La natura è al centro della grande mostra “L’apparente verità” dedicata all’artista Enzo Fiore, in programma dal 15 dicembre 2021 al 6 marzo 2022 presso la galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Lorenzo Viani di Viareggio. Classe 1968, Enzo Fiore, dopo aver frequentato il liceo artistico di Milano, si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, sotto la guida di Luciano Fabro. Proprio l’arte povera e del “recupero” del maestro è un elemento forte che si manifesta nella ricerca artistica di Enzo Fiore. Grazie alla collaborazione tra il Comune di Viareggio e la Galleria d’Arte Contini il percorso espositivo si snoda tra pittura e scultura portando il visitatore a cogliere il profondo legame tra essere umano e natura.

Enzo Fiore pittore
Enzo Fiore, Apocalisse Taj Mahal, 2016
150 x 150 cm

Nelle opere di Fiore ciò che al primo sguardo può sembrare un agglomerato materico di pigmenti si rivela essere una composizione di foglie, terra e materiale organico. L’artista dà così vita a una tavolozza naturale tridimensionale dai toni per lo più terrosi, in cui anche i colori più vividi – rosso e giallo – sono frutto dell’impiego di pigmenti naturali.

Enzo Fiore artista
Enzo Fiore, Apocalisse Basilica San Pietro, 2015
185 x 235 cm

Da sottolineare che in diverse opere la natura diventa essa stessa soggetto principale di indagine. Allo stesso modo le sculture che ritraggono animali o esseri umani sono composte dall’integrazione di materiali organici con sinuose radici secche.

Enzo Fiore Villegiardini
Enzo Fiore
Apocalisse Sagrada Familia, 2016
180 x 180 cm

Enzo Fiore, le opere 

Oltre all’elemento naturale, filo conduttore della mostra risulta essere l’irrisolta e irrisolvibile dicotomia tra la vita e la morte. Enzo Fiore, pittore e scultore, nelle sue opere impiega la natura per raccontarci tutti gli aspetti dell’esistenza, tra cui anche la sua inevitabile conclusione: in mostra perciò al fianco dei ritratti di noti artisti viventi, anche quelli di personaggi storici.

Enzo Fiore Inclusione Nera, 2020
40 x 20 cm

Non solo, anche il fortunato ciclo delle Riappropriazioni, in cui l’artista impiega la sua tavolozza organica per reinterpretare noti dipinti del passato, ha come tema principale quello mistico-religioso e quello della morte: dalle “Pietà” alla “Lezione di anatomia del dottor Tulp” di Rembrandt. Infine anche allorché l’artista rappresenta paesaggi di luoghi celebri e ameni, decide di inserire nel titolo delle opere la parola “Apocalisse”. Dalla vista di questa mostra si ha quindi l’impressione che in ultima istanza sia la natura che ritrae se stessa in tutta la sua complessità, dando origine a un affascinante loop tra forma e contenuto.

Testo di Sabino Maria Frassà

continiarte.com

 

 

 

 

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