Il Ritratto di Artemisia Lomi Gentileschi di Simon Vouet si affaccia sul lungarno di Pisa. Entra a far parte delle Collezioni della Fondazione Pisa, infittendo il rapporto con prestigiose opere in rapporto con la città, l’arte e il suo territorio. Eseguito a Roma intorno al 1623 da Simon Vouet, è l’unico ritratto conosciuto di Artemisia Lomi Gentileschi. In mostra al Museo di Palazzo Blu, l’opera di Vouet accompagna Clio Musa della Storia (1632) della stessa Artemisia, e i dipinti del padre Orazio e degli zii Aurelio e Baccio, discendenti della celebre famiglia di pittori pisani Lomi Gentileschi.
Cassiano dal Pozzo, mecenate e collezionista ne è il committente. Amante dell’arte, cresciuto tra Pisa e Firenze, nipote dell’influente Cardinale Carlo Antonio Dal Pozzo, Arcivescovo di Pisa e ministro del Granduca Ferdinando I de’ Medici. Figura chiave per la storia della città.
Sguardo fisso sugli spettatori, tavolozza alla mano, pennelli e toccalapis. Sicura in un diffuso abito color zafferano, viene tradita da un dettaglio parlante: il medaglione. Quasi perso nell’ ampia veste, manifesto della sua identità, poggia sul corpetto di raso. Intravediamo un edificio e la scritta ‘Mausoleion’, ovvero Mausoleo, terza meraviglia del mondo antico, costruito ad Alicarnasso per volere della principessa Artemisia in onore a Mausolo, suo fratello e marito. È lei, Artemisia Gentileschi, tracciata per mano dell’amico ed estimatore Simon Vouet, 1623 circa. Vivida e trionfante, sfarzosamente seicentesca, tra gli esempi più rappresentativi del Seicento europeo.
Il Ritratto di Artemisia Lomi Gentileschi di Vouet resterà in mostra fino all’8 marzo 2020. Si trasferirà momentaneamente al National Gallery, insieme alla Clio Musa della Storia, per la prima grande mostra monografica su Artemisia Gentileschi a Londra.