Wispillen, lo chalet a Gstaad costruito nel 1750, è oggi un monumento storico, che l’aristocrazia tedesca e borbonica frequenta e condivide in grande armonia

Si definisce infatti una normanna/borbonica, donna marchesa Januaria Piromallo Capece Piscicelli di Montebello dei Duchi di Capracotta, scrittrice e blogger per ilfattoquotidiano.it.
Separata dal primo marito tedesco Albrecht von Meister, padre dei suoi due figli, Kamalei, 15 anni e Leopoldine 13.

Una proprietà di Hoechst

Lo chalet di Gstaad, dove Januaria passa le sue vacanze invernali, è di proprietà della famiglia teutonica, fondatrice della Hoechst, il primo colosso farmaceutico nato in Germania all’inizio secolo. La conversazione con Donna Januaria, è infarcita di termini napoletani. “Napoli è una filosofia di vita. Ti dà radici. Ho voluto che i miei figli nascessero a Napoli per dare loro un’identità. Non gliela danno certo i quattro cantoni”.

Napoli a Wispillen e nell’Oberland Bernese

In alta quota ha portato innanzitutto la napoletanità, presente nella gouache nella sala da pranzo e nell’illustrazione del Vesuvio all’ingresso. Ma soprattutto ha portato a Gstaad, la perla dell’Oberland Bernese, il format di famiglia allargata rappresentata dal secondo marito Luca Simoni, brillantissimo avvocato milanese ma napoletano nel DNA, di cui è innamoratissima. “È più napoletano di me. L’ho sposato con un “Yes, I do”, all’ombra dei Faraglioni di Capri sotto una luna piena da cartolina”. E aggiunge: “Quando cuore e sentimenti erano come congelati, in ristrettezza di emozioni e di affetto eccolo, Luca, fatto su misura per me come una sciammeria realizzata dal miglior sarto di scuola napoletana, s’intende. Non pensavo che potesse succedere”.

La cultura partenopea declinata sulle nevi svizzere dello chalet Wispillen

E così i Natali: “Tutti insieme seduti intorno al tavolo tondo della sala da pranzo dello chalet di Gstaad, 14 posti a sedere, con il primo e il secondo marito, la prima moglie del secondo marito, Elisa Gaggio, interior designer, la figlia del secondo marito, Allegra, le nonne, le suocere. E a tutti offro il  ragù che faccio ‘pippiare sul fuoco per cinque ore’, come direbbe Eduardo de Filippo”, dice con aria gourmand. I regali intorno al presepe, realizzato da  Marco Ferrigno, maestro artigiano di San Gregorio Armeno, nel cuore della vecchia Napoli. Una piccola miniatura  presepiale (con carretti da mercato, cesti di uova e peperoncini) rimane tutto l’anno in bella mostra sulla consolle Biedermeier dello chalet di Gstaad. I peperoncini sono un’altra fissazione, tutta napoletana, di Januaria: “Sono scacciaguai e benauguranti”. Come hobby coltiva l’orto e fa marmellate di peperoncini (“Da gustare con i formaggi d’alpage stagionati, una delizia”), lamponi, mele e cannelle. E prepara anche il limoncello: “In autunno, la stagione che preferisco, quando raccolgo i funghi porcini che faccio essiccare per preparare risotti e pappardelle”.

 

Creatività in quota nello chalet Gstaad

Marshmallow e cupcakes. Sono le lampade realizzate da Januaria e dalla figlia Leopoldine per il nuovo laboratorio di creatività de Le Rosey, uno tra i più prestigiosi collegi del mondo. Il progetto di beneficenza si chiama “A Light for Africa” e serve a raccogliere soldi per i bambini analfabeti del Mali dove le Rosey ha costruito una scuola. Sono in vendita anche da Moods Interiors, (Gstaad). Come da tradizione, Januaria ha inaugurato la stagione con il galà sul ghiaccio (è il quarto anno di seguito) sulla pista di pattinaggio del Gran Park Hotel. Quest’anno il tema è stato America Musical on Ice per la onlus Innocence en Danger.  Altro progetto di Januaria: lanciare la mozzarella di Gstaad. Il suo socio si chiama Lorenz Bach, 25 negozi di abbigliamento in tutta la svizzera, ma farmer di tradizione da 300 anni. Non solo mozzarelle, ma anche provoline, ricotte e caciottina con il know how del casaro napoletano Giovanni Nuvoletta di “Amozzarella”, che si è appena trasferito a Pogliano Milanese. Un prodotto che sarà pronto per Expo 2015.

TESTO DI LUCREZIA MALASPINA / FOTO DI ALESSANDRO BELGIOJOSO

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