Tomaso Buzzi è stato uno dei principali architetti e designer del XX secolo italiano. Collaborò a lungo con Gio Ponti e diventò, nel corso del tempo, l’architetto più ricercato tra la borghesia di Milano.
Tomaso Buzzi giovane e promettente architetto
Tomaso Buzzi è nato a Sondrio il 30 settembre in una ricca famiglia. Si trasferisce a Milano per studiare architettura al Regio Istituto Tecnico Superiore. Dopo essersi laureato nel 1923 conosce altri giovani architetti con cui inizia una collaborazione. Lavora insieme a Gio Ponti, Giovanni Muzio e Giuseppe De Finetti, gruppo che successivamente verrà definito “Novecento Milanese“.
Le collaborazioni
Sarà con Ponti che lavorerà maggiormente. Il duo Tomaso Buzzi e Gio Ponti con l’aggiunta di Emilio Lancia costruì la villa L’Ange Volant a Garches vicino Parigi tra il 1925 e il 1926. Insieme fonderanno anche il “Club degli Urbanisti” di cui fanno parte molti giovani architetti.
Con alcuni di loro, Tomaso Buzzi progettò e costruì il Monumento ai caduti di Milano che si trova in Largo Gemelli. Era interessato anche al design tanto che nel 1927 fondò “il labirinto” una società di arredamento insieme a Gio Ponti, Emilio Lancia, Michele Marelli, Pietro Chiesa e Paolo Venini, la maggior parte appartenenti al Club.
Successivamente ad un breve parentesi in Brasile dove ha realizzato con gli studenti di un liceo di arti e mestieri locali due ambienti con pavimenti intarsiati, continua la collaborazione con Ponti che nel 1928 aveva fondato la rivista “Domus” di cui Tomaso Buzzi diventerà collaboratore. Insieme realizzarono anche la ristrutturazione e l’arredamento della villa Vittoria in via Valfonda a Firenze.
Le ville e il ritiro
Progressivamente l’architetto inizia a staccarsi dagli altri architetti con cui aveva sempre lavorato terminando, per esempio, la collaborazione con “Domus”. Parallelamente inizia a lavorare più assiduamente come architetto le famiglie importanti e ricche di Milano curando la costruzione e la ristrutturazione di numerose ville.
Ormai Tomaso Buzzi e Gio Ponti sono in rotta di collisione soprattutto a causa dell’avvento del Fascismo. Buzzi, le cui attività politiche erano legate all’antifascismo, accusava l’ex collaboratore di essere troppo vicino al regime.
Tra il 1938 e il 1954 insegnerà disegna dal vero e arredamento al Politecnico di Milano.
Villa Necchi Campiglio
La villa è stata costruita tra il 1932 e il 1935 da Piero Portaluppi. Si tratta di una casa unifamiliare indipendente circondata da un grande giardino e dotata di un campo da tennis e di una piscina, la prima realizzata a Milano per un edificio privato.
A Tomaso Buzzi venne affidato a partire del 1938 la sistemazione dell’esterno e l’arredamento di alcune stanza. I committenti richiesero uno stile ispirato al XVIII secolo che fosse più morbido ed elaborato rispetto a quello previsto da Piero Portaluppi che era più rigoroso ed essenziale.
Riarredò il salottino a destra dell’atrio in cui aggiungerà un grande camino in stile rinascimentale e la sala da pranzo dalle pareti rivestite in pergamena ed il soffitto a stucco abbellito da decorazioni naturalistiche e astrologiche.
Le opere degli anni 50
Risalgono a dopo la guerra molte delle sue opere più famose come la villa a Nervi per Vittorio Necchi costruita tra il 1953 e il 1956 e la città ideale “Scarzuola” nel 1956. Morirà a Rapallo il 16 febbraio 1981.
Villa Volpi
Costruita nel 1952 immersa tra le dune del lungomare di Sabaudia, Villa Volpi è stata voluta dalla contessa Nathalie Volpi di Misurata. Tomaso Buzzi si ispirò allo stile delle ville palladiane ma anche delle dimore dell’Impero Romano. L’edificio è caratterizzato da un alto colonnato nella parte centrale dell’edificio che rimanda alle fattezze di un tempio classico che si può raggiungere tramite una scalinata bianca. Dal corpo centrale si originano due ali laterali che accolgono il salone, stanze da letto e da pranzo. Presenta una galleria sotterranea che porta ad un’altra ala del complesso adibita a garage e a dependance.
La Scarzuola
Tra il 1956 e il 1957 Tomaso Buzzi acquistò a Montegabbione in provincia di Terni una chiesa e un convento fondati da San Francesco e risalenti al 1200. Questi erano chiamati La Scarzuola e qui nel corso degli anni ’60 l’architetto adatterà il complesso alle sue esigenze raggruppando tutte le opere d’arte accumulate durante la sua vita e raccogliendovi il proprio archivio.
Vicino al complesso costruì tra il 1958 e il 1978 quella che divenne per l’architetto la città ideale. Uso come modelli edifici del passato come per esempio Villa Adriana, Villa D’Este ma anche gli edifici dell’Acropoli e l’idea del gioco e della meraviglia dei giardini di Bomarzo.
Pergolati delimitano le spirali in cui all’interno si sviluppa il complesso. Sono presenti ben sette teatri, tra cui l’anfiteatro, il teatro agnostico, il teatro erboso, il teatro delle api che culminano con l’Acropoli il tutto quasi rappresenta un percorso iniziatico labirintico, un viaggio metaforico di rinascita che dopo una serie di incontri e dopo aver attraverso anche parti buie ti porta all’Acropoli che simboleggia la piena consapevolezza e realizzazione di sé.
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