Le Corbusier (1887-1865), figura poliedrica di architetto, intellettuale e pittore, è stato protagonista di una lunga carriera professionale durata più di sessant’anni. È considerato uno dei maestri del Movimento Moderno e, nel progetto per Villa Savoye, ha saputo innovare il proprio linguaggio architettonico alla ricerca di una nuova astrazione figurativa.

Le Corbusier: gli anni della formazione e il primo periodo maturo

Nato in Svizzera nel 1887, durante gli anni della formazione viaggiò in Italia e a Vienna, per poi trasferirsi prima a Parigi, dove lavorò nello studio di Auguste Perret, e poi a Berlino da Peter Behrens. Deluso dall’esperienza tedesca, intraprese un viaggio in Oriente tra Istanbul e Atene, al termine del quale tornò in Francia. La seconda esperienza francese fu caratterizzata dall’incontro con il pittore purista Amédée Ozenfant, insieme al quale fondò nel 1920 la rivista «L’Esprit Nouveau». Parte delle teorie espresse tra le pagine del periodico furono riprese nel libro «Verso una Architettura» («Vers une Architecture»), scritto da Le Corbusier e pubblicato nel 1923. L’architetto applicò i principi contenuti nel testo per la progettazione di opere degli anni Venti, risalenti al suo primo periodo maturo, come Maison Cook (1924), Maison La Roche (1923-25), Villa Stein/de Monzie a Garches (1927-28), raggiungendo la massima espressione nel progetto di Villa Savoye (1928-31).

Villa Savoye (1928-31)

Le Corbusier, Villa Savoye, Poissy, Francia, 1928-31 © Steve Silverman (CC BY-NC-ND 2.0)

Villa Savoye di Le Corbusier, situata a circa trenta chilometri a nord-ovest di Parigi, alla periferia della cittadina di Poissy, è stata realizzata tra il 1928 e il 1931 su commissione dell’imprenditore Pierre Savoye. Il terreno dell’abitazione è circondato su tre lati da alberi ad alto fusto, mentre il quarto si apre alle valli dell’Île-de-France. La passeggiata architettonica (promenade architecturale) scandisce le diverse situazioni spaziali. Una sequenza scenografica costruita a partire dal percorso d’accesso carrabile in ghiaia prosegue all’interno sviluppandosi intorno a una rampa: una spina dorsale che percorre la villa nella sua interezza, concludendosi in un’apertura verso le vallate. Il linguaggio compositivo è stata definito da Le Corbusier in «Verso una Architettura» con un vocabolario di astrazione: “Il volume e la superficie sono gli elementi mediante i quali si manifesta l’architettura: essi a loro volta sono determinati dalla pianta. La pianta è l’elemento generatore”.

La rampa interna nel collegamento tra la quota di ingresso e il primo piano © Steve Silverman (CC BY-NC-ND 2.0)
Il tratto finale della rampa nell’ascesa al solarium © Steve Silverman (CC BY-NC-ND 2.0)

Pianta

La pianta è stata liberata dall’ingombro dei muri portanti: snelli sostegni puntuali cilindrici (pilotis) definiscono una griglia dalla geometria quadrata in cui viene disegnato un equilibrio di elementi curvi e retti che circoscrive gli ambienti sui tre livelli.

L’attacco a terra denuncia l’indipendenza della struttura dalle partizioni. Lo spazio di ingresso è in asse con la rampa, rispetto alla quale si articolano i locali destinati ai domestici. Al primo piano sono distribuiti gli spazi privati e pubblici dei proprietari. La stanza più grande è il salone, che si apre sulla terrazza. Qui la rampa si scopre e ritma l’accesso alla quota del solarium definito in pianta da linee curve in armonia con l’andamento rettilineo del livello sottostante.

Il grande salone aperto sulla terrazza © Steve Silverman (CC BY-NC-ND 2.0)
Gioco di trasparenze dalla terrazza verso il soggiorno e poi l’esterno © Rory Hyde (CC BY-SA 2.0)

Superficie

La libertà compositiva della pianta è evidente anche in prospetto, come nel caso delle finestre a nastro riportate sui quattro lati del primo piano dell’abitazione. Esse danno continuità visiva agli ambienti tra interno ed esterno e garantiscono un’illuminazione naturale bilanciata e complementare rispetto alle grandi vetrate a tutta altezza che si aprono sulla terrazza.

Volume

I pilotis cilindrici scandisco in senso verticale il piano a terra e, arretrati rispetto al piano di facciata, sostengono l’orizzontalità del volume parallelepipedo bianco, lineare e simmetrico, su cui si insistono gli elementi curvi in copertura. Riducendo all’essenziale le figure dell’architettura, Le Corbusier in Villa Savoye raggiunge un’astrazione formale che è il risultato di una ricerca sui fondamenti della disciplina.

Il fronte di ingresso © Steve Silverman (CC BY-NC-ND 2.0)

Andrea Zanin

 

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