade, Asnièrese. L’anno successivo, nel 1884, dopo essere stato rifiutato dalla giuria del Salon, Seurat decise di partecipare, nel mese di giugno, alla fondazione del Groupe des Artistes Indépendants, un’associazione “senza giuria né premi”, qui espose la sua Baignade.

L’incontro con Chevreul e Paul Signac

Fortemente influenzato dai monumentali dipinti simbolici di Puvis de Chavannes, sperimentò le teorie di Chevreul (che ebbe l’onore di incontrare) sul cerchio cromatico della luce, studiandone gli effetti che si potevano ottenere con i tre colori primari (giallo, rosso e blu) e i loro complementari. Durante questo periodo conobbe Paul Signac, suo futuro e principale discepolo, e dipinse molti schizzi approssimativi su tavolette in preparazione del suo capolavoro, Una domenica alla Grande Jatte del 1884. Nel dicembre dello stesso anno espose nuovamente la Baignade, con la Société des Artistes Indépendents, che avrà un’influenza immensa nello sviluppo dell’arte moderna.

Seurat trascorse l’inverno del 1885 lavorando sull’isola di La Grande Jatte e l’estate a Grandcamp, in Normandia. Conobbe il maestro impressionista Camille Pissarro, presentatogli da Signac, il quale si convertì anche lui alla tecnica del puntinismo.

Nel 1887, mentre visse temporaneamente in uno studio di soffitta, Georges Seurat iniziò a lavorare a Les Poseuses. Inizialmente, questo dipinto doveva essere l’ultima delle sue composizioni su grande scala come la Baignade e la Grande Jatte, l’idea di aggiungerne un quarto, infatti, Place Clichy, fu presto abbandonata. Seurat conclude il dipinto nel 1888 insieme a la Parade de cirque. Nel febbraio 1888 espone a Bruxelles sette tele, tra cui La Grande Jatte e si recò con Signac per una visione privata dell’esposizione dei Venti (XX), un piccolo gruppo di artisti indipendenti.

Seurat partecipò al Salon des Indépendants del 1889, esponendo paesaggi e dipinse, in questo stesso periodo, il Ritratto di Signac. In questo periodo risiedeva nel quartiere di Pigalle con Madeleine Knobloch, la sua amante di 21 anni. Il 16 febbraio 1890, Madeleine gli presentò un figlio, che riconobbe ufficialmente e lo iscrisse nel registro delle nascite con il nome di Pierre-Georges Seurat.

Durante quell’anno Seurat completò il dipinto Le Chahut, che inviò alla mostra dei Venti (XX) a Bruxelles. Dello stesso periodo è anche la Jeune Femme se poudrant, un ritratto della sua amante, una relazione tenuta segreta anche agli amici più intimi. Trascorse quell’estate a Gravelines, vicino a Dunkerque, dove dipinse diversi paesaggi e progettò quello che fu il suo ultimo dipinto, Le Cirque. Come colto da una sorta di premonizione, Seurat mostrò il Cirque incompiuto all’ottavo Salon des Indépendants.

Georges Seurat
Georges Seurat, Il canale a Gravelines, Petit fort philippe, 1890 © Sailko (CC BY 3.0) https://commons.wikimedia.org/ wiki / File:Georges_seurat , _ il_canale_ a_grave lines,_petit_fort_philippe,_1890,_02.jpg

Georges Seurat morì per un angina infettiva il 29 marzo 1891, nel giorno di Pasqua, prima della fine della mostra.

Il giorno successivo Madeleine Knobloch si presentò al municipio del suo distretto per identificarsi come la madre di Pierre-Georges Seurat. Il bambino, che aveva contratto la malattia contagiosa del padre, morì il 13 aprile 1891.

Oggi Seurat riposa nella tomba di famiglia al cimitero di Père Lachaise.

Il cimitero Père Lachaise

Père Lachaise è il cimitero civile più grande della capitale francese, dove vi sono numerose tombe di illustre personalità. Oltre al pittore Georges Seurat, qui sono sepolti il cantante Jim Morrison, il compositore Gioacchino Rossini, il pittore Camille Pissarro, il musicista Frederic Chopin, il pittore Jean Louis Theodore Gericault, lo scrittore Moliere, la famiglia Murat, il pittore Eugene Delacroix, lo scrittore Marcel Proust, il poeta Guillame Apollinaire, il soprano Maria Callas, il pittore Max Ernst, lo scrittore Oscar Wilde, il pittore Amedeo Modigliani, la cantante Edith Piaf.

Cosa ci ha lasciato Seurat

Nella sua eredità artistica, Seurat ci ha lasciato, oltre ai suoi sette dipinti monumentali, quaranta tra dipinti e schizzi più piccoli, circa cinquecento disegni e diversi quaderni di schizzi. Sebbene la sua produzione può sembrare modesta in termini di quantità, Seurat è riconosciuto all’unanimità come uno dei pittori più importanti di uno dei periodi più floridi della storia dell’arte.

Il Puntinismo di Georges Seurat

Georges Seurat
Georges Seurat, La Senna alla Grande-jatte, 1888 © Sailko (CC BY 3.0) https://com mons.wikimedia.org/wiki/File:Georges_seurat,_la_senna_alla_grande-jatte, _1888, _02_barca.jpg

Georges Seurat fu il creatore del Pointillisme (noto anche come divisionismo o cromo-luminismo), una tecnica pittorica che accosta colori puri tenuti fra loro divisi in modo che da lontano si fondano visivamente. Alla base vi è il principio della ricomposizione retinica secondo cui i colori accostati sulla tela vengono ricomposti e fusi dalla rètina dell’occhio degli osservatori senza l’intervento meccanico del pittore. In tal modo si evidenzia sia la massima luminosità dei colori sia la loro fusione al solo guardarli.

Attraverso pennellate filamentose, i colori vengono depositati sulla tela con la punta del pennello sotto forma di minuscoli tratti o puntini. Il risultato pittorico rende le composizioni statiche, artificiali, fredde e prive di movimento.

Nella sperimentazione di questa tecnica, Seurat prese spunto anche dall’impressionismo per lo studio della luce. A partire dalle idee di Michel Eugene Chevreul, il pittore Seurat constatò che ogni colore è influenzato dal colore o dai colori che gli sono vicini. Quindi accostando i colori, anziché mescolarli, ottenne l’effetto desiderato.

Dunque, la fusione dei colori non avviene nel quadro, ma nell’occhio dell’osservatore.

Le opere di Georges Seurat

Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte

“Un dimanche après-midi à l’Île de la Grande Jatte” è forse il dipinto più celebre del pittore Georges Seurat, ma sicuramente è il lavoro più rappresentativo della tecnica del Puntinismo. Si tratta di un olio su tela realizzato tra il 1884 e il 1886. Fu esposto dal 15 maggio al 15 giugno 1886 in una mostra collettiva impressionista. Suscitò subito un notevole interesse tra gli artisti e la critica. In particolare, la novità della sua arte e le idee innovative su di essa entusiasmarono il poeta belga Émile Verhaeren. Inoltre, il metodo di Seurat venne elogiato in una recensione d’avanguardia dal critico Félix Fénéon, e il suo lavoro fu esposto dall’eminente commerciante Paul Durand-Ruel a Parigi e a New York City. Oggi è conservato all’Art Institute di Chicago.

Georges Seurat
Georges Seurat, Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte (Un dimanche après-midi à l’Île de la Grande Jatte), 1884-86 © https://snl.no/Georges_Seurat

Il quadro luminoso e brillante non nasce di getto, ma Seurat si recò numerose volte sul posto nella stessa ora del giorno e con la medesima luce per la realizzazione di alcuni bozzetti. Contrariamente alla tecnica veloce degli Impressionisti il dipinto richiese quasi due anni di lavoro.Tuttavia, il soggetto è totalmente impressionista: il divertimento borghese.

Sul verde di un’isola della Senna, la Grande-Jatte, uomini e donne passeggiano o sono distesi all’ombra, da soli o in coppia: un uomo suona la tromba, una donna pesca, due militari camminano, dei bambini corrono. Fra tutti i personaggi spicca la coppia di destra. L’uomo con il cappello a cilindro, tiene in una mano un bastone, nell’altra un sigaro e porta con sé il monocolo e un fiore all’occhiello. La donna, dal cappellino con un vistoso mazzolino di fiori rossi, si ripara dal sole con un ombrellino e tiene curiosamente al guinzaglio una scimmietta.

L’asse di simmetria della tela è determinato dalla giovane donna che tiene una bambina per mano. Mentre, gli assi di destra e di sinistra sono determinati dal fusto di un albero e dal piccolo drappo che pende dal braccio dell’uomo con il cappello a cilindro.

Su tutta la scena domina un’innaturale immobilità, che conferisce all’osservatore una strana sensazione di calma e di assoluto silenzio. Il caos, infatti, è solo apparente. I rapporti reciproci tra i personaggi sono studiatissimi, armoniosi e sorretti da un ordine severo.

Sembra quasi che Seurat abbia dipinto un qualcosa di inanimato pronto a sparire da un momento all’altro.

La parata del circo

“La parata del circo – suonatori direttore di scena e spettatori” fu realizzata nel 1888, quando Seurat aveva superato la fase neo-impressionista. Per la realizzazione di questo quadro, probabilmente prese ispirazione dalla parata del Circo Corvi, che arrivò a Parigi l’anno.

In quegli anni scrisse all’amico Gustavo Kahn di voler replicare le Panatenee di Fidia: “Le Panatenee di Fidia raffiguravano una processione. Io voglio ritrarre le persone del nostro tempo in ciò che hanno di essenziale, voglio ritrarle in quadri combinati in armonia di colori grazie alla direzione delle tinte, e in armonia di linee grazie al loro orientamento, disponendo linea e colore l’una in rapporto all’altro”.

Georges Seurat, Parade de cirque, 1888 © the Metropolitan Museum of Art (CC0 1.0) https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Circus_Sideshow_ %28Parade_de_cirque% 29_MET_DP375450_cropped.jpg

 

Realizzò l’immagine bidimensionale e molto statica, scegliendo di non usare linee oblique e di rappresentare gli spettatori di spalle. Il direttore d’orchestra è l’unica figura che rimanda a un movimento corporeo. Predominano le linee orizzontali e verticali, che non conferiscono alcuna profondità.

Per quanto riguarda i colori: per la base Seurat usò colori freddi (che vanno dal blu al violaceo), successivamente aggiunse delle sfumature di luce.

Il circo

Il tema del circo compare in molti dipinti risalenti alla metà dell’Ottocento, realizzati da artisti impressionisti e neoimpressionisti (Renoir, Degas, Toulouse-Lautrec, ma anche Picasso con “Famiglia di Saltimbanchi”).

Georges Seurat. Le Cirque, 1891 © jean louis mazieres (CC BY-NC-SA 2.0)

Rispetto alla precedente “Parata del circo”, nell’opera “Le Cirque” domina il movimento.

Assieme a “Parata del circo” e “Chahut”, “Il Circo” fa parte di una serie di tre pannelli che Seurat dedicò alla realtà delle attrazioni di massa metropolitane. Egli lo realizzò tra il 1890 e il 1891 e lo espose al Salon des Indépendants, ma non lo completò mai perché morì qualche giorno dopo l’apertura del Salon.

Qui Georges Seurat ritrasse l’interno di un circo durante lo svolgimento dello spettacolo. Scegliendo un’inquadratura verticale, rappresentò due ambienti nella stessa scena: l’arena in primo piano e le tribune per gli spettatori sul fondo.

Dunque, in primo piano rappresentò un clown di spalle, che guarda i colleghi esibirsi. A sinistra una ragazza è in bilico su un cavallo bianco in corsa. A destra, l’addestratore guida la corsa dell’animale con una lunga frusta. Nel frattempo, due clown eseguono il loro numero per intrattenere la folla. In alto a destra, un’orchestrina accompagna l’esibizione. Sul fondo è  rappresentato il pubblico: in basso, tra le prime file, trovano posto gli spettatori più eleganti, in alto si riconoscono persone vestite con abiti popolari.

Il pittore Seurat realizzò gli effetti dei contrasti cromatici attraverso i colori dell’arancione e del blu, declinati in toni chiari e scuri. Su tutto il dipinto Seurat diffuse il colore bianco per rappresentare la luce pura.

Nella parte inferiore e centrale prevalgono curve e arabeschi stilizzati e sviluppati a spirale. L’arena è delimitata da un bordo circolare. Tutte queste linee oblique comunicano una tensione dinamica. Nella parte superiore, dove il soggetto principale è il pubblico seduto, vi è una struttura compositiva geometricamente più rigida e ortogonale.

Les Poseuses

Il dipinto “Le modelle” fu realizzato da Georges Seurat nel 1888.

Georges Seurat, Les Poseuses, 1888 © Gandalf’s Gallery (CC BY-NC-SA 2.0)

Seurat si dedicò alla rappresentazione della figura umana, riproducendo la stessa modella in tre posizioni differenti all’interno del suo atelier.

Sono tre giovani donne nude: una modella è seduta di schiena, un’altra perfettamente al centro in piedi e l’ultima modella è rappresentata di profilo, mentre si infila una calza. Hanno i capelli raccolti in un’acconciatura precisa e raffinata. La figura centrale assume un’espressione severa e autoritaria. Il suo sguardo indagatore è rivolto verso gli spettatori. Le gambe sono rigorosamente delineate, le braccia e le dita delle mani sono incrociate al fine di nascondere le parti intime. Tuttavia, assume una posizione naturale e spontanea.

Nel dipinto sono rappresentati anche degli oggetti di uso quotidiano, ad esempio gli abiti gettati alla rinfusa sul pavimento, le scarpette con un fiocco, gli ombrellini, un cappello, un cestino e un ventaglio. La parte centrale della parete è occupata da alcuni dipinti, in particolare sulla sinistra si riconosce la sua opera “Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande Jatte”, realizzata da Seurat qualche anno prima.

I colori si alternano tra le tonalità calde del giallo, del rosso e dell’arancione, e i toni freddi del blu e del viola.

Tour Eiffel

Georges Seurat, Eiffel Tower, 1889 © Regan Vercruysse (CC BY-NC-ND 2.0)

Nel 1889 Seurat ritrasse il famoso monumento oggi simbolo di Parigi e della Francia, ancora in fase di completamento. La torre Eiffel di Seurat è un piccolo olio su tavola (24,1 x 15,2 cm).

La struttura della torre è di colore rosso-arancione, mentre il cielo è stato realizzato con brevi pennellate blu, azzurre, arancioni e gialle. Gli edifici ai piedi della torre sono sul tono dell’ ocra e giallo chiaro.

Attraverso la successione dei piani ambientali Seurat conferisce profondità. In primo piano pose il ponte sulla Senna e gli alberi; in secondo piano alcuni edifici; in terzo piano, al centro, la tour Eiffel.

Egli dipinse questa veduta quando l’edificio era privo dell’ultimo piano. Anche altri pittori a lui contemporanei, come Delaunay e Chagall, rappresentarono l’opera dell’architetto del ferro Gustave Eiffel.

Attualmente quest’opera è esposta al Palace of the Legion of Honor (San Francisco, California) e fa parte della collezione Seligman.

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