Rem Koolhaas è un architetto cosmopolita di origine olandese, tra i più influenti del periodo contemporaneo. Nato a Rotterdam nel 1944, ha esordito come giornalista interessato alle dinamiche sociali e, nella volontà di trasformarle, ha studiato architettura prima all’Architectural Association di Londra, poi, dal 1972 al 1975, alla Cornell University di New York. Nel 1975, insieme a Elia Zenghelis, Zoe Zenghelis e Madelon Vriesendorp, ha fondato a Rotterdam l’Office for Metropolitan Architecture (OMA). Tra gli anni Ottanta e Novanta lo studio si è affermato come importante realtà a livello internazionale, formando progettisti come Zaha Hadid, Bjarke Ingels (BIG) e Winy Maas (MVRDV), e rendendo la città di Rotterdam insieme crocevia e incubatore di architettura contemporanea.
Le prime opere di Rem Koolhaas a Rotterdam
Patio Villa (1984-1988)
L’abitazione, commissionata da Joop Linthorst, si trova nel distretto di Kralingen a Rotterdam, lungo il canale Ringvaart. Costruita sul terrapieno di un’autostrada mai realizzata, Rem Koolhaas la descrive come una “parodia della classica sezione olandese di case nel pendio di un argine”. L’ingresso si trova alla quota della strada, mentre gli spazi privati e pubblici si trovano al piano superiore in relazione con il giardino circoscritto a sud dal canale. La pianta, articolata intorno a un patio, riprende le sperimentazioni delle case disegnate da Mies van der Rohe tra il 1934 e il 1938. La giustapposizione di materiali e texture con tono provocatorio anticipa la figurazione di Villa dall’Ava di Parigi, completata nel 1991.
Kunsthal (1987-1992)
Il progetto del kunsthal di Rem Koolhaas a Rotterdam consiste in uno spazio espositivo dedicato a mostre temporanee. Il programma funzionale è tradotto in un organismo architettonico composto da piani di pavimento inclinati che collegano le diverse sale espositive senza soluzione di continuità. L’edificio interagisce con l’intorno urbano ponendo, rispetto al fronte stradale, un elemento di cortina orizzontale dal rigore apparente, in riferimento alla compostezza della Neue Nationalgalerie (1962-68) di Mies van der Rohe, che anticipa un paesaggio dinamico in dialogo con lo spazio verde retrostante.
Intermezzo: saggi dell’architetto della provocazione
Bjarke Ingels, allievo di Rem Koolhaas in OMA, nel libro «Yes is More» descrive l’architetto olandese come un personaggio che “ha indagato fenomeni come il Muro di Berlino, la Città Generica, il problema della Grande Dimensione, la Cina, la Globalizzazione, lo Shopping, ecc. cercando di sospendere il giudizio per capire e valutare il mondo per quello che è”. Il saggio «Delirious New York: A Retroactive Manifesto for Manhattan» (1978) espone con “realismo cinico” la metafora dell’esperienza contemporanea, mentre il secondo libro «S, M, L, XL» (1995) racconta le realizzazioni di OMA e le derive dell’architettura alla fine del XX secolo. Combinando attività pratica e teorica, ha ottenuto il massimo riconoscimento professionale con il Pritzker Prize (2000), a cui sono seguiti il premio Praemium Imperiale della Japan Art Association per l’architettura (2003) e la Royal Institute of British Architects’ Royal Gold Medal (2004).
De Rotterdam (1997-2013): Rem Koolhaas e l’edificio alto
L’intervento è parte della riqualificazione del vecchio quartiere portuale di Wilhelminapier. Nel De Rotterdam, Rem Koolhaas reinterpreta il modello di edificio americano per uffici sviluppato in altezza degli anni Cinquanta, osservabile nel Lever Building (1950-52) progettato a Chicago dallo studio Skidmore, Owings & Merrill LLP (SOM). L’innovazione tipologica consisteva nell’inserimento di un avancorpo, posto alla base del grattacielo e contente i servizi comuni. L’architetto olandese ibrida la bipartizione del modello newyorkese combinando, alla geometria dell’attacco a terra, la scomposizione del corpo dallo spiccato verticalismo in tre torri interconnesse e a uso misto.
Timmerhuis (2009-2015): una nuova modularità
Il Timmerhuis è un complesso edilizio, inserito nel tessuto storico del quartiere Stadstimmerhuis al centro della città di Rotterdam, che ospita servizi municipali, uffici e residenze. La modularità dell’intervento dichiara influenze del metabolismo giapponese, fenomeno architettonico a lungo studiato da Rem Koolhaas, soprattutto in riferimento al progetto delle Capsule di Kurokawa (1970-72). Le cellule compongono un sistema in movimento: sono giustapposte in senso ascendete e irregolare rispetto alla quota di gronda dell’edificio storico, risalente al 1953, che circonda su due lati l’architettura dello studio OMA.
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