Noto soprattutto per i suoi lavori sulla facciata del Duomo di Monza, Matteo da Campione è stato uno scultore italiano del periodo gotico.

Chi è Matteo da Campione

È uno dei Magistri Campionesi, un gruppo di scultori, scalpellini e architetti medievali del XIII e XIV secolo, tutti provenienti da Campione d’Italia nel cantone svizzero del Ticino. Di Matteo da Campione non si conosce la data ed il luogo di nascita certi ma si presume sia nato a Campione D’Italia nel 1335. È morto il 24 maggio 1396 ed è seppellito nella Cappella del Rosario, all’interno del duomo di Monza.

Il duomo di Monza

I Visconti di Milano hanno affidato a Matteo da Campione il compito di trasformare il Duomo di Monza già in parte costruito. Aveva il duplice ruolo sia di architetto che di sculture e ideò la facciata, il pulpito e il battistero. Tanto era considerato importante che nell’epigrafe posta sulla tomba all’interno della chiesa sono elencate tutte le parte edificate da lui stesso, cosa poco comune per l’epoca.

La fonte battesimale non è arrivata a noi mentre il pulpito è quasi interamente conservato ed è posto nella posizione originaria modificandone l’impianto successivamente adattandola a cantoria della fine del XV secolo.

La realizzazione del Duomo di Monza assorbì completamente Matteo da Campione facendogli anche rinunciare all’incarico di sostituire Marco da Campione nella direzione del cantiere del duomo di Milano.

Interno del duomo di Monza – ©Timmey O’Toole (Flickr CC BY-NC-ND 2.0)

Pulpito

Caratterizzano il pulpito, cornici e decorazioni con motivi vegetali chiusi dentro a riquadri modonati. Negli angoli e negli spazi di risulta sono inseriti ornati a traforo dal motivo a trifoglio modulato per riempire lo spazio. Sono presenti clipei traforati che si sviluppano in modo leggermente diverso andando a toccare i temi della ruota, della stella e della croce. Uno di essi ricorda la cultura araba grazie al motivo di asole e nodi, questo dimostra quanto Matteo da Campione sia stato uno studioso ed un grande osservatore.

Appaiono anche grilli ed essere mostruosi sia ai margini della decorazione sia nei pennacchi tra la cornice superiore e le nicchie sovrastanti con gli apostoli. Nella parte centrale del pulpito sono presenti appunto le nicchie con scolpiti gli apostoli suddivise da colonne tortili. I santi sono identificabile grazie all’incisione sulla modanatura superiore ed oltre gli apostoli sono presenti anche San Barnaba e Giovanni Battista al centro nella parte che sporge. In alto è presente un parapetto di marmo da cui sporge un ambone semi esagonale sormontato da un leggio tenuto da un’aquila.

Originariamente erano presenti altri bassorilievi che narravano la visione apocalittica di Gesù insieme agli apostoli e la chiesa trionfante nel giorno del giudizio. Mentre sul resto vi era una lastra che rappresentava l’incoronazione dell’imperatore, presumibilmente Venceslao di Lussemburgo, da parte del vescovo di Monza. Quest’ultima opera, però, non è attribuita in maniera certa a Matteo da Campione. Vista in toto la cassa del pulpito indicava le due grandi istituzioni della società medievale quali la chiesa e l’impero.

Parte centrale del pulpito di Matteo da Campione riconvertito a cantoria dell’organo – ©Albertomos (via wikimedia commons CC BY-SA 4.0)

Facciata

Ma è sicuramente la facciata a vento del duomo di Monza l’opera più impegnativa di Matteo da Campione. È considerato un esempio perfetto dell’architettura dei Magistri Campionesi del XIV secolo. Durante gli anni ha subito diversi interventi come l’erezione del protiro durante il 1500 o il restauro iniziato alla fine del XIX secolo. Durante quest’ultimo sono stati ricostruiti dei tabernacoli ed è stato sostituito l’intero paramento lapideo originale. Questo ha modificato facendo sparire la discontinuità del tessuto murario che segnalavano l’apporto offerto da Matteo da Campione.

Originariamente la chiesa era molto più piccola, costruita come cappella palatina soltanto nell’anno 1300 iniziarono i lavori per rinnovare la chiesa. Durante la prima fase di costruzione, che terminò nel 1346 con la consacrazione dell’altare maggiore, la facciata contava tre campi e solo successivamente fu ampliata a cinque e terminata in elevato. A causa dell’allargamento laterale decisero anche la costruzione di due serie di cappelle lungo i fianchi.

Facciata del duomo di Monza – ©Albertomos (via wikimedia commons CC BY-SA 3.0)

La nuova chiesa del 1300

Furono i Visconti a voler trasformare la semplice chiesa originaria in un complesso più grande e ricco. Incaricato Matteo da Campione, si dedicò soprattutto alle sculture ed isolò le singole componenti funzionali architettoniche evidenziandole con cornici prendendo spunto dalla facciata del duomo di Orvieto ed altre chiese in Umbria ma anche in Toscana.

Nelle decorazioni preferì usare la tecnica del traforo esaltando l’effetto contrasto collocando al di sotto lastre di pietra molto più scura. Si ritrova lo stesso stile del pulpito ed i singoli motivi decorativi sono riproposti per esempio nelle bifore ma anche nel grande rosone centrale riquadrato da formelle che contengono volti barbuti o di leoni e motivi ornamentali. Al di sopra è presente un altro piccolo rosone che presenta in modo analogo gli stessi campi laterali.

Esaltò il profilo superiore con fasce a polilobi traforati che sovrastava una cornice di archetti anch’essi a traforo su colonnine pensili. Fece costruire sui contrafforti edicolette gugliate che racchiudevano statue di santi. Ad oggi è rimasta solo quella di San Gregorio Magno.

Quando Matteo da Campione iniziò i suoi lavori sulla facciata erano già presenti le fasce bicrome. Non ne fu condizionato ed ideò le decorazioni singolarmente esaltando la funzione scenografica dell’intera facciata.

Dettaglio della parte superiore della facciata del duomo di Monza – ©Ezio (Flickr CC BY-SA 2.0)

Maria Giulia Parrinelli

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