L’Eden? Si trova a Valsanzibio
Il Veneto è una terra ricca di ville e giardini maestosi di impronta palladiana: tra le sue perle si cela il Giardino storico di Valsanzibio, una monumentale oasi naturalistica che correda Villa Barbarigo in località Galzignano Terme.
Disegnato da Luigi Bernini, il complesso architettonico e il suo giardino sono stati costruiti nel XVII dai Barbarigo, una delle più ricche e influenti famiglie veneziane, nel borgo che prende il nome dall’antico monastero dedicato a San Zibio. La peculiarità del terreno, di bassura tendenzialmente acquitrinosa e lontana dalla vecchie paludi del luogo, gli è valsa poi la nomina di “valle” e ha costituito le fondamenta per la costruzione della Perla dei Colli Euganei, anche nota come La Piccola Versailles.
Un giardino barocco dal nucleo concettuale simbolico
A ispirare il progetto fu Gregorio Barbarigo, cardinale e poi futuro santo: tra il 1665 e il 1696 si dedicò all’alta simbologia del prospetto, che doveva rappresentare emblematicamente la via della perfezione che eleva l’Uomo dall’Errore alla Verità, trasferendolo dalla sfera dell’Ignoranza a quella della Rivelazione.
L’inizio di questo percorso simbolico di redenzione è il Portale di Diana, l’entrata principale via acqua della tenuta. Si tratta di una maestosa costruzione decorata con bassorilievi, mascheroni e un gruppo di 13 statue in pietra d’Istria dello scultore Enrico Merengo. Al suo esterno, invece, poggiano su due pilastri gli scudi della famiglia, sorretti da due statue rappresentanti angeli dalla corta tunica.
Se l’ingresso è trionfale, il giardino non è da meno: come nella migliore delle realizzazioni barocche, consta infatti di 70 statue in pietra d’Istria, numerosi ruscelli, cascate e altri giochi d’acqua, oltre a svariate architetture, tra cui la Grotta dell’Eremita.
Il labirinto della purificazione
Nella distribuzione di oltre 10 ettari di superficie trova spazio anche il celebre labirinto di bossi secolari, con un percorso lungo un chilometro e cinquecento metri. Anche questo progetto cela una simbologia legata al percorso di salvificazione voluto dal santo Gregorio: oltre al più evidente aspetto ludico, infatti, rappresenta il complesso cammino verso la perfettibilità umana. Lo dimostra la presenza di sei vicoli ciechi, ognuno rappresentante i primi sei vizi capitali, che costringono il ritorno sui propri passi come pentimento del peccato commesso. La fine del percorso si raggiunge attraverso una purificazione simboleggiata da una torretta rialzata, che permette di osservare dall’alto le tentazioni superate con vittoria.
Tra le simbologie e i giochi d’acqua, il Giardino storico di Valsanzibio si presenta oggi come uno dei più estesi e magnificenti giardini d’epoca mondiali, ma l’orgoglio resta tutto made in Italy.