L’architetto Ennemond Alexandre Petitot è stato al servizio dei duchi Borbone nel momento in cui si insediarono a Parma. I suoi progetti prevedevano l’aggiornamento del Ducato prendendo spunto dalla Francia e dallo stile neoclassico in voga oltralpe.
La formazione
Ennemond Alexandre Petitot è nato il 17 febbraio 1727 a Lione in Francia. Nel 1741 divenne dipendente dell’architetto Jacques-Germain Soufflot, che dopo pochi mesi gli consigliò di studiare all’Académie royale d’architecture di Parigi. Lì nel 1745 vinse il premio di architettura Prix de Rome che gli permise di trasferirsi a Roma.
Nella capitale studierà fino al 1750 presso l’Académie de France ed in questo periodo conobbe il padre del neoclassicismo francese Joseph-Marie Vien e l’architetto italiano Giovanni Battista Piranesi. Ma fu l’incontro con Guillaume Du Tillot a cambiargli la vita, lui era infatti consigliere di Filippo Borbone da poco nominato Duca di Parma. Era anche ministro delle finanze ed era anche ispettore degli edifici della città. Du Tillot cercava un architetto per la corte e scelse Ennemond Alexandre Petitot che si trasferì a Parma nel 1753. Alla corte parmense, visse nel palazzo ducale per quindici anni.
L’arrivo a Parma
Ennemond Alexandre Petitot fu l’artefice del rinnovo urbano della città. A Parma progettò palazzi, facciate, strade, piazze, giardini e monumenti. Insegnò arte e architettura per diverso tempo all’Accademia di belle arti di Parma. Come architetto di corte diresse inizialmente la costruzione della Venaria Reale di Colorno tra il 1753 ed il 1756 e i lavori di ristrutturazione il Palazzo Ducale di Colorno, la residenza ducale estiva.
Dal 1760 fu incaricato di ristrutturale e rimodernizzare il Palazzo del Governatore, il Palazzo del Podestà e il Palazzo dei Ministeri.
Venaria Reale di Colorno
Il duca Filippo di Borbone, grande appassionato di caccia, commissionò nel 1751 la costruzione di un casino di caccia a due piani vicino al Palazzo Ducale. Inizialmente il progetto fu affidato a Jean Marie Bigaud ma ben presto fu preferito Ennemond Alexandre Petitot, che modificò quasi totalmente il progetto adattandolo ai nuovi gusti neoclassici prendendo spunto anche dal progetto di Jacques-Germain Soufflot per l’Hotel Dieu a Lione. I lavori terminarono nel 1755.
L’edificio principale è rettangolare ed era posto al termine di un lungo viale alberato che oggi non è arrivato a noi nella sua interezza. La facciata anteriore è suddivisa verticalmente in sette parti grazie a diverse lesene in finto bugnato, sopra il secondo piano è presente un grande cornicione su cui appoggia una balaustra in muratura. Sul retro si trova il giardino dove è presente una graziosa fontana con statue. Ai lati del giardino si sviluppano due edifici più bassi ad oggi parzialmente inagibili.
Casinetto Petitot
Il primo ministro Guillaume du Tillot voleva per Parma un grande viale alberato come era presente nelle più grandi capitali europee. Al termine dell’elegante boulevard in una posizione elevata era necessaria la presenza di un caffè che potesse diventare il ritrovo per la borghesia e gli intellettuali ma che potesse anche fungere da belvedere. Il progetto fu affidato a Ennemond Alexandre Petitot, l’architetto francese progettò un edificio neoclassico di piccole dimensioni caratterizzato da simmetria e armonia nelle forme. Una breve scalinata porta alla porta principale incorniciato ai lati da due finestre sovrastate da medaglioni. Il tetto è piatto così da fungere da terrazza, la balaustra è composta da eleganti colonnine e due grandi vasi realizzati dallo scultore Jean-Baptiste Boudard torreggiano sugli angoli della facciata principale. Oggi prende il nome di Casinetto Petitot e si trova al centro di Piazzale Risorgimento ed è considerato uno dei primi caffè italiani.
Il trasferimento a Villa Petitot
Quando il primo ministro Du Tillot fu licenziato anche Ennemond Alexandre Petitot dovette abbandonare la sua posizione di architetto di corte. Nel 1771 si trasferì nella Villa Petitot a Marore non lontano da Parma ed all’interno fece costruire un teatro neoclassico fondando la sua personale piccola compagnia teatrale Società Petitot. La sala conserva ancora l’arredo originario come alcune panche in legno ed alcune credenze alle pareti.
Le ultime sue opere sono una serie di immagini Mascarade à la Grecque del 1771, incise da Benigno Bossi. Queste immagini rappresentavano figure carnevalesche che trasportano scenografie architettoniche in stile antico. In questo modo l’architetto parodiava il Goût grec il gusto greco a cui lui stesso aderiva.
Ennemond Alexandre Petitot morirà nella sua villa a Marone il 3 febbraio 1801.
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