Protagonista importante e originale dell’architettura italiana del secondo dopoguerra, Guido Canella è stato, oltre che architetto, professore ed editore.

L’insegnamento

Guido Canella è nato a Bucarest il 19 gennaio 1931 ed è morto il 2 settembre 2009 a Milano. Ha studiato presso la facoltà di architettura del Politecnico di Milano dove si è laureato nel 1959. L’anno dopo ha iniziato a insegnare dapprima nell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia con Giuseppe Samonà e, successivamente, nell’ateneo milanese. Qui diventa professore ordinario di Composizione Architettonica.

Le opere dell’architetto Guido Canella

Le prime opere

Nel 1963 disegnò il municipio di Segrate che combinava la modernità con la tradizione. Questo approccio verrà riproposto e applicata nella periferia milanese tramite la costruzione Centro civico di Pieve Emanuele del 1971. Successivamente progettò la scuola elementare Monaca a Cesano Boscone, sempre vicino Milano.

Centro civico di Pieve Emanuele – ©Arbalete (via wikimedia commons CC BY-SA 4.0)

Opere degli anni ’80

Nel corso del tempo ha modificato le efficaci composizioni ispirate a uno stile modernista fondendole con storicismi più allusivi e poetici. L’identità della città era, perciò, accolta ed esaltata tramite le sue opere. Gli anni ’80 evidenziarono questa evoluzione, che può essere osservata nel centro servizi a Peschiera Borromeo del 1982, nei progetti per gli uffici municipali di Avellino, nel centro polifunzionale di Passo di Varano, quartiere di Ancona, nell’Istituto Superiore Bodoni a Parma e per finire nel complesso terziario a Fidenza del 1986.

Opere degli anni ’90

Gli ultimi edifici che ha progettato sono il centro civico di Pioltello vicino Milano, che comprendeva il municipio, una residenza, edifici sportivi e commerciali, iniziato nel 1976 e concluso nel 1990. Sempre a Milano è di Guido Canella il cinema multisala Plinius e il complesso residenziale e commerciale tra via Ripamonti e via Salasco costruiti entrambi nel 1994.

Unica opera estera dell’architetto Guido Canella è l’Hotel InterContinental Asmara ad Asmara in Eritrea datato 1996.

Hotel InterContinental Asmara oggi diventato Hotel Asmana Palace – ©Dan Newman (Flickr CC BY-SA 2.0)

I saggi 

Fu un grande studioso, esordì già prima di laurearsi nel 1957 scrivendo un saggio sulla rivista Casabella Continuità dal titolo “L’epopea borghese della Scuola di Amsterdam”. Durante la sua permanenza a Venezia, insieme a Giuseppe Samonà, approfondì i problemi progettuali dell’architettura moderna.

Guido Canella ha collaborato con il gruppo creato dall’architetto Carlo Aymonino mentre, all’università di Milano, ha coordinato le ricerche dirette a creare un rapporto tra l’architettura e i caratteri strutturali delle città e del territorio. Con i saggi “Il sistema teatrale a Milano” datato 1966 e “Università: ragione, contesto, tipo” del 1975 riflette sulla relazione tra tipologia e fisiologia della struttura urbana tramite la progettazione di edifici funzionali come il teatro e l’università.

Le riviste

Guido Canella non è stato soltanto un architetto ma anche il direttore di due importanti riviste di architettura. Ideò e fondò personalmente “Hinterland” dirigendola dal 1977 al 1985, e successivamente guiderà “Zodiac” dal 1989.

Quest’ultima era stata fondata trent’anni prima da Adriano Olivetti e fu chiesto a Canella di riportarla in auge. Si trattava di un semestrale internazionale di architettura contemporanea che usciva sia in italiano che inglese. Alcuni numeri furono dedicati ad una tipologia architettonica specifica come teatri, musei, università. In altri erano presenti saggi e analisi di edifici o nuovi progetti. Altri numeri invece furono dedicati al rapporto tra città e architettura, altri invece analizzavano stili architettonici specifici o regionali. In ogni numero traspariva il carattere di Guido Canella, che a volte scriveva un editoriale o presentava un nuovo progetto. Egli puntava ad avere una rivista che non seguisse gli stili imperanti dell’epoca e che, soprattutto, non fosse ridotta a un catalogo per il mero consumismo.

Maria Giulia Parrinelli

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