Luce e aria: senza di esse non c’è vita ed è attraverso le finestre che la vita entra negli edifici. Aperture nel muro, la cui disposizione ha spesso fini decorativi; fin dai tempi antichi le finestre prevedevano griglie di pietra, legno o ferro, ma anche lastre di vetro o di altri materiali, come la mica, o ancora, in Estremo Oriente, la carta. Nonostante esistano molti tipi di finestre per l’architettura, oggi è il vetro il materiale più frequentemente utilizzato, anche se in alcuni casi viene impiegata la plastica trasparente. Tra i vari tipi di finestre, quella ad anta è una delle più diffuse: costituita da un telaio a scorrimento verticale, può avere l’anta a un solo battente, cioè con una sola metà mobile, oppure a due battenti, dove entrambe le parti possono scorrere.
Le finestre per l’architettura sono un’invenzione molto antica, risalgono probabilmente alle prime abitazioni stabili. Già le pitture murarie dell’Antico Egitto riportano esempi di diversi tipi di finestre, aperture che, così come le porte, venivano all’epoca coperte da stuoie, mentre i rilievi assiri raccontano di aperure più larghe che alte, ornate al loro interno con piccole colonnine.
Gli antichi greci prediligevano invece case prive di finestre, perché tendevano a costruire le proprie abitazioni attorno a corti interne, ornate da maestose colonne, dove la luce entrava da porte che, affacciandosi sul chiostro, permettevano l’illuminazione delle stanze. È a partire dalla Roma imperiale che la finestra vetrata diventa definitivamente un elemento diffuso, come testimoniano alcuni frammenti di vetro e bronzo ritrovati a Pompei e in altri siti archeologici. I bagni romani erano infatti costruiti con mura molto spesse, dove la parete interna e quella esterna erano fra loro distanti e chiudere le finestre, necessario per preservare il calore nelle stanze, era complesso, per questo si ipotizza che venissero utilizzate più lastre di vetro sovrapposte, ciascuna inserita in una cornice di bronzo.
Le finestre, soprattutto vetrate, aumentano nelle chiese paleocristiane e bizantine, ne è un esempio Hagia Sophia, a Costantinopoli, la cui edificazione è iniziata nel 532, con le sue finestre contornate da eleganti cornici di marmo. I costruttori di moschee copiarono la tecnica bizantina e realizzarono finestre con piccoli frammenti di vetro colorato, inseriti all’interno di un telaio in muratura anziché in marmo, così da ottenere più libertà e ricchezza nel disegno dei modelli. Ai costruttori islamici dell’Egitto e della Siria risalgono tipi ancora diversi di finestre, spesso non smaltati, costituiti da una struttura sporgente in legno, ornata da fusi intagliati e torniti.
È però solo attorno al XII e XIII secolo che la tecnica del vetro colorato raggiunse il suo massimo sviluppo. Al posto del marmo o del cemento, i vetrai europei, insieme ai frammenti colorati, usavano strisce di piombo, chiamate cames, che, grazie alla loro plasticità, potevano essere modellate in infiniti modi. Si spiegano così le maestose finestre delle cattedrali gotiche, ornate da dettagliati disegni pittorici. Nel corso del tempo, le dimensioni dei vari tipi di finestre aumentarono, in particolare dal 1250, quando vennero introdotti montanti in pietra, sottili supporti verticali per dividere le aree vetrate insieme a un sistema di trafori.
La finestra ad arco, che durante il periodo bizantino aveva sostituito la finestra a spicchi e quella quadrata, comune nel mondo romano, divenne una costante dei più importanti edifici dell’architettura medievale sia europea che islamica.
Le finestre domestiche erano più spesso rettangolari ed erano chiuse con persiane, grate o inferriate. Durante il tardo Medioevo in Europa, tuttavia, la crescente economicità del vetro e lo sviluppo dell’anta vetrata fissa portarono ad un graduale aumento del numero di finestre vetrate anche negli edifici domestici e civili. Al posto delle ante, venivano talvolta impiegati montanti e traverse (supporti orizzontali), oppure le ante venivano collocate solo nella parte superiore della finestra, con la parte inferiore chiusa da persiane. Dal XV secolo, le imposte furono sostituite da ante vetrate a uno o due battenti, che portarono all’uso standardizzato di aperture rettangolari in tutti gli edifici, anche grazie alla facilità con cui i battenti potevano essere inseriti.
Durante l’Alto Rinascimento in Italia e in Francia, i tipi di finestre impiegati in architettura erano conformi alle proporzioni classiche e le aperture erano divise da una singola bifora e una singola traversa che formava una croce. Le finestre erano spesso decorate con architravi, cornici e frontoni. Pilastri e colonne erano di norma aggiunti ai lati. In periodo barocco gli elementi decorativi venivano realizzati con cartigli, console, maschere e figure umane.
Nel tardo Rinascimento i francesi produssero e svilupparono la grande finestra a battente che, da allora, è rimasta la forma più comune nel continente, conosciuta dai più come finestra francese. In questo tipo di finestra l’apertura è lunga – spesso si estende fino al pavimento – e relativamente stretta, è vetrata e caratterizzata da due grandi ante di legno incernierate, ciascuna suddivisa in tre o più porzioni di dimensioni relativamente estese; sul lato esterno spesso, per maggiore sicurezza, è presente una ringhiera di ferro o una balaustra in pietra. Nel XVII secolo, in Inghilterra, furono sviluppate la finestra a scorrimento verticale e la finestra a doppio battente, che diventarono prodotti standard per i due secoli successivi, anche negli Stati Uniti.
Lo sviluppo industriale ha avuto effetti importanti sui processi edilizi dell’architettura moderna, come ad esempio l’introduzione dell’uso di telai metallici per le finestre della maggior parte delle costruzioni residenziali e l’uso di porzioni sempre più grandi di vetro. Le finestre oggi possono estendersi anche da parete a parete e da pavimento a soffitto, e di frequente quando l’edificio è climatizzato non possono essere aperte.
Le vetrine dei negozi e altre simili grandi aree di vetro sono al contempo parete e finestra e per resistere alle pressioni del vento devono avere uno spessore definito a seconda delle dimensioni dell’area esposta. Anche i grattacieli sono stati, in alcuni casi, interamente costruiti in vetro, con porzioni apribili, per rispettare i requisiti imposti dalle norme per il risparmio energetico. Per lo stesso motivo le finestre di più recente costruzione sono realizzate con doppi o tripli spessori di vetro (dette a doppio o triplo vetro), separati fra loro da uno spazio d’aria che garantisce un isolamento superiore, così da preservare meglio la temperatura interna.