El Lissitzky è stata una figura di rilievo dell’avanguardia russa aderendo prima alla corrente del suprematismo e successivamente al costruttivismo. È stato autore di numerose opere di propaganda dell’Unione Sovietica e con il suo lavoro a esercitato una grande influenza sul Bauhaus e sui movimenti costruttivisti aprendo, di fatto, la strada al design grafico del XX secolo.

La formazione

Lazar Markovich Lissitzky meglio conosciuto come El Lissitzky è nato il 23 novembre 1890 in una famiglia di religione ebraica nella città russa Počinok situata non lontana dal confine con la Bielorussia.
Fin da piccolo dimostrò una forte passione e buone capacità per il disegno e, nonostante ciò, non venne accettato all’accademia artistica a San Pietroburgo che non poteva ammettere altri studenti della comunità ebraica. Per questo motivo emigrò in Germania nel 1909 e si iscrisse al corso di ingegneria civile presso l’Università Tecnica di Darmstadt.

Il viaggio

Durante l’estate del 1912, El Lissitzky fece un luogo viaggiò per tutta l’Europa. Trascorse del tempo a Parigi in cui approfondì il suo interesse per la cultura ebraica antica grazie allo scultore, nonché amico d’infanzia, Ossip Zadkine che lo introdusse ai conflitti tra i vari gruppi artistici della diaspora. Percorse gran parte dell’Italia osservando opere d’arte e abbozzando dettagli di architettura e paesaggio.
Rimase in Germania fino allo scoppio del primo conflitto mondiale. Venne costretto a rientrare in patria insieme a molti altri artisti connazionali espatriati come Wassily Kandinsky e Marc Chagall.

La passione per la cultura ebraica

Nel 1918 conseguì il diploma di architetto-ingegnere iniziando subito a lavorare come assistente in vari studi. Il suo interesse attivo e appassionato per la cultura ebraica si fece più intenso anche grazie alla caduta del regime zarista che era stato apertamente antisemita.
El Lissitsky, così, si dedicò all’arte ebraica, studiando l’architettura tradizionale e gli ornamenti delle antiche sinagoghe ed illustrando numerosi libri per bambini in yiddish. Questi saranno a tutti gli effetti i primi progetti di grafica.

Copertina di “Ingle-Tsingl-Khvat” scritto da Mani Leib e illustrato da El Lissitzky – CC0

Suprematismo

Nel maggio 1919 El Lissitzky fu invitato da Marc Chagall ad insegnare arti grafiche, tipografia e architettura nella neonata Scuola delle arti popolari, creata da Chagall stesso, coinvolgendolo anche alla realizzazione dei manifesti di propaganda.
Chagall invitò anche molti altri artisti russi, in particolare il pittore e teorico Kazimir Malevich. Le idee portate da Malevich ispirarono molto El Lissitzky che aderì al Suprematismo una delle avanguardie artistiche sovietiche.

Proun

Durante il periodo suprematista El Lissitzky iniziò a sviluppare una sua estetica. Dipinse una serie di dipinti geometrici astratti che chiamò Proun. Con queste opere l’autore esplorava il linguaggio visivo del suprematismo usando elementi spaziali come gli assi di rotazione e prospettive multiple. Queste erano forme insolite dato che il suprematismo presentava quasi esclusivamente forme bidimensionali. Le opere Proun sono state create in circa cinque anni e si sono evolute da semplici dipinti e litografie a vere e proprie installazioni tridimensionali. Con il Proun El Lissitzky ritornerà ad interessarsi alla simbologia ebraica utilizzando l’alfabeto ebraico come parte dei codici visivi.

Beat the White with the Red Wedge

Il lavoro più noto di El Lissitzky di questo periodo è il manifesto di propaganda Beat the White with the Red Wedge.
Sul poster minimalista è presente un cuneo rosso che simboleggiavano i rivoluzionari, i comunisti ed i bolscevichi mentre sfonda un tondo bianco che rappresentava i monarchici, conservatori, liberali e socialisti. Il cuneo rosso taglia la forma bianca comunicando un messaggio potente che non lascia dubbi. L’opera ricorda anche i simboli utilizzati sulle mappe militari e, insieme al suo simbolismo politico, è stato uno dei primi grandi passi di Lissitzky verso lo sviluppo di un proprio stile personale.

Beat the White with the Red Wedge – CC0

Grafica e design

Quando nel 1921 il suprematismo cominciò a dividersi in due fazioni ed El Lissitzky non seguì nessuna delle due e si trasferì a Berlino in veste di rappresentante culturale della Russia. Contemporaneamente è stato scrittore e designer per pubblicazioni internazionali, contribuendo a promuovere i movimenti d’avanguardia attraverso numerose mostre.
Proseguì anche la sua carriera come grafico per esempio per alcuni importanti libri russi di narrativa o di poesia. Si ammalò di tubercolosi polmonare si tenne impegnato lavorando a diverse campagne pubblicitarie per la Pelikan.

Pubblicità per Pelikan del 1929 – CC0

Ritorno in Russia

Nel 1925, dopo che gli venne rifiutato il rinnovo del visto, El Lissitzky tornò a Mosca. Qui insegnerà fino al 1930 interior design, lavorazione dei metalli e architettura presso la VKhUTEMAS un istituto superiore d’arte di Stato. Abbandonò il Proun diventando sempre più attivo nell’architettura e nella propaganda.

“Basic Calculus” di El Lissitzky datato 1928 – CC0

Grattacieli orizzontali

Tra il 1923 e il 1925 El Lissitzky sviluppò il concetto di grattacieli orizzontali chiamati Wolkenbügel. Si trattava di una serie di strutture da costruire in diversi punti nell’anello dei Boulevard di Mosca.
Ogni edificio era costituito da un blocco a tre piani a forma di L rialzato di 50 metri rispetto al livello stradale. Per El Lissitzky sosteneva che lo spostamento orizzontale era da preferirsi rispetto quello verticale dei grattaceli che stavano venendo costruiti, per esempio, in America. Il russo, ben consapevole del conflitto tra le sue proposte e il paesaggio urbano presente, propose e sperimentò diverse forme e diversi rapporti altezza e larghezza. In aggiunta tutti gli edifici avrebbero puntato il Cremlino fungendo così da giuda ai visitatori.

Wolkenbügel, i grattacieli orizzontali – ©ekainj (Flickr CC BY-NC-ND 2.0)

Tra gli anni 20 e gli anni 30

Dopo una breve pausa in Germania e Olanda nel quale progetterà diverse sale espositive per mostre a Dresda ed a Hannover tornò in Unione Sovietica.
Anche in Russia prese parte all’allestimento di diverse mostre partendo dal 1926 fino ad arrivare alla Fiera mondiale di New York del 1939. Una delle sue creazioni più importanti di questo periodo fu l’Esposizione poligrafica a Mosca del 1927, dove El Lissitzky diresse il team di progettazione per gli artisti della fotografia e della fotomeccanica.
All’inizio del 1928, visitò Colonia in preparazione della Mostra della Stampa prevista da lì a pochi mesi. Lo stato affidò a El Lissitzky la supervisione del programma sovietico, che aveva affittato l’edificio più grande del distretto per non dover costruire il proprio padiglione. Per occuparlo completamente, il tema scelto dall’artista fu l’allestimento di una mostra cinematografica con proiezioni continui di film su più schermi.

Le ultime opere di El Lissitzky

L’arrivo di Stalin portò gli artisti d’avanguardia a doversi adattare al nuovo clima politico. El Lissitzky mantenne la sua reputazione di maestro delle arti espositive fino alla fine del 1930, i suoi problemi di salute si aggravarono rendendolo progressivamente sempre meno indipendente.
Nel 1937 El Lissitzky divenne il capo decoratore di quella che diventerà poi l’Esposizione delle conquiste dell’economia nazionale, alle dipendenze dell’urbanista Vyacheslav Oltarzhevsky, ma con piena autonomia. Il suo progetto, dopo una serie di ritardi ed interventi politici, venne molto criticato a causa della sua apparente semplicità. Il suo lavoro, come descritto nelle proposte del 1937, mostra un completo allontanamento dall’arte modernista degli anni Venti verso il realismo sovietico. La statua iconica di fronte al padiglione centrale è stata proposta dallo stesso El Lissitzky.
La sua ultima opera risale al 1941, si tratta di un manifesto di propaganda per lo sforzo bellico sovietico nella Seconda Guerra Mondiale intitolato Davaite pobolshe tankov! esortando la fornitura di arri armati, fucili ed altro materiale bellico per la prima linea.
El Lissitzky morirà a Mosca il 30 dicembre 1941.

La piazza principale dell’Esposizione delle conquiste dell’economia nazionale nel 1948 – CC0

Maria Giulia Parrinelli

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