La coltivazione degli agrumi in vaso è possibile non solo come bonsai, bensì come veri e propri alberi da frutto. Difatti, opportunamente mantenuti, potranno sviluppare tutte le fasi vegetative fino alla produzione di frutti.
Nel pensiero comune, quando si parla di agrumi, vengono in mente quelli più comuni come il limone, l’arancio e il mandarino. Tuttavia, esistono molte altre specie del genere Citrus e alcuni di esse si adattano perfettamente alla coltivazione in vaso. Ne è un esempio il kumquat (C. japonica), il cosiddetto mandarino giapponese.
Gli agrumi nelle collezioni antiche
Nel Rinascimento era consuetudine dei nobili coltivare, nelle proprie ville, numerosi agrumi in vaso. Anche la famiglia Medici collezionava agrumi, già dalla fine del XVI secolo. Tutt’oggi queste specie e varietà antiche vengono ancora custodite e propagate. Tra di esse è presente Citrus aurantium ‘Bizzarria’, che racchiude in una sola pianta il patrimonio genetico di tre diverse specie di agrumi: cedro, limone e arancio amaro. Di queste collezioni sono rimaste molte testimonianze, come nella Villa Medicea di Castello, situata poco fuori Firenze, dove è possibile ammirare la più vasta collezione di agrumi in vaso d’Europa. Come ogni altra villa, anche la Villa di Castello ha una limonaia. La limonaia era una serra, a volte sontuosa, dove in inverno venivano ricoverate gli enormi vasi in cotto che contenevano le piante, le cosidette conche da limoni. Poi, col finire dei geli, i giardinieri ricollocano le piante nel bellissimo giardino all’italiana.
Coltivazione in vaso degli agrumi
Il vaso
Per quanto riguarda la scelta del vaso, le variabili sono notevoli. Ovviamente ognuno avrà le proprie preferenze sul fattore estetico, scegliendo tra contenitori in vari tipi di materiali naturali o in plastica. Certo, scegliendo quest’ultima, si deve tenere conto che ha una maggiore sensibilità al riscaldamento, soprattutto quando è nera. La Toscana ha una grande tradizione nella produzione di terrecotte da agrumi. Nella zona dell’Impruneta, vicino a Firenze, tra le produzioni semiartigianali, è possibile trovare ancora conche da limoni fatte a mano.
Il vaso dovrà avere una misura appropriata alle dimensioni della pianta, sia in altezza che in larghezza. Gli agrumi, avendo radici profonde, apprezzano contenitori alti. Per quanto riguarda la larghezza si deve considerare che la chioma dovrebbe sporgere non più di 15 cm rispetto al margine del vaso. Per praticità, sarebbe opportuno che vaso e pianta non superassero dimensioni tali da non poter essere trasportati.
Substrato
Il terriccio dovrebbe essere fresco, permeabile e leggermente acido. È possibile aggiungere inerti come perlite, argilla espansa e corteccia ma non di pino o di abete perché renderebbero il terreno troppo acido. In commercio si possono trovare dei terricci già pronti specifici per gli agrumi. In mancanza possono essere usati anche quelli per piante da balcone.
Temperatura
Durante l’inverno sarebbe opportuno porre le piante in locali interni non riscaldati ma luminosi, così da avere una temperatura che non scenda mai al di sotto di 0°C.
Se non fosse possibile ricoverare le piante all’interno, è necessario attuare tutte le forme di difesa contro il gelo, come l’uso di tessuto non tessuto intorno alla pianta o la costruzione di piccole serre mobili. Esistono anche specie, come il kumquat e il calamondino, che sono molto più tolleranti alle basse temperature e perciò possono essere lasciati all’aperto in zone dove le gelate non sono troppo crude.
Se i vasi vengono portati all’interno di un locale riscaldato, è importante mantenere l’umidità intorno alla chioma della pianta utilizzando, per esempio, un piccolo spruzzatore.
Nei mesi in cui la pianta rimane all’esterno e le temperature sono miti, deve essere collocata in pieno sole, possibilmente riparata da venti forti che porterebbero a una più veloce disidratazione delle foglie. Meglio non posizionarla su asfalto o cemento in quanto farebbe aumentare la temperatura all’interno del vaso, con conseguente stress dell’apparato radicale. D’altro canto, posizionare il vaso su un prato particolarmente irrigato potrebbe aumentare rischio di ristagno idrico.
Innaffiature
Dal momento in cui le piante vengono riportare all’esterno, le annaffiature devono seguire l’andamento stagionale.
L’irrigazione degli agrumi in vaso dovrebbe essere mantenuta con una certa regolarità. Soprattutto dopo la fioritura, gli scompensi idrici potrebbero compromettere la produzione di frutti. È consigliabile l’utilizzo di acqua piovana, soprattutto se l’acqua del rubinetto fosse molto calcarea. Per favorire il drenaggio dell’acqua, è buona norma non usare sottovasi. Uno strato di cocci, pietra pomice, argilla o ghiaia grossa sul fondo del vaso assicureranno un ottimo drenaggio.
Concimazione degli agrumi in vaso
Per le piante in vaso è molto importante la fertilizzazione in quanto sono molto più sensibili alle carenze nutritive rispetto alle piante in piena terra.
In commercio possono essere disponibili concimi specifici per gli agrumi sia con formulazione che prevede la somministrazione tramite irrigazione sia granulare a lenta cessione che devono essere distribuiti superficialmente per evitare bruciature alle radici.
La concimazione primaverile deve aiutare la crescita vegetativa prevedendo l’uso di prodotti con alto contenuto di azoto mentre in estate a essere favorita è la fioritura e la fruttificazione e gli elementi che devono prevalere sono fosforo e potassio.
Caso a parte è la concimazione di quelle specie e varietà che, potendo fiorire continuamente, hanno bisogno di un apporto costante di concime a basso tenore di azoto. Questo per evitare una eccessiva produzione di foglie a scapito dei frutti.
Potatura degli agrumi in vaso
È necessaria soltanto una leggera cimatura della nuova vegetazione, con lo scopo di mantenere la forma della pianta. Rami di grandi dimensioni vanno tagliati soltanto nel momento in cui si presentano danneggiati o seccati. Essendo molto spesso usate piante innestate, viene consigliata l’operazione della spollonatura. Questa pratica consiste nella rimozione di polloni o succhioni, che sono i rami che si sviluppano al di sotto del punto d’innesto.
Rinvaso
Il momento migliore per il rinvaso è l’inizio della primavera cioè durante l’attività vegetativa. Viene effettuato ogni due o tre anni, scegliendo ogni volta un vaso che sia più grande di pochi centimetri. Nel momento in cui la pianta raggiungerà la sua dimensione massima non si cambierà più il vaso, ma solo il terriccio.