Filippo Juvarra architetto e scenografo, con le sue opere che raggiunse la fama in tutta Europa durante la prima parte del XVIII secolo. Juvarra è uno dei principali esponenti del Barocco che operò per lunghi anni a Torino come architetto di casa Savoia. La formazione di Filippo Juvarra avvenne, nell’ambito artistico messinese, sotto la guida del padre, di professione argentiere. La sua prima opera architettonica fu il completamento, nel 1703, della chiesa di San Gregorio a Messina..
Nel 1703 si recò a Roma dove studiò presso la bottega di Carlo e Francesco Fontana, fu nominato Accademico di Merito dell’Accademia di San Luca.
Juvarrà lavorò come scenografo e disegnatore per feste e cerimonie, ottenne la prima committenza importante con la Cappella Antamori nella Chiesa di San Gerolamo della Carità. La consacrazione come uno dei massimi esponenti del Barocco italiano giunse con l’incontro di Vittorio Amedeo II di Savoia, che Juvarra seguì prima a Messina e poi a Torino.
Juvarrà si occupò degli edifici più belli della capitale sabauda, in cui l’equilibrio del classicismo e l’innovazione del barocco si fondono in soluzioni geniali: la Basilica di Superga, riprogettazione della Villa della Regina e dalla “rifinitura” della Reggia di Venaria e del Castello di Rivoli, la Chiesa di Santa Cristina, la Chiesa del Carmine e la Palazzina di Caccia di Stupinigi.
Uscì anche fuori dai confini nazionali, sbarcando a Lisbona, in Portogallo, su richiesta del Re Giovanni V. Progettò anche il palazzo di Mafra (1719–20). Raggiunta fama internazionale fu chiamato in Spagna da Filippo V che gli commissionò progetti per il Palazzo Reale di Aranjuez e la Granja di Sant’Ildefonso .
Le principali Opere di Filippo Juvarra:
Cappella Antamori nella Chiesa di San Gerolamo
della Carità
La commistione tra gli effetti della luce e le decorazioni interne in marmi policromi creano un particolare impatto scenografico. Al suo interno conserva sull’altare la statua marmorea di San Filippo Neri, sono presenti una serie di rilievi in stucco raffiguranti scene della vita del Santo.
Sul pavimento è presente l’epigrafe del committente dell’opera, l’avvocato concistoriale Tommaso Antamori (1671-1751).
Le principali Opere di Filippo Juvarra
La Basilica di Superga
Il progetto è dell’architetto messinese risale al 1715. La storia della basilica risale al 2 settembre 1706, quando il duca di Savoia, Vittorio Amedeo II, e il principe di Carignano, Eugenio di Savoia, salirono sul colle per osservare Torino assediata dai franco-spagnoli. Vittorio Amedeo, inginocchiatosi dinanzi ad un vecchio pilone, giurò che, in caso di vittoria, avrebbe edificato un monumento alla Madonna.La chiesa, a pianta circolare, è sovrastata dalla cupola alta 75 metri e affiancata da due campanili alti 60 metri. Un imponente pronao a otto colonne corinzie precede la facciata. All’interno la decorazione a stucco e il marmo degli altari e del pavimento creano scenografici effetti di luce.
E infine, Palazzo di Mafra
La prima pietra venne posata il 27 novembre 1717 dal re Giovanni V del Portogallo, il piano originario venne più volte modificato nel senso di ampliare il precedente, grazie anche all’arrivo in Portogallo dell’oro proveniente dalla nuova colonia del Brasile. Tutto fa pensare che il progetto definitivo sia stato concepito a Roma, sotto il controllo e l’orientamento del marchese di Fontes, che vi avrebbe coinvolto Carlo Fontana, Tommaso Mattei, Filippo Juvarra ed Antonio Canevari. Sebbene numerosi dettagli riguardanti il palazzo ed il Monastero siano stati terminati solo sotto il regno dei suoi successori, il termine ufficiale dei lavori del complesso ebbe luogo nel 1750, anno del decesso di Giovanni V. Il Palazzo Nazionale di Mafra ha stile barocco con richiami al neoclassicismo italiano. Situato a circa 28 chilometri da Lisbona, le sue dimensioni sovrastano la città. L’intero complesso è costituito da due corpi rettangolari contigui, ma di differenti dimensioni e copre una superficie di circa 37.720 m2.Il corpo principale comprende la basilica con le sue due torri, la sacrestia, il Palazzo Reale, la sala capitolare, quelle dette “degli Atti” e del de profundis, il refettorio, la cappella del cimitero e due chiostri; l’altro corpo, di dimensioni più ridotte comprende la parte maggiore del convento, le cucine, la biblioteca, il giardino, oltre ad una parte del Palazzo Reale stesso. L’imponente facciata principale, eretta in pietra calcarea, è impostata su tre ordini, è fiancheggiata ai due estremi da due “torrioni” massicci a pianta quadra, anch’essi su tre ordini principali, sormontati da altri due e da una grossa cupola a bulbo, cuspidata. Al centro, perfettamente simmetrica, si trova la basilica.
Valentina Suffia