Peter Rice (1935-1992) è stato un ingegnere strutturista irlandese che ha saputo combinare la necessità di applicare il progresso tecnologico nelle tecniche di costruzione alla volontà di creare uno spazio fortemente umanizzato. Nel corso della sua breve carriera professionale ha collaborato con importanti architetti internazionali tra cui Renzo Piano, Richard Rogers e Norman Foster, realizzando opere che uniscono le ragioni della forma a quelle della struttura. Per aver contribuito al progresso dell’architettura, nel 1992, anno della sua precoce morte, ha ricevuto la Royal Gold Medal for Architecture dal Royal Institute of British Architects.
Peter Rice e i primi incarichi nella società di ingegneria Arup
Peter Rice è nato a Dublino e ha studiato prima alla Queen’s University di Belfast, dove ha conseguito la laurea in ingegneria, e poi un anno all’Imperial College di Londra. Nel 1958 è entrato nella società di ingegneria inglese Arup, lavorando a diverse opere tra cui il Teatro dell’Opera di Sydney (1957-73). Grazie alle sue competenze è riuscito a costruire la geometria degli elementi conchiliformi disegnati dell’architetto Jørn Utzon, riconducendola a gusci dal profilo sferoidale, realizzati poi in cemento armato prefabbricato.
Durante gli anni Settanta, dopo l’esperienza di visiting scholar alla Cornell University di New York, Peter Rice ha preso parte alla costruzione del Centre Georges Pompidou (1971-77), progettato dagli architetti Renzo Piano e Richard Rogers. L’edificio ha rappresentato la sintesi tra il progetto architettonico e ingegneristico, in cui i singoli elementi costruttivi contribuiscono alla creazione di una nuova estetica. Ad esempio, le gerberette, i pezzi che raccordavano le travi al telaio della facciata, insieme ai festoni di tubi metallici e all’espressività dei condotti impiantistici, evidenziano un’attenzione verso il rapporto forma e struttura.
Atelier Piano & Rice (1978-1980)
Peter Rice e Renzo Piano si sono conosciuti nel cantiere del Centre Georges Pompidou all’inizio degli anni Settanta. Renzo Piano ha creato la spazialità dell’edificio mentre Peter Rice l’ha tradotta in architettura utilizzando i principi strutturali. Nel 1978, entusiasti della prima collaborazione e volenterosi di approfondire la complementarità tra le due discipline, hanno fondato l’Atelier Piano & Rice. Per un biennio, i due professionisti hanno studiato le avanzate tecniche di produzione industriale e i nuovi materiali, con un istinto operativo guidato dall’ingegno umano. Le sperimentazioni hanno permesso di elaborare soluzioni innovative poi impiegate nei progetti dei decenni successivi.
Gli anni ’80 e il rapporto con l’architettura high-tech
Nel 1977 Peter Rice ha fondato, insieme agli architetti Martin Francis e Ian Ritchie, la società ‘RFR’, mentre ha continuato a collaborare con Arup come partner.
All’inizio degli anni Ottanta è stato l’ingegnere, insieme al gruppo Arup, prima del Lloyd’s Building (1978-86) di Londra progettato da Richard Rogers, e poi del Menil Collection di Huston ideato da Renzo Piano (1982-86). Il sodalizio con gli esponenti dell’architettura high-tech si arricchisce anche della collaborazione con Norman Foster, in occasione della costruzione dell’aeroporto di Londra Standested (1986-91). Nel 1985 è ritornato a Parigi chiamato dall’architetto I. M. Pei, allora impegnato nei progetto della Piramide del Louvre.
L’aeroporto internazionale del Kansai è stato completato nel 1994, due anni dopo la scomparsa di Peter Rice. L’ultima opera dell’ingegnere irlandese è stata nuovamente segnata dalla collaborazione con l’architetto e amico Renzo Piano, e ha rappresentato l’applicazione di anni di sperimentazione all’Atelier Piano & Rice. La forma a toroide, simile a uno scafo rovesciato, ha definito un unico involucro che è insieme copertura e chiusura verticale, e ha permesso di incanalare i venti oceanici all’interno del terminal, garantendo la ventilazione naturale degli ambienti. La struttura reticolare metallica prefabbricata visibile dall’interno dell’edificio è stata posizionata in maniera regolare e ritmica creando uno spazio architettonico di dimensione umana.
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