Il miglioramento delle condizioni della vita urbana, diventata problematica a causa del sovraffollamento legato alla crescita incontrollata e smisurata delle città dopo la rivoluzione industriale è il tema centrale della ricerca di Ebenezer Howard (1850-1928), urbanista inglese che ha vissuto e operato a cavallo tra 800 e 900. La soluzione proposta da Ebenezer Howard è la creazione di una Garden City, una vera è propria città giardino del futuro, descritta nel saggio A Peaceful Path to Social Reform (1898). Un testo che chiuse la linea del pensiero utopico anglosassone che ha percorso tutto l’800, da Ruskin e William Morris in poi. In questo libro, egli delineò una città utopica basata sull’ideale di collegare le persone con la natura e combinare i benefici della “Città” e della “Campagna”. Questo libro iniziò le basi del Movimento delle Città Giardino, che ha influenzato la costruzione di città come Welwyn e Letchworth in Inghilterra, usando alcuni dei principi di Howard. Il lavoro di Howard ha anche fornito alcune delle origini del pensiero che ha influenzato la creazione dell’Housing and Town Planning Act del 1909.
Garden City: la teorizzazione di Ebenezer Howard
La soluzione di Ebenezer Howard ai problemi correlati dello spopolamento rurale e della crescita incontrollata delle grandi città era la creazione di una serie di piccole città nella campagna, con una perfetta integrazione tra verde ed elementi urbani che avrebbero dovuto combinare tutte le comodità della vita urbana con il pronto accesso alla natura tipico degli ambienti rurali. Le caratteristiche principali dello schema di Howard erano:
- l’acquisto di una vasta area di terreno agricolo
- progettazione di una città di forma circolare circondata da un’ampia cintura rurale
- sistemazione dei residenti, dell’industria e dell’agricoltura all’interno della città;
- limitazione dell’estensione della città e la prevenzione dell’invasione della cintura rurale;
La conseguenza di queste azioni di pianificazione ed edificazione della GArden City, avrebbe dovuto portare, secondo Ebenezer Howard a un aturale aumento del valore della terra da utilizzare per il benessere generale della città stessa.
I principi urbanistici fondamentali
La città giardino ideale di Howard avrebbe dovuto sorgere su un tratto di 6.000 acri di terreno agricolo. Sarebbe di proprietà privata di un piccolo gruppo di individui; questa società, mantenendo la proprietà, avrebbe mantenuto anche il controllo dell’uso della terra. Le entrate, per pagare l’ipoteca e per finanziare i servizi della città, sarebbero state raccolte esclusivamente grazie ai ricavi ottenuti con le pigioni. L’industria privata sarebbe incoraggiata ad affittare e ad utilizzare lo spazio nella città. Solo una frazione della terra del tratto sarebbe stata costruita dai 30.000 abitanti della città; il resto sarebbe stato usato per scopi agricoli e ricreativi.
Da un punto di vista più strettamente architettonico e urbanistico, la Città Giardino avrebbe dovuto ruotare attorno a un grande giardino posto nel centro cittadino. Questo avrebbe dovuto essere circondato da complessi civici e culturali: il palazzo del municipio, la sala concerti, il museo, il teatro, la biblioteca e l’ospedale. A partire dal centro, verde e dotato dei principali edifici di interesse pubblico, si sarebbero dovuti dipartire sei ampi viali principali. Concentrico a questo nucleo urbano sarebbe un parco, una combinazione di centro commerciale e conservatorio, una zona residenziale e poi, al bordo esterno, l’industria. Il traffico si muoverebbe lungo viali che si estendono lungo i raggi e i viali concentrici.
La realizzazione delle prime Garden City sul modello di Ebenezer Howard
Nel 1903 l’urbanista Ebenezer Howard ebbe il piacere di veder nascere la prima Garden City, sulla base del suo modello concettuale. Una città giardino chiamata Letchworth fu sviluppata a circa 30 miglia a nord di Londra nell’Hertfordshire, Inghilterra. Riuscì secondo le linee guida che aveva stabilito, e nel 1920 una seconda, Welwyn Garden City, fu fondata nelle vicinanze. Il concetto di Howard ebbe ampio successo nel futuro. Vennero infatti sempre più spesso pianificate e creati nuovi insediamenti con una forte di interrelazione tra campagna e città. La sua enfasi sulle aree verdi e sulle densità di popolazione controllate è diventata parte integrante della pianificazione suburbana e cittadina.
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