Il giardino romantico all’inglese è caratterizzato da un susseguirsi di grandi scenografie verdi con composizioni informali e bucoliche ispirate alla spontaneità della natura, percorsi ondulati e sinuosi, panorami a perdita d’occhio, rovine di architetture classiche e gotiche, pagode e templi orientali laghetti e corsi d’acqua dall’andamento irregolare. Questa tipologia di giardino, che di fatto offre un’interpretazione “ideale” del paesaggio spontaneo, iniziò a imporsi in Inghilterra a partire dall’inizio del 700, per poi diffondersi in tutta Europa, soppiantando nelle preferenze di facoltosi committenti le rigorose geometrie, le prospettive assiali e le piante messe in forma secondo i principi dell’arte topiaria del giardino alla francese e del giardino barocco. “Per mio conto”, scriveva nel 1712 lo scrittore, drammaturgo e scrittore inglese Joseph Addison, ” preferisco guardare un albero in tutto il suo splendore e in tutto il fiorire dei suoi rami […] che quando è potato e mutilato in modo da assumere una forma geometrica; non posso impedirmi di immaginare che un frutteto in fiore presenti un aspetto infinitamente più delizioso che tutti i piccoli labirinti dell’aiuola più curata”.
Caratteri generali
La tendenza del giardino all’inglese si sviluppò sotto l’impulso filosofico, artistico e letterario del romanticismo, che tra i sui tratti distintivi presentava un forte ammirazione per la natura e le sue espressioni più selvagge, in grado destare uno senso di stupore e meraviglia superiori rispetto a qualsiasi creazione artificiale dell’uomo. Per questo motivo la progettazione del giardino all’inglese si svincola dalle rigide e ordinate simmetrie dei giardini formali e dalla continuità con le facciate e i prospetti delle architetture, per articolarsi in una serie di scenari apparentemente spontanei, sempre originali e sorprendenti. “L’uomo di gusto”, scrisse J J Rousseau nella Nouvelle Heloise, “non si preoccupa di inoltrarsi lungo belle prospettive; il gusto dei punti di vista e delle lontananze viene dall’inclinazione che ha la maggior parte degli uomini di non star bene se non là dove non sono; essi sono sempre avidi di ciò che è lontano da loro. […] Quando l’uomo di gusto è proprio là dove è, non si preoccupa affatto di essere altrove […] Certo qualunque uomo non ami trascorrere bei giorni in un luogo così semplice non ha il gusto puro nè l’anima sana”. Mai come nel caso del giardino all’inglese, il paesaggio fu portatore di un così importante carico di morale e filosofia, che andava oltre gli aspetti puramente estetici.
Filosofia del giardino romantico all’inglese
Il mutamento del gusto che portò alla nascita dei giardini all’inglese, si manifestò innanzitutto come movimento letterario. Scrittori come Addison, filosofi come Shaftesbury e, naturalmente Alexander Pope, poeta e garden designer, iniziarono a sottolineare la qualità estetica della spontaneità della natura rispetto al formalismo dei giardini olandesi e francesi, fino a quel momento in voga. A questi letterati si affiancarono movimenti d’opinione politici che miravano a valorizzare la produzione agricola e boschiva inglese. Summa e sintesi di questa nuova filosofia del giardino può essere considerato “Ichonografia rustica”, un trattato scritto da Stephen Switzer nel 1718, che promuove una nuova idea di giardino ispirato alla “semplicità disadorna della natura” attraverso tre principi progettuali:
1. Utile Dulci, la ricerca di equilibrio tra composizione e risparmio di risorse
2. Ingentia Rura, l’integrazione del giardino privato o del parco con la campagna circostante
3. Symplex Munditiis, l’essenzialità come principio base nela progettazione.
Storia ed evoluzione dei giardini romantici all’inglese
I primi giardini all’inglese vennero realizzati in Gran Bretagna attorno al 1720 da William Kent e Alexander Pope sotto l’influenza congiunta di queste nuove idee e dalla pittura del paesaggio romano di Gaspar Duget, Claude Lorrain, Nicolas Poussin e Salvator Rosa. Nelle vedute di questi autori, infatti, poterono ammirare l’aspra bellezza della natura incolta che avvolgeva le rovine dei capolavori architettonici dell’antichità, che iniziarono a riprodurre nei parchi che circondavano le dimore nobiliari che vennero chiamati a disegnare. Una ulteriore fonte di ispirazione fu rappresentata dall’estetica cinese, che proprio in questo periodo iniziava a riscuotere grande successo in Europa e che, da un lato diede vita a alla variante del giardino anglocinese, dall’altra fornì spunti per inserire nei giardini scenari esotici con architetture orientali.
Maturità dei giardini all’inglese: Lancelot ‘Capability’ Brown
Durante la seconda metà del 700 iniziò ad imporsi la figura di Lancelot ‘Capability’ Brown, considerato il più influente paesaggista dell’epoca georgiana, che ha codificato lo stile paesaggistico inglese e ha lavorato in oltre 250 siti, per un elenco di clienti che includeva la maggior parte della Camera dei Lord. La sua prima grande occasione arrivò grazie a Lord Cobham che gli commissionò un intervento nel giardino di Stowe Park. Che per tutto il diciottesimo secolo fu un laboratorio per sperimentare diversi tipi di paesaggi e stili di giardinaggio, nel quale intervenne anche William Kent. Come capo giardiniere dal 1741, Brown fu responsabile dello sviluppo della Grecian Valley. Altrettanto importante era la rubrica di Lord Cobham, e Brown iniziò presto a lavorare per una serie di aristocratici e politici collegati a Cobham e al suo amico William Pitt, tra cui George Grenville a Wotton, Lord Egremont a Petworth.
A coronare questa ascesa nei ranghi della nobiltà inglese, nel dal 1764 venne nominato giardiniere reale di Giorgio III. I paesaggi progettati da Lancelot Brown erano semplici, ordinati e sobri. Comprendevano ampi pascoli delimitati da gruppi di alberi, cinture di protezione perimetrali e schermature realizzate con piante ad alto fusto. Scelte che rispondevano alla necessità dei suoi committenti di utilizzare il giardino per svolgere le tipiche attività ricreative della nobiltà inglese del 700, come la caccia, il tiro a segno e le gite in carrozza.
La variante pittoresca
Alla fine del 700, la variante pittoresca del giardino all’inglese, caratterizzata da una enfatizzazione del lato aspro e selvaggio della natura sulla visione lirica del giardino paesistico che invece aveva caratterizzato i giardini durante tutto il secolo. L’esponente di maggior spicco di questa tendenza è Humpry Repton. Il suo progetto più noto è quello realizzato per la grande tenuta di Wembley Park. Il suo lavoro e la sua filosofia progettuale sono esplicate nel volume Observations on Landscape Gardening.
Il Gardenesque Style
Un secondo filone di evoluzione è rappresentato dal Gardenesque Style, che iniziò ad affermarsi nell’800 durante il periodo vittoriano. Una tendenza che offriva un’abbinamento tra parti formali e paesaggistiche romantiche con fioriture a forte impatto cromatico, decorazioni classiche, orientali o rustiche e l’impiego di specie esotiche acclimatate ed utilizzate per offrire un effetto di contrasto con il contesto peasaggistico nel quale venivano inserite.
Elementi caratteristici del giardino romantico all’inglese
Recinzione “ha-ha”: Introdotta per la prima volta nel 1709 da Bridgeman nel parco di Blenheim, consiste di un muretto di altezza contenuta con fossato e palizzate per scoraggiare l’ingresso di animali, che sostituisce gli alti muri di cinta assicurando così continuità visiva, con il paesaggio e quindi una fusione, quasi senza soluzione di continuità tra il giardino e le campagne e i boschi circostanti.
Inserimento di architetture classiche: gli scenari sorprendenti che si susseguono nell’architettura dei giardini all’inglese spesso prevedono l’inserimento di elementi neoclassici, come per esempio sculture e tempietti.
I principali giardini all’inglese in Italia
In italia, lo stile paesaggistico all’inglese iniziò a diffondersi a partire da inizio 800. Tra i più importanti possiamo citare:
Villa Ghirlanda Silva a Cinisello Balsamo (MI)
Giardino all’inglese della Reggia di Caserta
Giardino Estense, Villa Mirabello, Villa Toepliz,
Reggia di Monza
Villa Annoni di Cuggiono (MI)
Villa Augusta e Villa Panza a Varese
Villa comunale di Verdello (BG)
Villa Fedora a Baveno
Villa Olmo, Villa del Grumello, Villa Carlotta,
Villa Melzi e Villa Monastero sul Lago di Como
Villa Taranto a Verbania
Villa Silva di Cinisello Balsamo (MI)
Parco di Villa Reale a Marlia
Parco comunale di Fino Mornasco (CO)
Parco di Villa Serena a Brembate di Sopra (BG)
Parco pubblico di Porta Venezia, Milano
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