Palazzo Te è una residenza situata a sud di Mantova, costruita tra il 1525 e il 1536 da Giulio Romano. È considerato il primo palazzo in stile manierista in architettura.
Breve biografia di Giulio Romano
Giulio Pippi de’ Jannuzzi conosciuto come Giulio Romano è nato a Roma nel 1499 ed è stato collaboratore nella bottega di Raffaello. Lavorò agli affreschi delle logge vaticane disegno dall’artista e curò la realizzazione di alcune figure nell’affresco Incendio di Borgo.
Collaborò anche alla decorazione del soffitto di Villa Farnesina diventando uno dei maggiori collaboratori di Raffaello nonostante la giovane età. Per questo motivo che anche dopo la morte di Raffaello nel 1520 contribuì a completare gli affreschi vaticani lasciati incompiuti. Sempre a Roma Giulio Romano decora la Villa Madama per il cardinale Giuliano de’ Medici che divenne poi Clemente VII.
Dal 1522 il signore di Mantova Federico II Gonzaga lo volle come artista di corte attratto soprattutto dalla sua abilità di architetto. Soltanto due anni dopo l’artista si trasferì nella città lombarda dove morì il 1° novembre 146.
Di Giulio Romano si ricorda soprattutto Palazzo Te sia per la sua architettura ma soprattutto per i suoi famosi affreschi illusionistici. Contribuì anche alla ricostruzione del palazzo ducale di Mantova e della cattedrale progettando anche la vicina Chiesa di San Benedetto. Molte parti di Mantova soggette a inondazioni furono ristrutturate sotto la direzione dell’artista romano. Il suo studio divenne una popolare scuola d’arte e venne sempre supportato dal duca che gli garantiva un cospicuo reddito annuo. Era un uomo ricco e potente e grazie al suo status potè costruire nel centro di Mantova la propria dimora, oggi conosciuta ancora come la casa di Giulio Romano.
Si recò in Francia nella prima metà del XVI secolo e portò i concetti dello stile italiano alla corte francese di Francesco I. Secondo Giorgio Vasari, i suoi migliori allievi furono Giovanni dal Lione, Raffaellino dal Colle, Benedetto Pagni, Figurino da Faenza, i fratelli Bertani e Fermo Guisoni.
Palazzo Te
Nel 1524, quando non era ancora duca della città, Federico II Gonzaga volle costruire un palazzo residenziale e affidò questo incarico a Giulio Romano che in 18 mesi costruì l’ossatura di quello che divenne il Palazzo Te.
L’artista, sfruttando la posizione fuori le mura, decise di riprendere il modello ideale della casa romana. Questa aveva un solo piano, con vestibolo ed un ampio atrio. In strutture simile aveva già lavorato e le aveva conosciute quando aveva lavorato a Villa Madama o alla Farnesina sotto la direzione di Raffaello a Roma.
L’edificio è ampio e presenta un susseguirsi di atrio, stanze, cortili quadrati, giardini, a volte richiamando lo stile dorico dell’architettura classica. La costruzione è completata da un giardino delimitato da file di colonne antistanti gli edifici attigui.
Le quattro facciate esterne presentano pilastri a parete piatta che incorniciano le facciate incassate. Le facciate, però, non totalmente simmetriche e la disposizione delle colonne è irregolare. Quella est si distingue dalle altre tre per motivi palladiani sulle colonne e un loggiato aperto al centro. Mentre la parte centrale di quelle poste a sud e a nord presentano tre archi alti due piani senza portico né timpano che permettono il passaggio verso il cortile interno.
Sulla facciata del Palazzo Te prospiciente il giardino, Giulio Romano progettò bacini pieni d’acqua in cui si rifletteva l’elegante facciata e ne esaltavano la vista. Non aveva previsto il timpano neoclassico della facciata volta al giardino che fu inserito nel XIX secolo.
Interno del palazzo
Terminata la struttura dell’edificio, ci vollero quasi dieci anni di lavoro da parte di stuccatori, scultori e affreschisti, affinché venisse totalmente decorata. Sicuramente gli affreschi più noti del Palazzo Te sono La caduta dei giganti realizzata tra il 1532 e il 1535 di Giulio Romano che ricopre il soffitto della Sala dei Giganti. Ma anche gli affreschi della Sala di Amore e Psiche che raffigurano tutta la storia di Psiche tratta dalle metamorfosi di Apuleio. Le sale presentano pavimenti in marmo che variano in colore e design da stanza a stanza.
Una delle parti più affascinanti e suggestive del palazzo è l’appartamento della grotta, un cosiddetto appartamento segreto con stanze disposte intorno ad una grotta e ad una loggetta. Qui i cortigiani potevano bagnarsi in una piccola cascata che scorreva sui ciottoli, le conchiglie e le porcellane incrostate nei muri e nelle pareti.
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