La mostra ‘Manlio Rho. Sintesi dell’astratto. La pittura di Manlio Rho e il suo archivio‘ presentata presso la Pinacoteca Civica di Como fino al 6 febbraio, espone per la prima volta dai 120 anni dalla nascita dell’artista, le opere esemplari con studi e varianti che indagano la peculiarità della sua pittura astratta.
L’esposizione, curata dall’architetto Paolo Brambilla, propone una serie di opere che spaziano dai dipinti, a schizzi, a lucidi e agli studi sul colore e costituiscono la base delle opere d’arte di Rho. Oltre a dipingere quadri, l’artista ha prodotto nel corso della sua carriera disegni di tessuti per arredamenti e mobili, proprio perché lo studio delle geometrie e del colore che ha caratterizzato la sua interpretazione dell’astrattattismo è applicabile anche ad altre forme d’arte.
Lo studio di Manlio Rho a Como, oltre a essere il luogo dove le opere dell’artista prendevano vita, ha rappresentato anche lo spazio di aggregazione di artisti che hanno composto lo scenario dell’arte astratta italiana dei primi del 900. Tra i nomi ricordiamo Mario Radice, Carla Badiali, Carla Prina, Cordelia Cattaneo, Aldo Galli e architetti quali Cesare Cattaneo, Giuseppe Terragni, Piero Lingeri, Alberto Sartoris.
La mostra non racconta e parla solo dell’arte di Rho ma dell’intero gruppo di artisti e architetti citati sopra, che hanno fatto parte della cultura comasca degli anni Trenta e Quaranta. La raccolta del patrimonio di queste opere si deve all’Archivio Rho, conservato dapprima dal figlio Enzo e ora dal nipote Giovanni.
Il filo conduttore dell’esposizione mira a sottolineare, tramite alcune opere esemplari di Rho, come veniva concepita la peculiare interpretazione dell’opera astratta e come arrivava a definire gli equilibri di forme e colori, base di tutte le sue creazioni. Il metodo usato dall’artista era dettato dalla regola geometrica ma anche dallo studio dei capolavori del passato, della storia dell’arte, delle ricerche dell’Astrattismo europeo e delle arti applicate, in primo luogo il disegno per la moda.
“Nell’anno in cui ricorrono 120 anni dalla nascita di Manlio Rho” commenta Livia Cioffi, Assessore alla Cultura del Comune di Como, “dopo le celebrazioni virtuali dedicate all’artista realizzate sui social dei Musei civici, ora si apre presso la Pinacoteca una mostra che porta l’attenzione su alcuni aspetti meno conosciuti di un grande artista, un maestro dell’Astrattismo comasco. La mostra si inserisce nel percorso di valorizzazione degli artisti comaschi, avviato negli ultimi anni con le mostre dedicate a Terragni, con la valorizzazione degli arredi dell’Asilo Sant’Elia e al rapporto con l’architettura, e a Radice”.
La Pinacoteca di Como propone all’interno della mostra non solo opere, ma anche una sala che ricostruisce il suo studio attraverso oggetti e documenti presenti nel suo archivio. Qui sono esposti libri, fotografie e riviste nazionali e internazionali che svelano le diverse fonti che l’artista studiava per realizzare le i disegni.
Inoltre è presente in Campo Quadro, uno spazio contemplativo al primo piano della Pinacoteca, un autoritratto dell’artista del 1921 e all’ultimo piano di Palazzo Volpi, nella sezione Novecento, sono esposte in maniera permanente due opere di Rho, tra cui l’importante Composizione 50/218, olio su compensato del 1950.
Manlio Rho
Manlio Rho è stato uno dei massimi esponenti dell’arte astratta in Italia. È nato a Como il 15 febbraio 1901 e la vocazione per la pittura è nata da molto giovane. Nello studio in via Odescalchi nel 1918 sono nati i suoi primi dipinti che risentono della pittura figurativa di Novecento. Durante gli anni Trenta frequentò artisti e architetti razionalisti comaschi insieme ai quali ha dato vita a un gruppo molto attivo nell’ambito dell’avanguardia italiana e internazionale. Dagli anni Quaranta insegnò all’Istituto Tecnico Statale di Setificio Paolo Carcano di Como, intensificando anche la sua attività di disegnatore per tessuti come consulente per la Tintoria Comense e, in seguito, per la Socota, la Tessitura Fede Cheti e le tessiture Costa. Nel 1946 fu invitato alla mostra Arte astratta e concreta, che a Palazzo Reale a Milano raccolse i principali protagonisti della seconda stagione dell’astrattismo. Nel 1957 collaborò all’organizzazione della mostra Colori e forme nella casa d’oggi a Villa Olmo, dove presentò alcuni pannelli decorativi negli stand della mostra. Lo stesso anno scomparì prematuramente nella sua città.
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