“Nulla accade nella natura vivente che non sia connesso col tutto”. Con questo aforisma di Johann Wolfgang von Goethe, Matteo Thun sintetizza perfettamente la logica e lo spirito che hanno ispirato il progetto del cottage di montagna immerso e perfettamente integrato nella cornice naturale pura e maestosa della valle dell’Engadina.

Concetti di tradizione e innovazione

Il progetto di Matteo Thun gioca in maniera raffinata sulla dialettica tra i concetti di tradizione e innovazione e su quelli di naturale e artificiale, offrendo un’interpretazione aperta ai linguaggi della modernità. “Il complesso”, racconta Matteo Thun, “è stato realizzato in stretto dialogo con il proprietario, che ha chiesto allo studio un rifugio per le vacanze in grado di integrarsi col paesaggio alpino e che fosse basato su forme tradizionali dell’architettura di montagna”. 

L’area relax nel bow-window che consente di ammirare il panorama. “Gli spazi interni riflettono la semplicità della struttura con un mix di materiali naturali e superfici neutre, enfatizzati dalla qualità della luce naturale che entra nelle stanze”.
© Foto di Laura Rizzi

Una scelta razionale

Il primo aspetto è stato affrontato da due diversi punti di vista, che hanno riguardato la scelta dei materiali, legno e pietra, ideali per armonizzarlo nel contesto della valle in cui si trova e la disposizione delle volumetrie dell’edificio in relazione all’ambiente circostante. Grazie alla divisione su quattro piani, infatti, la villa con la sua terrazza in pietra, si adagia sulla collina senza risultare invasiva ed è completamente nascosta alla vista. Una scelta razionale anche dal punto di vista funzionale perché “la pittoresca location sul pendio” spiega Matteo Thun, “è studiata in modo tale che ogni livello possa avere la propria entrata. I due volumi della casa, così pensati, oltre a non risultare invasivi verso l’esterno, all’interno permettono di separare gli accessi tra area living, camere e zone di servizio”. 

“Le ampie finestre a bow-window che assicurano una vista spettacolare sul paesaggio circostante”. Sullo sfondo, il tavolo da pranzo con sedie CH24 Wishbone di Carl Hansen & Søn e lampadario Floatation di Ingo Maurer.
© Foto di Laura Rizzi

L’essenzialità della costruzione

Da un punto di vista più strettamente stilistico “la costruzione adotta le caratteristiche archetipiche delle abitazioni tradizionali dell’Engadina, implementandole con elementi più moderni, come per esempio le ampie proporzioni delle finestre, le travature e volumi a sbalzo”. Gli interni riflettono l’essenzialità della costruzione con un mix tra superfici ed elementi d’arredo in legno chiaro abbinato a tinte neutre e pochi tocchi di colore a contrasto.

Matteo Thun
La zona giorno dello chalet. Un ampio e luminoso open space in cui il grande protagonista è il noce Canaletto armonizzato con con pochi tocchi di colore. Le ampie vetrate a tutta altezza aprono gli interni al paesaggio circostante, regalando una vista spettacolare sullo scenario alpino, dominato dai profili maestosi delle montagne imbiancate di neve. “Un’interazione armoniosa tra materiali naturali e ampie parti in vetro della facciata crea un perfetto dialogo tra gli interni e la natura circostante”, spiega Matteo Thun.
© Foto di Laura Rizzi

Matteo Thun

Senza dimenticare il camino aperto situato nella zona giorno, immancabile in questo scenario montano. “Ma il vero spettacolo”, conclude Matteo Thun “è offerto dalle grandi finestre a bow window nella parte living e dining, che portano in casa l’incanto dei profili maestosi delle cime innevate e i colori dei boschi e della natura circostante”.

Marco Miglio

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