Le opere di Mario Botta, architetto contemporaneo tra i più apprezzati, uniscono alle qualità estetiche una forte valenza etica. L’architettura di Mario Botta è ricerca e costruzione di uno spazio in cui l’immagine estetica riflette la piacevolezza del vivere. Ordine e simmetria sono applicate, senza esitazione, alle numerose opere realizzate dall’architetto e scultore, autore di chiese, residenze private, musei e luoghi di cultura.
Mario Botta: architetto contemporaneo
Nato in Svizzera, Mario Botta si diploma a Milano al Liceo Artistico, proseguendo gli studi presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, tra il 1964 e il 1969. È evidente che l’architettura, prima di essere la professione prescelta, è per Mario Botta soprattutto una passione. Venezia è un luogo di grande crescita e di incontri determinanti nella definizione dell’architettura di Botta. Qui, infatti, conosce e lavora con Le Corbusier e Louis I. Kahn, laureandosi nel 1969 con i relatori Carlo Scarpa e Giuseppe Mazzariol. La sua carriera inizia ufficialmente nel 1970, con l’apertura di uno studio di architettura a Lugano. Lo studio Mario Botta Architetti, trasferito nel 2011 a Mendrisio, firma progetti internazionali di grande pregio, ispirati ad una filosofia che guarda allo spazio da più prospettive.
La solennità geometrica degli spazi sacri
L’architettura di Mario Botta è pragmatica, dominata da geometrie semplici e ordinate, esaltate dalla luce che da forma allo spazio. Predilige materiali naturali, in particolare mattone e pietra, scelti per la loro versatilità e la durabilità. La simmetria delle forme, poi, si accompagna al rispetto e allo studio del territorio e della sua storia, considerato parte integrante della costruzione stessa. L’attenzione alla storia e alla memoria del sito è particolarmente alta nel progetto della Chiesa di San Giovanni Battista a Mogno, in Svizzera. La chiesa, infatti, sorge al posto di un’omonima cappella, distrutta da una valanga nel 1986 e ricostruita secondo un nuovo linguaggio. Nel paesaggio naturale la chiesa appare come un cilindro di pietra tagliato alla sommità da una superficie in vetro, disposta in diagonale. Le pareti spesse in pietra e l’essenzialità delle forme dell’interno incontrano la leggerezza della copertura in vetro, da cui filtra la luce, creando un contrasto d’effetto.
La Cappella Granato in Austria
Numerosi gli spazi dedicati al culto forgiati dall’inconfondibile architettura di Mario Botta, in cui alla solennità del luogo si aggiunge una valenza estetica di grande impatto. La Cappella Granato che appare nel paesaggio delle Alpi austriache come un miraggio, ne è un esempio. Costruita tra il 2011 e il 2013, la cappella è un dodecaedro situato sulla sommità del monte Penkenjoch. Una scala collega lo zoccolo in calcestruzzo, su cui la struttura è adagiata, con l’interno. La geometria esterna si ripete anche nello spazio interno, essenziale ma dominato dal rombo, una ripetizione di forme intensificata dalla luce che si irradia dall’alto. L’esterno della struttura è rivestito da lastre di acciaio Corten mentre le superfici interne, avvolgenti e accoglienti, sono ricoperte da listelli in legno di Larice.
L’occhio dell’arte a San Francisco
Un’architettura definita, dunque, da valori precisi che dà forma a spazi di culto, luoghi di cultura come musei e biblioteche, ma anche banche e edifici amministrativi.
Edifici che si presentano sempre in un dialogo stimolante con lo spazio circostante, come la sede del Museo di Arte Moderna di San Francisco (SFMOMA), completato nel 1995. Il museo, infatti, si sviluppa in orizzontale distinguendosi tra i grattacieli di Yerba Buena che, invece, tendono vertiginosamente verso l’alto. Punto focale della struttura in acciaio, rivestita con pannelli prefabbricati in mattoni, un lucernario a tronco cilindrico che illumina il museo estendendo, come fosse un grande occhio, il suo sguardo sulla città.
La sede del Mart a Rovereto
È del 2002, invece, il progetto del Mart (Museo di Arte Moerna e Contemporanea) di Rovereto, realizzato in collaborazione con l’ingegnere Giulio Andreolli. I materiali utilizzati per le facciate riprendono, volutamente, quelli dei palazzi circostanti, creando un piacevole effetto di continuità. Il fulcro dell’intero edificio è la monumentale cupola in vetro e acciaio, di dimensioni pari alla copertura del Pantheon a Roma, che sovrasta la piazza d’ingresso al museo. Dei quattro piani aperti ai visitatori, i due che ospitano le sale espositive sono collegati da un matroneo e da una passerella in vetro e acciaio che si affaccia sulla piazza centrale. Sempre nel campo della cultura, Mario Botta ha curato la ristrutturazione del Teatro alla Scala a Milano, introducendo due nuovi volumi, accanto alla preesistente struttura neoclassica.
Il Teatro dell’Architettura
L’intensa attività progettuale si accompagna anche all’impegno didattico. Mario Botta è, infatti, fondatore e docente dell’Accademia di architettura di Mendrisio, nel cui ambito si inserisce il progetto del Teatro dell’Architettura. L’edificio, aperto nel 2018, ha una pianta circolare e si sviluppa su cinque piani, con una struttura che ricorda quella del teatro anatomico. Promosso dall’ USI e dalla Fondazione Teatro dell’Architettura, il Teatro comprende spazi espositivi, aule e archivi, presentandosi come un luogo dedicato ad eventi culturali e allo scambio di idee.
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