In un’epoca in cui il pezzo di design è l’icona di un processo creativo sempre più rispondente a un’estetica rassicurante, sinonimo di uno styling omologante che dalle fasi concettuali evolve nel prodotto finito, gli interni di una abitazione nel centro di Milano rappresentano una via alternativa, più riflessiva e pensante, dove, con un approccio artigianale e a volte inedito al “ready made”, componenti provenienti anche da lavorazioni industriali sono stati recuperati e nobilitati, dando vita a opere uniche dalla forte personalità.
Autore del progetto di ristrutturazione e arredo della dimora, residenza meneghina di un noto imprenditore romano situata nello storico Palazzo Belgioioso, è stato Angelo Luca Tacchinardi, architetto, designer e artigiano milanese. Un intervento che, nelle parole del progettista, “è stato il risultato della combinazione di un insieme di fattori: il rapporto con il cliente, caratterizzato da momenti di scambio e di ascolto reciproco da cui sono derivati vincoli intelligenti, il luogo e la scelta di lavorare con un linguaggio coraggioso“. Dal dialogo empatico con il committente, “sempre vissuto in case d’epoca“, è maturata la sfida di “usare il contesto storico per valorizzare la contemporaneità” dei lavori unici di Tacchinardi.
Ambienti eleganti nel rapporto tra architettura classica, mobili di design e pezzi artigianali, hanno creato una scenografia domestica di matrice materica e industriale, composta da un soggiorno ingresso, un living sala Tv, due camere da letto, una padronale e una per gli ospiti con guardaroba, una cucina e tre bagni distribuiti su una superficie di circa 280 metri quadrati.
Ogni spazio della casa ha un’identità riconoscibile negli arredi, come la Consolle Carrozzeria (in alto), in contrasto con il rigore formale del contesto settecentesco, protagonista del soggiorno ingresso. È un’opera cromaticamente eccentrica, costruita interamente a mano dall’architetto Angelo Luca Tacchinardi nel suo studio/laboratorio attraverso l’utilizzo di ritagli di carrozzeria d’auto saldati con puntatrice elettrica e arricchita dall’accento della lampada Gherpe di Poltronava progettata da Superstudio. Per il progettista ogni opera è “una sfida rispetto a tecniche sempre meno diffuse, che contrappongono lavorazione di pezzi unici a processi industriali su ampia scala“. Il suo è un “approccio fisico al materiale“, che trae “ispirazione dai materiali stessi, dai paesaggi naturali non antropizzati: il primo stimolo è la natura, i suoi colori, la sua temporalità e le sue forme“, che vengono interiorizzati e restituiti attraverso interpretazioni personali.
La giustapposizione tra icone di design e personali interpretazioni rinnovata nel dialogo tra il vaso Venini e il tavolino Carrarmatino, un monolite neutro e d’impatto, per cui l’architetto ha impiegato lamiere grecate riciclate, raddrizzate con incudine e martello e quindi tagliate, piegate e incollate su pannelli di legno. Scandisce il soggiorno ingresso l’installazione luminosa sospesa Quadretti, sempre di Tacchinardi, ottenuta dall’assemblaggio in successione di frammenti metallici non ferrosi sbalzati a freddo.
La raffinata mano artigiana dell’architetto è presente anche nella zona living, dove il tavolino Vegno ha un piano composto da una policromia di scatolati in acciaio decarburato con smaltatura ceramica a forno ed è poggiato su ruote piroettanti in legno massello di larice tornito che, nella consonanza figurativa tra materiali naturali e artificiali, sottolinea il tono ludico e provocatorio ripreso anche nell’opera Serpente nelle teche di specchi. Fonti di luce silenziosa sono i volumi in cartapesta smaltata dalla struttura portante in tubolare di rame piegato di Meteore, e lo stravagante minimalismo della lampada Cartoccio, dove una sottile lamiera stagnata lucida è la base degli esili tondini di metallo intrecciati a sostengono di un foglio di alluminio cotto accartocciato.
Nella zona pranzo la creatività di Angelo Luca Tacchinardi si esprime in Canneto, un’opera dal fascino primitivo evocativa dell’atto del nutrirsi che, con le sue strisce di legno ricavate da vecchie travi di abete, definisce lo spazio del tavolo Boiacca di Kristalia disegnato da Paolo Lucidi e Luca Pevere, elegantemente illuminato con la lampada da terra Stylos di Flos progettata da Achille Castiglioni e dalla sospensione Jamaica pensata da Marc Sadler per Foscarini.
Proseguendo nella zona notte, la camera da letto padronale è arredata con colori naturali e, nel sapiente abbinamento di numerosi pezzi di design tra cui la cassettiera di Molteni & C modello D.655.1 disegnata da Gio Ponti e la piantana Flos modello KTribe di Philippe Starck, è stata collocata, sulla parete difronte al letto, Consolle Melo, opera di Tacchinardi omaggio allo scultore Fausto Melotti: una forma essenziale e leggera, ottenuta dalla saldatura di tubolari in rame a sostegno di un piano in cristallo extra chiaro bisellato, quasi evanescente nel porsi agli importanti arredi della stanza.
Le creazioni, uniche, di Angelo Luca Tacchinardi si ritrovano anche nella sobrietà della camera degli ospiti e nelle ricercate finiture dei bagni e, nel loro essere esteticamente eclettiche, sono la costante di un linguaggio che accompagna la singolarità di ogni situazione domestica, abili nel sollecitare i sensi attraverso l’uso del colore, della luce, dei materiali nudi, materici, diretti e naturali.